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"Non c'è nulla di più nobile dell'ammirazione e della premura di un uomo verso la donna che ama

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"Non c'è nulla di più nobile dell'ammirazione e della premura di un uomo verso la donna che ama."
-James Joyce

☆☆☆

Gli occhi si aprirono lentamente, ancora offuscati dal sonno, mentre le sagome di fronte a me cominciavano a prendere forma.

Mi ci volle qualche secondo per capire cosa stesse succedendo, e fu solo allora che mi resi conto di non essere più sdraiata normalmente sul letto.

In qualche modo, ero finita con la testa dalla parte opposta, con i piedi dove normalmente ci sarebbe stato il cuscino.

Strizzai gli occhi un'altra volta, cercando di mettere a fuoco, e vidi Kenan.

Era in piedi, a pochi passi da me, con il telefono in mano, puntato proprio nella mia direzione.

«Ma che stai facendo?» chiesi, ancora confusa, mentre cercavo di capire se stessi vedendo bene o se stessi ancora sognando.

Ma lui non rispose subito. Anzi, continuava a sporgersi leggermente in avanti, con lo sguardo fisso sullo schermo e quel sorriso sulle labbra che non faceva altro che incuriosirmi.

Mi mossi un po', ma lui alzò lo sguardo solo per un istante «No, rimettiti come prima» disse contrariato.

«Mi stai facendo una foto?» chiesi, tornando a posizionarmi come mi aveva trovato, con la testa poggiata scompostamente e i piedi leggermente sollevati.

Non era la posizione più elegante, ma a lui sembrava piacere.

«Sì, fatto» disse infine, abbassando il telefono e spegnendolo «e la tengo per me» aggiunse con una certa complicità, sedendosi vicino a me con quell'aria soddisfatta.

Nonostante fossi in intimo, con i capelli arruffati e il viso ancora segnato dal sonno, mi fidavo di lui.

Era strano, ma non avevo il minimo dubbio che quella foto non avrebbe visto la luce se non per i suoi occhi.

Mi stavo tirando su quando, all'improvviso, sentii un leggero dolore al fondoschiena. Prima che potessi rendermi conto di cosa fosse successo, mi accorsi che Kenan mi aveva appena lasciato un morso deciso lì, esattamente su una delle mie chiappe.

«Non potevo non fotografarle, queste belle chiappe» disse ridacchiando, prima di darmi una leggera pacca sullo stesso punto.

«Ma sei pazzo?! Mi hai fatto male!» esclamai, massaggiandomi l'area arrossata mentre un brivido, stavolta non piacevole, mi attraversava.

Lui scoppiò a ridere, lasciandosi andare a quella risata profonda che finiva sempre per contagiare anche me, che senza rendermene conto, stavo ridendo.

Ma quando mi tirai completamente su, tutto cambiò all'improvviso.

Una fitta alla testa mi colse inaspettatamente, e dovetti portare entrambe le mani alle tempie per cercare di alleviare quella pressione crescente.

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora