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"La verità è una lama sottile, e chi la afferra deve essere pronto a sanguinare

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"La verità è una lama sottile, e chi la afferra deve essere pronto a sanguinare."
-Khalil Gibran

☆☆☆

Sofia

Mi ero ritrovata ancora una volta seduta sul letto, immersa nell'album di fotografie che avevo trascinato fuori dal cassetto.

Le pagine, ingiallite e ormai fragili, profumavano di passato. Scorrendo le immagini, era come se mi immergessi in una vita lontana ma incredibilmente viva.

Io e mia madre, sorridenti, insieme in ogni scatto, con quell'intensità che solo i ricordi riescono a preservare.

Nonostante il tempo avesse sbiadito alcune foto, il ricordo era sempre lì, vivido, come una stretta invisibile che non mi lasciava mai andare.

Guardai una delle foto, una in cui sorridevo con orgoglio, mentre mostravo il mio primo dentino caduto.

Mia madre era accanto a me, con quello sguardo entusiasta, pronta a conservare quel pezzetto di me come se fosse un tesoro.

Mi scappò un sorriso, anche se un po' tirato, mentre ripensavo a quei giorni.

Mi sentivo al sicuro tra quei ricordi, al punto che quasi non mi accorsi di quanto mi fossi persa in essi fino a quando un suono improvviso mi fece trasalire.
Il campanello.

Mi fermai, restando lì immobile, il cuore che aveva preso a battere più velocemente.

Chiusi l'album con delicatezza, lasciandolo accanto a me, e mi alzai.

Il campanello non suonava quasi mai a quest'ora, e una parte di me esitava anche solo ad aprire.

Feci un respiro profondo e, nonostante il nodo alla gola, mi avvicinai alla porta, cercando di scacciare la tensione.

E, senza pensarci troppo, aprii.

Davanti a me apparve subito la figura di Sara. La sua espressione non era quella di sempre, mancava quel sorriso rilassato che era un po' come la sua firma.

Aveva uno sguardo quasi... teso. Forse cercava di sorridere, ma la piega delle labbra era un po' troppo forzata.

Entrò senza dire nulla e, senza neanche salutarmi, si guardò intorno, come se cercasse qualcosa.

«Sara?» la chiamai, incerta. Lei non rispose subito, e sembrava trattenuta in una strana ansia che non le avevo mai visto addosso «tutto bene?»

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora