Capitolo 35

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Pov di Shennon
Ormai era diventato una routine. Mi lasciavano nella cella da sola solo per un ora, poi per ore di tortura continua.

Stava diventando insopportabile e come punizione per le mie continue " botta e risposta " come dice Eketi. Avevano anche diminuito il pane ammuffito che mi davano con una briciola. Ma non devo andare a parRe della mia stanchezza e della mia tortura. E sentivo sempre di più la mancanza di Ansel il suo ricordo superava ogni dolore che sentivo.

Ripensavo continuamente a lui mi mancava tutto di lui, e ora capì che andarmene fu lo sbaglio più grande che faci.
"Ma buongiorno " era una guardia.
Dov'è Eketi ?. Domando, non sentivo per niente la sua mancanza ansi era colpa sua e di Bartolomeo se ero in quelle condizioni ma per distrarmi gli è lo chiesi.

"Bartolomeo gli ah ordinato di andare a cercare il generale non avrei dovuto dirtelo dimentica che te lo abbia detto" sorrisi era diventato tutto rosso in faccia. Scuoto il capo come per dire si
" Oh mio sanguinate anche al cervello vieni che ti aiuto". Era preoccupato? Assurdo
Non c'è ne bisogno davvero, solo stanchezza. Affermo con non solo quale forza.

"Il sangue al cranio può complicare il delicato tessuto celebrare, limitare l'apporto di sangue e portare all' improvviso può " - . Lo interrompo subito spazientita.

Lei sta bene invece?. Domando nervosa.
"Non c'è bisogno di darmi del lei puoi darmi del tu, e poi non si deve preoccupare per me ma solo per se stessa". Sorrido e gli faccio un accenno. In una frase mi aveva dato sia del lei e sia del tu, incredibile.

Quando mi lasceranno andare? Chiedo intimorita.

"Io ,mi dispiace signorina non posso dirglielo" rimasi scombussata da quella risposta. 

Quando fa per andarsene sussurrò:
Ti supplico. Distoglie lo sguardo dal pavimento e lo posa su di me. Ripetei ancora e ancora è riuscì a convincerlo e disse:
"È andato a cercare al generale" in quel momento senti le lacrime agli occhi, se gli fosse successo qualcosa?

Ansel, pensai. Mi prese un attacco di panico, e feci fatica a respirare.
"Stai bene?" Mi domanda quella guardia con sguardo preoccupato. Scuoto il capo come per dire si. E poi prende fiato e dice :

" Come vi chiamate ?" Chiede nervoso.
Sono Shennon. Risposi con tono pacato e pazientato.

"Molto piacere Shennon sono Atlante" sorrido soddisfatta.
"Sanguinate " afferma come se fosse la cosa più brutta di questo mondo.
Aiutatemi Atlante. Suonava come una domanda ma lui sapeva che non lo era affatto era più una supplica.

Sulle tracce dell'omicidio 1 volume Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora