Capitolo 16

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Katherine

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Katherine

Io e Serkan siamo rimasti in spiaggia. Siamo avvinghiati e non riusciamo a smettere di baciarci. Siamo anche privi di qualsiasi indumento e le nostre intimità si desiderano, si sfiorano ogniqualvolta che muovo il bacino.

Kan preme le sue dita sulla mia schiena, mi stringe la pelle e mi attira più a sé.

Il mio seno si scontra con i suoi addominali e tra un respiro affannato e l'altro le nostre bocche non fanno altro che consumarsi.

Ho il cuore che mi martella pesantemente, sta esplodendo. Non credevo che avrei avuto la possibilità di stare così con lui, pensavo che amasse ancora Falena. Invece è venuto da me.

La mia pelle va a fuoco solo a guardare come il suo fallo sfiora la mia intimità, o come i suoi occhi alla Nutella mi uccidono tutte le volte che mi ammira.

«Serkan...» lo chiamo mentre gli lecco la lingua, «f-forse dovremmo fermarci...»

Anche se non voglio.
Voglio fare l'amore con lui.

«Hai ragione... Mamma mia, Katherine...» dice a fior di labbra e mi lambisce la mascella, poi il collo e infine lo spacco, «ti desidero... Sei come l'eroina che mi sniffavo prima... Letale.» confessa e mi stringe un seno. Stuzzica il capezzolo, lo tortura e con i suoi baci umidi arriva alla mia cicatrice che ho sulla pancia.

Mi solleva dal sedere e le mie gambe finiscono sulle sue spalle. Mi divora la vagina, facendomi gemere e gli stringo i capelli. Muovo il bacino sbattendogliela in faccia e quando mi rimette giù le nostre bocche tornano ad assaggiarsi con fervore.

Ci scambiamo la saliva e poi gli mordo il labbro superiore, mentre gli tengo il viso.

«Sei perfetto Serkan...»

«L'unica opera d'arte sei tu.»

A queste parole lo bacio più forte, da mozzargli il fiato.

Quanto lo amo.

Mi distende sulla sabbia e la presenza del suo fallo lo sento di più, tanto che non resisto nemmeno io.

«Serkan...» sto impazzendo. La mia intimità è fradicia. Sento quel liquido colare dalla mia vulva e bagnare la sua cappella.

La spinge leggermente tra le mie labbra vaginali, senza farla entrare, ma un gemito esce dalla mia bocca comunque perché ci sbatte e mi eccito lo stesso.

Le dita di Kan sono tra i miei ricci e ogni volta che libero degli orgasmi mi guarda. Gode nel vedermi così.

«Katerina...» mormora sulla mia guancia, la mordicchia e lambisce, «non ce la faccio più...» ammette e ansimo rumorosamente, specialmente quando torna a stuzzicare il mio seno. Lo massaggia e il suo pene gioca con la mia vagina.

«Fammi quel che vuoi... Sono tua, Serkan...»

Non voglio staccarlo. Non voglio dirgli di smetterla. Magari per lui ora non sarà amore, non vorrà impegnarsi, ma un giorno si ricorderà di questi momenti. Di ogni bacio rubato, ogni carezza e tutte le volte che ci siamo stuzzicati.

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴄᴇɴᴇʀᴇ ᴇ sᴀɴɢᴜᴇ [Terzo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora