Capitolo 55

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Melina

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Melina

Scalcio le pietre che incrocio lungo il mio percorso. Questa volta non ho preso la bici, ho rifiutato anche un passaggio da parte di Anatoly. Volevo stare sola e annegare nei pensieri senza dare fastidio a nessuno.

Anche se qualcuno c'è, quel maledetto uccello che si chiama Ibis. È dietro di me. Mi segue da un po' e si mangia dei pistacchi che tiene in tasca.

È da due giorni che mi fa compagnia. Mi accompagna a scuola, si siede accanto a me ed è in modalità "invisibile" cosicché nessuno lo noti a parte me.

«Cos'è quella cosa che più ce n'è e meno vedi?» mi fa qualche indovinello per ammazzare il tempo.

«Il buio.» rispondo, stando con le mani nelle tasche e continuo a dare calci alle pietre.

«Parlo tutte le lingue, ma ti rispondo sempre con la tua. Cosa sono?»

«L'eco.»

«Si trova in bagno e in cucina, a volte perde, ma non vince mai. Di cosa sto parlando?»

«Il rubinetto maledetto.»

«Per la casa e la campagna
ti sta accanto e ti accompagna.
Se la pesti non si lagna;
passa l’acqua e non si bagna.
Cosa è?» me le fa anche in rima. Nonostante sia fastidioso averlo attorno, è comunque una buona compagnia, mi distrae dal caos che ho in testa.

Al fatto che penso continuamente a Roderick e che ho baciato Xavier. Due uomini adulti che preferisco dimenticare.

Non ho ancora dato conferma a papà di trasferirmi dai nonni. Topsi è subito volata da loro, io ci sto pensando.

«L'ombra.» sussurro.

Ibis mi abbraccia da dietro e il suo respiro mi solletica il collo.

«La smetti di pensare a Rod? Ci sono tanti ragazzi in giro.»

«Sì, ho capito che c'è ne sono tanti, ma... Io sono innamorata di Rod!» esclamo e lo stacco da me, riprendendo a camminare quando poi si ferma una Ferrari rossa fiammante.

«Melì, lo vuoi un passaggio?» mi chiede un compagno di classe, Damien.

«No.» vado per la mia strada e lui mi segue a rallentatore.

«Ho i riscaldamenti.»

«Sai che mi frega. Io ho la mia felpa.» gli rispondo con acidità stando al caldo grazie alla mia felpa nera.

«Dai sali, parliamo un po'.» insiste e mi fermo, guardandolo attentamente.

Che vuole da me?

«Continua a camminare che questo si prende la mano con tutto il braccio.» mi ordina Ibis che muove le dita come se stesse suonando il pianoforte e poi mi da un colpetto sulla schiena per farmi muovere.

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴄᴇɴᴇʀᴇ ᴇ sᴀɴɢᴜᴇ [Terzo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora