Capitolo 67

16 6 17
                                    

Alican

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Alican

La moto di Damien sfreccia per le strade di Palermo, in una via totalmente deserta, dove non passa nessuno e appena faccio in modo che la Harley freni di colpo, esso si piega davanti, facendo volare il ragazzo.

Finisce sull'asfalto con i palmi, ci strisciano sopra, rovinando perfino quei guanti di pelle. Geme quando si gira di schiena e quelle mani gli fumano, come se avesse toccato il fuoco.

Mi avvicino con passi lenti e gli sbatto il piede sugli addominali, facendolo gemere di più.

«Di solito me ne sto buono, buono a non rovinare la vita a nessuno, ma hai toccato Melina e ora ne paghi le conseguenze.» gli dico con cattiveria. Faccio pressione e il ragazzo continua a lamentarsi ma anche a tossire.

«Chi cazzo sei? C-Che vuoi? Che te ne frega di Melina!»

«Me ne frega invece!» gli urlo contro, così forte che la mia voce gli scompiglia i capelli neri e togliendo il piede dal suo petto, lo afferro dalla giacca di pelle.

Lo faccio alzare e lo spingo via da me.

«Ora basta!» esclama.

Si toglie il giubbotto e lo lancia a terra. Ringhia come un animale e il suo respiro è alquanto disumano, di chi non riesce a controllare la rabbia.

La sua pelle cambia colore, come quella dei rettili. Il basilisco ha portato la sua ciurma qui in Sicilia.

Andiamo bene.

Le cose stanno per cambiare in questa città.

Damien fa un passo avanti, fa per attaccarmi, apre perfino la bocca dove spuntano due denti lunghi, come quelli dei serpenti. Gli afferro il collo, impedendogli di mordermi. Il mio tocco è sufficiente, la sua carne diventa nera come l'oscurità che avvolge il mio cuore.

A poco a poco la sua pelle si stacca, finché del suo corpo non rimane niente se non cenere ed esso si disperde nell'aria.

Rilasso i muscoli e mi sistemo il colletto della camicia nera, spolverandomi perfino i pantaloni del medesimo colore.

Mi smaterializzo altrove, comparendo al Covo di Roderick, all'improvviso proprio come gli infarti. Matteo è seduto e tranquillo, mentre chatta al telefono. È in mutande. O meglio i pantaloni stanno in basso, sulle caviglie e la maglietta è messa in modo strano dietro al collo.

Salvatore sputa il latte in faccia a Edoardo nel vedermi.

«E che minchia Totò!»

«Colpa sua!» mi indica.

«Pensavo foste partiti.» dico.

«Ancora no. Devo dirlo a Logan.» ammette Edoardo che si pulisce il viso.

«Dov'è Lucrezia?» chiedo.

«Sul mio letto.» risponde Matteo, «legata con delle manette al mercurio. Non liberatela. Sono arrabbiato per quello che ha fatto a Dulcibella».

𝐓𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐝𝐣𝐚𝐲𝐬 ➳ ᴄᴇɴᴇʀᴇ ᴇ sᴀɴɢᴜᴇ [Terzo Volume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora