𝐌𝐈𝐙𝐏𝐀𝐇: (𝐧.) 𝐭𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐞𝐩 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥 𝐛𝐨𝐧𝐝 𝐛𝐞𝐭𝐰𝐞𝐞𝐧 𝐩𝐞𝐨𝐩𝐥𝐞, 𝐞𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐚𝐥𝐥𝐲 𝐭𝐡𝐨𝐬𝐞 𝐬𝐞𝐩𝐚𝐫𝐚𝐭𝐞𝐝 𝐛𝐲 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐜𝐞 𝐨𝐫 𝐝𝐞𝐚𝐭𝐡.
Julian Madd, 26 anni, è un detective determinato, sicuro di sé e d...
⚠️ AVVERTENZE⚠️ Come anticipato, queste parti della storia saranno più lunghe per ovvi motivi. Il seguente fascicolo — come tutti gli altri — è diviso in diverse parti, ciascuna corrisponde a una data precisa.
A causa delle norme di Wattpad, ho preferito non inserire l'età dei personaggi nei passaggi più violenti, ma ho lasciato la data di nascita, in modo da poter risalire all'età. Se non amate fare i conti e la matematica, chiedo umilmente perdono, so che è una scocciatura.
Si prega di prendere visione dei TW di ogni fascicolo, in quanto tutti diversi tra loro.
🔺TW: Il seguente fascicolo contiene scene di violenza fisica su minori, violenza psicologica, manipolazione, bullismo.🔺 —
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"Pluto is considered too small to be part of the solar system."
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Data di nascita: 22 settembre 1998. Madre: Annika Nguyen. Padre: Connell Moore.
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Occhi verdi, lunghi capelli color cenere e un fisico asciutto. Le guance perennemente arrossate gli donavano un'aria ingenua, mentre le labbra, spesso mordicchiate per il nervosismo, tradivano un animo insicuro. Il naso leggermente all'insù completava il suo viso dall'apparenza delicata.
Gerard Moore era considerato il bambino più angelico della classe, sia per il suo carattere calmo che per il suo aspetto quasi etereo.
Silenzioso, timido, con uno sguardo sempre vigile su ciò che accadeva attorno a lui. Era sempre stato un bambino incredibilmente sensibile.
La sua spiccata empatia era un dono che conquistava i cuori degli adulti, ma anche ciò che lo rendeva diverso agli occhi dei suoi coetanei, che finivano per isolarlo.
I maschietti, in particolare, amavano prenderlo in giro ed etichettarlo come femminuccia. La prima volta che Gerard si sentì chiamare in quel modo aveva solo quattro anni.
Non aveva idea di cosa volessero dire e, nella sua innocenza, non ci trovava niente di male. Pensava che non ci fosse nulla di sbagliato nell'essere una femmina e non capiva nemmeno perché a piangere e ad emozionarsi dovesse essere un tratto esclusivo delle donne. Lasciava sempre perdere: non voleva che quelle etichette gli rovinassero gli anni scolastici.
Sua madre gli ripeteva che un'offesa diventava tale solo se si permetteva a quelle parole di ferire davvero. Così, il piccolo bambino dai capelli cenere, lunghi fino alle spalle, si tappava le orecchie e faceva finta di non sentire.
Provò a farlo anche quando, all'età di nove anni, iniziò a diventare il bersaglio principale dei compagni di classe alle scuole elementari.
I motivi per cui veniva preso in giro sembravano aumentare giorno dopo giorno: il suo fisico magro e poco mascolino, il tono di voce acuto, la pelle che si arrossava facilmente, i capelli lunghi, e persino il forte accento australiano ereditato da sua madre.