9- Nemesism.

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Nemesism: (n.) frustration, anger or aggression directed inward, toward oneself and one's way of  living.

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Julian.

Ero sempre stato convinto che le emozioni e i sentimenti rendessero le persone deboli e vulnerabili. Per questo motivo, tendevo a razionalizzare tutto ciò che provavo, cercando di trovare dietro ogni tipo di emozione e sentimento una spiegazione logica e analitica. Questo approccio mi era stato insegnato quando ero adolescente, i miei genitori mi parlavano spesso di come la paura, la rabbia, la felicità, la tristezza, la sorpresa e qualsiasi altro tipo di modifica psicologica a causa di stimoli interni o esterni potessero rendere le persone fragili.

Non mi sarei mai aspettato nulla di diverso da due persone che erano state cresciute dai miei nonni materni e paterni, i quali erano sempre stati dei genitori emotivamente assenti. Il rapporto con i miei genitori era stato burrascoso durante l'infanzia e l'adolescenza, ma nell'età adulta e grazie alla terapia, iniziai a capire i loro punti di vista e le loro difficoltà. Nonostante non li abbia mai perdonati totalmente, posso dire che avevamo raggiunto un equilibrio sano e stabile.

Non c'era da stupirsi della mia tendenza a razionalizzare tutto: se in parte questo mi aveva tolto molto, sul piano lavorativo mi aveva salvato più di una volta. Ricostruire scene del crimine e interagire con le famiglie delle vittime richiedeva attenzione, la disponibilità a mettersi in discussione e l'empatia per le vittime e le loro famiglie. Tuttavia, era cruciale non lasciarsi coinvolgere emotivamente, poiché questo avrebbe potuto compromettere le indagini. Riconoscevo il fatto che i miei metodi fossero più bruschi e machiavellici rispetto a quelli dei miei colleghi, il che aveva portato alla mia esclusione dalle indagini sul caso di rapimento di Rachel Kelly.

Ethan mi aveva assicurato che mi avrebbe mantenuto aggiornato e mi aveva concesso il permesso di indagare per conto mio e per conto della famiglia. Quest'ultima sembrava fidarsi più di me che della polizia ed era disposta a compensarmi generosamente per il mio lavoro, ma a me di quei soldi non importava neanche.

Dall'interrogatorio di Rachel emerse una storia comune: suo padre gestiva un'industria ed era stato minacciato da un gruppo di giovani criminali poco più che maggiorenni.

Gli avevano dato un ultimatum, quello di pagare una tangente mensile, minacciando di distruggere le sue proprietà in caso di rifiuto. Pur resistendo al ricatto, il signor Kelly aveva scelto di non denunciare il tutto alla polizia, e sembrava che i criminali avessero agito di conseguenza, dato che non ricevettero nemmeno una sterlina.

Il caso venne chiuso con la messa in comunità dei ragazzini coinvolti e il carcere per uno di loro, il quale, a quanto pare, aveva tenuto in ostaggio la donna. La sua identificazione fu possibile grazie alle descrizioni fornite durante l'interrogatorio: alto, occhi scuri, capelli marroni e una brutta cicatrice sulla mano.

Il ragazzo preso era già schedato e aveva un passato con diversi precedenti, nonostante avesse solo ventuno anni. La fortuna aveva voluto che Rachel fosse riuscita a riconoscerlo nonostante fosse ancora incredibilmente scossa. Le indagini accertarono che i casi precedenti non avevano alcuna connessione con quello di Rachel, e la faccenda si concluse.

Eppure, apparentemente, tutto era stato semplice: identificare quei ragazzi, trovarli, arrestarli. La cauzione fu pagata, la prima udienza procedette senza intoppi, e l'avvocato d'ufficio del ragazzo sembrava poco interessato a difendere adeguatamente il suo cliente. Qualcosa non quadrava, qualcosa sfuggiva, e io sentivo che dovevo continuare a indagare perché il mio intuito suggeriva che dietro quei rapimenti si celasse qualcosa di più grande.

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