29- Enigma.

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Enigma: (n.) a person or thing that is mysterious, puzzling or difficult to understand.

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Julian.

Avevo ristretto il mio campo d'azione a due focali priorità: il lavoro e Lilith Andersen. Le indagini sul caso Kelly erano state momentaneamente sospese, limitandomi a inviare una mail alla presunta segretaria di Maxwell Foster, ancora in attesa di una risposta dopo due settimane. Le prime settimane di aprile le avevo dedicate ad assistere l'avvocato Spencer e collaborare con il dipartimento di polizia, nell'attesa paziente che maggio portasse finalmente qualche svolta concreta.

Se il lavoro avesse monopolizzato la mia mente, forse mi sarei sentito meno confuso di quanto mi sentissi realmente. Tuttavia, nella realtà delle cose, mi trovavo a scrivere a Lilith ogni tre giorni, a frequentare il Guys' Night sotto pretesto di accompagnare Kris e Andrew, e a farmi coinvolgere da quest'ultimo in colazioni improvvisate con la sua ragazza, Rose, e Lilith. Avevo persino iniziato a telefonarle per leggerle qualcosa e per addormentarci insieme, e ogni tanto, il mattino seguente, la incrociavo mentre si dirigeva da Vera.

Sì, era patetico. Julian Madd, noto per la sua freddezza, razionalità e disinteresse per legami emotivi, si stava concedendo una piccola, insignificante opportunità con Lilith Andersen, la persona più ostica che avesse mai incontrato.

Forse erano stati i consigli dei miei due migliori amici a spingermi a compiere quel passo, o forse era stato il tono commosso con cui Lilith aveva raccontato della perdita di suo padre. Oppure, potrebbe essere stata la vista dell'ematoma sul suo collo, un'impronta fisica dei suoi tormenti, che mi aveva colpito così profondamente, fino a far nascere in me un impulso di protezione quasi istintivo.

La parte più razionale di me cercava di convincermi che stavo mi avvicinando solo nella speranza di scoprire qualcosa che potesse aiutarmi a fare luce sul caso; ma la verità era che quel caso mi terrorizzava sempre di più. Più procedevo nelle indagini, più l'idea che Lilith giocasse un ruolo fondamentale in quell'ammasso di segreti si faceva concreta.

Avrei rischiato di perderla, in un modo o nell'altro la corrente avrebbe trascinato ognuno di noi in direzioni opposte e io, semplicemente, non ero ancora pronto.

«Ci stai pensando troppo» Andrew bevve un sorso della sua tisana ai frutti di bosco e si abbandonò contro la penisola del divano. «Te l'ho già detto, non c'è niente di male nel lasciarsi andare».

«Durerà comunque poco» sospirai. «Una sola settimana e dovrò rimettermi a lavoro».

«Per me dovresti lasciar perdere il caso Kelly e concentrarti soltanto sulla musicista» alzò le spalle. «Sì, so già cosa dirai: non vuoi e non puoi permettertelo».

«Che bravo, allora mi ascolti quando parlo».

«Certamente, per chi mi hai preso?» mi guardò male, allontanando la tazza dal suo viso. «Vada come vada, sono contento che tu sia più... Sciolto».

«Non è come pensi».

Wilma, la gatta british shorthair dal pelo grigio e dagli occhietti verdi, adottata cinque anni prima dai miei genitori, interruppe la conversazione con un salto aggraziato dalle mie gambe verso Andrew. Poi, con un lieve sbadiglio di stanchezza, ritornò al suo lettino morbido e confortante. Guardandola, avrei desiderato potermi trasformare anch'io in un essere così pacifico.

«Ah no? E come sarebbe?»

«Sto cercando di mettere da parte il rancore perché sento che me ne pentirò» ammisi. «Perché sento che le cose precipiteranno tra un po' di tempo».

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