10- Eleutheromania.

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Eleutheromania: (n.) an intense and irresistible desire for freedom.

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Lilith.

Le coperte morbide del letto di Gerard scivolarono lungo il mio corpo seminudo, venni scossa da una cascata di brividi quando i miei piedi nudi toccarono le mattonelle fredde del pavimento. Mi strofinai gli occhi, controllai l'ora sull'orologio a muro appeso nella stanza del ragazzo ancora dormiente: erano le nove del mattino e avevo dormito circa quattro ore, forse anche meno.

Quella mattina Vera sarebbe stata fuori città con sua madre dai suoi nonni paterni, quindi quel venerdì mattina non avevo fretta e nessuna sveglia aveva interrotto il mio sonno.

Mi ero concessa a Gerard nonostante la stanchezza che mi trascinavo dietro e non fui particolarmente partecipe all'atto, ma avevo bisogno di sentire la pelle di Gerard sulla mia nella speranza di cancellare ogni traccia di Julian Madd dal mio corpo. A dir la verità, quella volta ero stata io a chiedere a Gerard di farlo e lui aveva accettato, dopo avermi ricordato che nascondere i miei problemi dietro al sesso con lui non era una saggia decisione.

Chiusi la porta del bagno alle mie spalle, mi sciacquai il viso e osservai il mio riflesso alle specchio per qualche minuto. Le occhiaie quella mattina erano più evidenti del solito, le mie labbra secche e i miei capelli decisamente devastati. Decisi di fare una doccia, nella speranza di lavare via la stanchezza.

L'acqua calda scivolava lungo il mio corpo, cercando di portare via con sé il peso delle scelte e delle emozioni confuse. Nel vapore della doccia, riflettevo sul mio comportamento e su come il desiderio di scappare dalla realtà mi aveva condotto a cercare conforto nelle braccia di Gerard. La colpa si mescolava con la tensione accumulata e il vapore, creando un'atmosfera densa nel bagno.

La nostra relazione era un intricato groviglio di emozioni represse, una sorta di patto silenzioso in cui entrambi cercavamo rifugio temporaneo dai nostri demoni interiori. Gerard e io ci perdevamo nei corpi l'uno dell'altro, cercando una via di fuga dal mondo che sembrava crollare intorno a noi. Una storia di desiderio fisico, senza legami profondi, ma con la consapevolezza condivisa di essere entrambi naufraghi in cerca di un approdo momentaneo.

Il riflesso nello specchio mi restituiva l'immagine di qualcuno che cercava di nascondere la propria disperazione dietro un velo di indifferenza. La pelle marcata da segni di una notte di passione vuota e senza significato, i miei occhi opachi tradivano una tristezza che non riuscivo a celare. La doccia non era riuscita a cancellare i rimorsi, ma aveva lavato via almeno fisicamente il peso di una scelta impulsiva e dannosa.

Mi avvolsi nel suo accappatoio, che, troppo grande, si adattava come un caldo abbraccio. Pettinai i capelli con delicatezza, asciugandoli con il minimo rumore per non disturbare il sonno di Gerard.

Nella mia borsa avevo sempre un cambio di biancheria intima, sebbene non ci fosse alcun motivo valido per farlo. Indossai il reggiseno e gli slip, infilandoli con una leggera sensazione di freddo, e optai per i vestiti del giorno precedente, notevolmente più comodi rispetto alla sottospecie di divisa imposta dal lavoro.

Rose mi chiedeva spesso il motivo per cui dovevo indossare quei pantaloni troppo stretti e quella maglietta di una taglia più piccola, e io rispondevo che non ne avevo idea. In realtà, il proprietario avrebbe voluto tranquillamente metterci in mutande pur di attirare clienti e guadagnare, ma si limitava a farci indossare indumenti stretti che risaltavano al meglio le nostre forme.

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