0- Mizpah.

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Mizpah: (n.) the deep emotional bond between people, especially those separated by distance or death.

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Il sangue che colava dall'addome della ragazza distesa dava colore alla neve candida che copriva l'intero manto stradale. I tratti delicati del suo viso erano tesi in una smorfia di dolore, mentre con le mani si premeva la ferita da sparo.

«Ti avevo detto di rimanere dentro» la voce rotta del ragazzo arrivò ovattata alle orecchie di lei, riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti e a rimanere cosciente.

Glielo aveva detto davvero, l'aveva avvertita più volte, l'aveva pregata e uno come lui non pregava mai nessuno. Con le mani chiuse attorno ai suoi polsi e lo sguardo impaurito di chi teme di perdere l'unica persona di cui gli sia mai importato davvero, Julian le aveva espressamente detto di non uscire dal locale. Ma lei era una testarda di prima categoria, lei odiava gli ordini e i consigli, lei odiava dover essere accondiscendente e annuire per rimanere in disparte mentre gli altri rischiano la pelle.

«Julian...»

«No, non dire niente» la fermò lui e nello stesso istante un colpo di tosse le scosse il corpo, causandole una fitta alla ferita aperta e sanguinante.

«Stanno arrivando! I soccorsi stanno arrivando!» urlò qualcuno, ma Lilith non riusciva a capire di chi si trattasse.

I secondi passavano velocemente e lei iniziava a fare un'enorme fatica a tenere gli occhi aperti. Le mani di Julian premute sulle sue nel tentativo di fare pressione sulla ferita, nella speranza di attenuare la perdita di sangue, gli occhi terrorizzati di lui come non si erano mai visti, la neve macchiata dall'intenso colore rosso.

Sono riuscita a rovinare anche il candore della neve, con il mio sangue, pensò Lilith.

«Ti prego, ti prego resta con me» mormorò Julian quasi disperato, con la voce rotta, il tono di chi si sentiva scivolare tra le mani la vita dell'unica persona che abbia mai amato in ventisette anni di vita.
«Non posso... Io non posso perderti di nuovo».

«Oh, Julian...» le labbra secche e violacee di lei si piegarono in un debole sorriso, «forse... forse io e te non ci siamo mai persi davvero, o forse non ci siamo mai ritrovati».

Queste furono le sue ultime parole prima di serrare le labbra e chiudersi nel silenzio più rumoroso di sempre, prima di perdere totalmente i sensi. L'ultima cosa che vide furono le lacrime salate rigare il viso di Julian, la sua bocca muoversi per pronunciare qualcosa, forse preghiere disperate rivolte a un Dio in cui non credeva. Ma Lilith non era più lì con lui, Lilith era totalmente incosciente, Lilith era inerme.
In silenzio, tra le braccia di Julian e della morte. Così vicini, così distanti.

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SPAZIO AUTRICE.
Bene bene, vediamo se mi ricordo ancora come si fa.
Sono passati anni dall'ultima volta che ho scritto uno spazio autrice. Mai mi sarei aspettata di tornare qui, di riprendere a scrivere e ritrovare il coraggio di pubblicare una storia. Non so se verrà mai letta e apprezzata, non so se qualcunx possa essere effettivamente interessatx a leggere di nuovo una mia storia, ma eccomi qui insieme ai due nuovi protagonisti: Lilith e Julian.
Nella speranza di essere letta vi auguro buona lettura e, soprattutto, buona avventura.
Con affetto,
Nyx.🥂

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