Capitolo 32

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* ATTENZIONE*. Alcune scene di questo capitolo potrebbero essere disturbanti per dei lettori sensibili*




La stessa sera, James raggiunse la casa di Jennifer, a Ressy Road. Aveva chiesto a Sebastian di prestargli la sua moto, aveva bisogno di vedere Jennifer il prima possibile. Con una certa disperazione nella voce, parlando all'amico, aveva dipinto quella faccenda da sistemare come qualcosa di urgente, qualcosa che non poteva essere rimandato. Lui non avrebbe voluto ma James lo aveva implorato, avrebbe fatto un'eccezione. Sebastian aveva sicuramente frainteso le intenzioni di James. 

Jennifer corse verso la moto parcheggiata a pochi metri dalla strada, con in spalla il casco a mo'di borsetta. Si salutarono con un rapido abbracciato seguito dallo scambio di banali convenevoli.

Erano diretti alla collina Arcobaleno, a nord-ovest di Grove town, vicino a Tancy village. Veniva chiamata "Arcobaleno" per la moltitudine di colori delle tante specie di fiori presenti sulla cima. Trasformavano il prato della collina in una lunga distesa ricoperta di coriandoli carnevaleschi. James voleva guardare le stelle con lei mentre si fumavano un grammo o due della sua migliore erba, o questo è ciò che le aveva detto; Jennifer aveva accettato senza esitare. James guidava con la massima calma, la strada era buia, in quelle curve sporche di terra e poco frequentate  poteva uscire dalla boscaglia laterale una volpe o un cinghiale in qualsiasi momento. Il cielo notturno era terso di nuvole ma brulicante di stelle, facevano ventiquattro gradi, levigati ad arte dalle ventate di aria fresca tipica della montagna. Arrivarono a destinazione a mezzanotte in punto.

Pochi minuti dopo stavano fumando, distesi sul prato umido. L'odore pungente dell'erba bagnata li rilassava, aumentava l'immersione in quella natura incontaminata. Il braciere della canna brillava ad intermittenza come una lucciola. Jennifer passò lo spinello a James, era rimasto l'ultimo tiro, ma la spense direttamente.

<< Scusami per l'altra volta, ma non ho avuto scelta>> James fece cenno di non preoccuparsi, << Non hai avuto scelta, capisco...>> si interruppe. << Spogliati >> disse, cozzando totalmente con la situazione che si era creata. Rifiutava ogni forma di romanticismo con Jennifer, dopotutto non era mai stato il suo ragazzo, la dolcezza aveva perso la sua ragione d'essere. << Sì >> rispose lei meccanicamente. Iniziò a spogliarla, con foga crescente. Tirò via il cardigan e le strappò con forza il reggiseno senza neanche slacciarlo, la prese da dietro tenendola per il collo, la ragazza gemette, non era giusto. Non era giusto che anche lei godesse, iniziò a stringerla sempre più forte, ogni botta ne seguiva un'altra più intensa e violenta, i piacevoli gridolini di lei si tramutarono rapidamente in mugolii di dolore. Aumentava gradualmente la forza della presa al collo di lei << Mi stai facendo male!>> disse lei con un filo di voce << Aspetta>>

<< James! >>

<< Ho finito, scusami, ero preso dal momento>>

<< Riportami a casa >> disse Jennifer rivestendosi, lasciò il reggiseno bianco per terra, non poteva più rimetterlo, il ferretto era saltato. James salì sulla moto e si infilò il casco << Va bene, ma prima che sali, puoi prendermi quel fiore rosa dietro a quell'albero? Voglio portarlo ad Adam come segno di scuse, so che a lui farebbe davvero piacere avere un fiore così raro >> Jennifer non voleva accontentarlo, ma James era stranamente aggressivo quella sera, ebbe paura a non accontentarlo. Si diresse verso l'albero con tutta la svogliatezza che riusciva a trasmettere << Questo? >> James diede un rapido sguardo <<No, quello pochi metri più su, l'anemone rosa >> ringraziò mentalmente Adam, in quella situazione era grato di sapere che quello fosse un anemone. Quando Jennifer arrivò al fiore, a circa venti metri dalla moto di James, lui ripartì di scatto << Scusami, non posso riportarti! Ci vediamo domani così ti tiro su il morale con una scopata! >>. Sgommò via scoppiando in una fragorosa risata << Ora stiamo pari >> disse tra se e se. << James! Non puoi lasciarmi qui! >> gridò invano lei, ma James si era già volatilizzato nella notte. Jennifer era rimasta sola alla collina Arcobaleno, non riusciva a pensare lucidamente, stava per avere un attacco di panico, chi poteva chiamare, non i genitori, a quell'ora dormivano già da due ore, nemmeno Gary o chiunque dei Poisoned, nessuno di loro si sarebbe preso la briga di percorrere quella strada pericolosa e buia di notte per una come lei. Aveva allontanato chiunque le avesse voluto bene. Prima Gary, poi James. Non aveva più nessuno su cui fare affidamento, forse era lei il problema. Si distese nell'erba sotto un robusto albero per ripararsi dalle raffiche di vento, sistemò attaccati parallelamente una quindicina di rami caduti e li ricoprì con del fogliame, simulando un giaciglio meglio che poteva. Usò la borsetta come cuscino. Risultava troppo piccola e scomoda. Non aveva altra scelta che aspettare. Dovette passare tutta la notte lì, in compagnia del freddo e di periodici attacchi di pianto. Per poi chiamare i genitori la mattina seguente.

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