Sfumature di giovinezza

Capitolo 6

Erano le diciotto e  trenta quando finalmente Allison arrivò al Fennek, Adam la stava aspettando in piedi accanto all'entrata del bar. Quando la vide arrivare, le andò incontro, dovette trattenersi dal chiederle come prima domanda il perché lei si portasse dietro un passeggino. << Ally! Come stai? >> era cambiata molto fisicamente, il viso risultava più scavato di come lo ricordasse. << Ciao Adam, tutto bene, tu invece che mi racconti >> Adam guardò il passeggino << Tutto nella norma, ma dimmi, fai la babysitter ora? >> Allison non poté trattenere una risata amara, abbassò lo sguardo sul neonato nel passeggino e gli accarezzò dolcemente la guancia destra << No... magari, è mio figlio, devi scusarmi per averlo portato qui, ma non sapevo a chi altro lasciarlo >> Adam spalancò gli occhi e aggrottò la fronte, mentre d'istinto si scusava a gesti << Cosa? Tuo figlio, è bellissimo, come si chiama? >> Allison impiegò qualche secondo per rispondere << Si chiama Isaac, ha tre mesi, vuoi prenderlo in braccio? >> disse porgendo il bambino a lui

<<  Ti assomiglia molto, sai? ha i tuoi occhi >> disse mentre giocava con delicatezza con la mano del bambino, << Ora capisco perché non hai bevuto caffè ultimamente>>

<<Grazie, è la mia vita, ma delle volte non smette mai di piangere, sono state giornate pesanti...>> mentre guardava Adam scherzare dolcemente con il figlio, si chiese se non avesse sbagliato compagno, quella scena ai suoi occhi appariva famigliare, quasi più corretta di come non fosse stata realmente,  la mente sfuggì al suo controllo e in un attimo immaginò una realtà differente. Il padre di suo figlio sarebbe potuto essere Adam, se dieci anni prima lo avesse perdonato. Lui non sarebbe scappato dai suoi doveri.

 << Ma dimmi, il padre lo conosco? >> Lo sguardo di Allison tornò alla realtà, si fece più serio,  più amaro, il passato ormai non poteva essere cambiato  << Non penso che tu conosca il padre, perfino io pensavo di conoscerlo bene, invece mi sbagliavo >> riprese il bimbo e lo poggiò delicatamente nel passeggino << Voglio essere sincera con te, appena ha scoperto che ero incinta, ci ha abbandonato >> Adam rimase pietrificato da quelle parole, aveva toccato un tasto dolente << Mi dispiace...>> tentò in maniera maldestra di cambiare discorso << Il lavoro invece? Io sono riuscito a diventare architetto di esterni, mi occupo principalmente di strutture per i giardini >>

<< Sono felice per te, sarai bravissimo >>

<< Dimmi di te, invece >>

 << Sono una wedding planner, almeno non posso lamentarmi del mio lavoro >> si interruppe << Hai detto che ti occupi di giardini giusto? >> Adam fece cenno di sì << Lasciamo perdere il caffè allora, devo mostrarti una cosa >> continuò lei.

Durante il viaggio i due non dissero una parola, Adam non riconosceva più quella che un tempo era stata prima sua amica e poi fidanzata. Dopo una ventina di minuti di silenzio, arrivarono alla collina Arcobaleno. Adam fu il primo ad uscire dall'auto << Ho riconosciuto la strada, questa è la collina Arcobaleno >> Allison scosse la testa << Almeno questo è ciò che ne rimane, è stato appiccato un incendio qui, c'è chi dice siano stati dei piromani, e chi pensa che siano stati dei concorrenti in affari di un ristorante che prendeva i suoi fiori per cucinare da questo posto, comunque sia, è davvero un peccato >> Adam fece una rapido giro della collina, camminava evitando alte zolle di terra e piccole buche coperte da residui di cenere << Sai quanto io ami i fiori, questo era uno dei miei posti preferiti, è davvero triste vederlo ridotto così, tutto grigio. >> Allison si chinò e raccolse una manciata di terra << Sai Adam, il comune ha tentato di ripiantare dei semi, ha cercato di ricreare la collina Arcobaleno, ma qui non cresce più nulla, la terra è sterile, penso ci abbiano messo del sale o qualcosa del genere, ti ho portato qui perché so che ci tieni tanto ai fiori e magari, tu che sei esperto potevi trovare una soluzione alternativa per revitalizzare questo cimitero >> Adam scosse la testa << Se la terra è diventata sterile, c'è poco da fare, ma ci penserò, è una promessa. >>