Vendetta

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Avevo in testa da tutto il giorno la giornata di ieri passata con Alvin.
Portavo ancora il suo anello di fidanzamento, non l'avevo ancora tolto e probabilmente non l'avrei mai fatto. Per me era un tesoro di inestimabile valore.
Quella mattina non avevo ascoltato per niente i professori, continuavo a disegnare sul mio quaderno dei cuoricini sopra la scritta "Melody+Alvin".
Ovviamente stavo ben attenta a non farmi vedere né da Alvin, che di fianco a me ascoltava attentamente la lezione (come al solito), né dal professore.
Qualche volta osservavo Alvin con la coda dell'occhio, mi piaceva guardarlo mentre prendeva appunti sul suo quaderno...con quella sua mano affusolata e quella calligrafia così...
- signorina! Ha intenzione di seguire la lezione oppure preferisce continuare a fissare il suo compagno ancora a lungo? - mi rimproverò il professore.
Tutta la classe rise di me e io arrossii.
Stronzo...
- scusi - risposi infine.
Il professore riprese a parlare e io abbassai lo sguardo. Non avevo il coraggio di guardare Alvin...dovevo averlo fatto morire di imbarazzo!
Ero proprio una pessima fidanzata...
Cominciamo bene.
Suonò la campanella e tutti uscirono dalla classe per pranzare.
Quando in classe restammo solo noi due, mi feci coraggio.
- mi dispiace di averti fatto fare una figuraccia Alvin, è solo colpa mia, sono una pessima fidanzata! - gli dissi rossa in viso.
Lui mi guardò negli occhi e mi sorrise.
- sei una fidanzata perfetta, è normale non poter fare a meno di fantasticare sul proprio ragazzo, soprattutto se è bello come me -
- che scemo -
Risi insieme a lui.
Uscimmo dall'aula e ci avviammo insieme verso il nostro solito tavolo.
Ma ad un tratto mi fermai.
- che c'è? - mi chiese Alvin.
- ho scordato una cosa, tu intanto vai io ti raggiungo - gli dissi tornando indietro.
Avevo dimenticato il mio diario sotto al banco, quel giorno ero particolarmente distratta.
Entrai nell'aula, lo presi e uscii in fretta.
I corridoi erano completamente vuoti...
Era sempre così in pausa pranzo, girava qualcuno solo per andare in bagno.
Stavo per raggiungere Alvin, ma appena voltai l'angolo mi bloccai.
- ciao bella -
Davanti a me c'era Nicole...e non era sola!
Alla sua destra c'era Sara. Era una stronza, ogni settimana cambiava fidanzato, si divertiva ad usarli per i propri scopi, loro le facevano i compiti e lei li...soddisfaceva. Faceva così per un po' poi quando loro si accorgevano che il suo non era amore, li scaricava e se ne procurava subito uno nuovo. Tutta la scuola lo sapeva ma c'erano ancora alcuni ragazzi che nonostante ne fossero a conoscenza non resistevano al suo fascino.
Alla sua sinistra c'era Viola. Era quella che del trio mi spaventava di più, era una bulla. Stava sempre per conto suo e frequentava persone più grandi di lei. Avevo sentito varie voci sul suo conto...non era una ragazza con cui conveniva scherzare. Sapevo che aveva un ragazzo di nome Rayan, ma nessuno l'aveva mai visto perché andava già all'università.
Conoscevo entrambe ma non mi era mai passato nemmeno per la testa di provare a parlarci...soprattutto a Viola.
- cosa vuoi Nicole? - chiesi serrando i pugni.
- lo sai cosa voglio, te l'ho già detto e non sono una a cui piace ripetere i concetti, capisci? -
Non le risposi e continuai a guardarla negli occhi.
- presumo che tu conosca già Sara e Viola... - continuò Nicole indicando prima una e poi l'altra.
Rimasi zitta.
- che succede? Hai perso l'uso della parola? - mi chiese Nicole con un ghigno.
Le tre avanzarono e io indietreggiai d'istinto.
- non vi avvicinate... - mormorai
- altrimenti che fai? Vuoi metterti contro noi tre per caso? -
Loro continuarono ad avanzare e io mi ritrovai presto spalle al muro.
Notai che Sara e Nicole avevano lo stesso sorrisino impertinente mentre Viola era impassibile e se ne stava lì a braccia conserte. Sembrava annoiata.
- Melody hai raggiunto il limite, ti avevo detto di non avvicinarti al mio ragazzo...ti avevo anche mandato una lettera e invece...quell'anello dovrebbe essere mio! Adesso la pagherai cara stronzetta! Sara, Viola, sapete cosa fare -
Sara mi balzò addosso e mi bloccò i polsi. Mi dimenai, provai ad urlare ma lei mi tappò la bocca. Scalciai, ma Viola mi prese le gambe. Le provai tutte ma nonostante i miei sforzi non riuscii a liberarmi.
Mi tirarono su e il mio zaino rimase a terra insieme al diario.
Nicole le aiutò a tenermi ferma, poi tutto accadde in pochi minuti.
Mi portarono in un vecchio sgabuzzino, non ci entrava più nessuno da tempo e dentro c'erano vecchie scope, una pila di sedie rotte e delle mensole vuote.
Nicole chiuse la porta, Sara e Viola mi buttarono a terra, ma Viola si mise subito sopra di me bloccandomi.
- lasciami! Aiuto! - gridai più forte che potevo ma nessuno poteva sentirmi e anche Nicole me lo rinfacciò.
- nessuno può sentirti troietta! - mi disse.
Sara tirò fuori del nastro adesivo e una corda. Mi legarono polsi e gambe.
Strapparono tre pezzi di nastro adesivo. Voltai la testa e provai a tirarmi indietro, gridavo. Viola mi bloccò la testa e le altre due riuscirono a sigillarmi la bocca.
- così starai zitta per un po'- disse Sara ridendo insieme a Nicole.
Viola non rise, al contrario sembrava infastidita da quella faccenda.
La guardai supplichevole, ma lei distolse lo sguardo.
- andiamo - disse alle altre.
- questo lo prendo io - disse Nicole sfilandomi l'anello dal dito e mostrandomelo.
- così imparerai a metterti contro di me - ringhiò Nicole prima di andarsene.
- ci si vede Melody....o forse no - ridacchiò Sara prima di sbattere la porta e chiuderla a chiave.
All'inizio continuai a dimenarmi, provai a far allentare il nastro adesivo che mi sigillava la bocca, ma senza risultato.
Dopo un po' mi arresi. Le lacrime mi bagnavano il viso, non sapevo cosa fare.
Alvin, Lucia, Luke, Dilan, Vincent....vi prego venite ad aiutarmi.
Piansi ancora più forte...lì dentro mi sentivo minuscola. Era buio, non vedevo niente ed ero spaventata a morte.
Non so per quanto tempo rimasi lì....fatto sta che ad un tratto sentii una voce chiamarmi.
Alvin!
La sua voce scaturì in me una grande determinazione.
Era la mia occasione...
Smisi per un attimo di piangere.
Con qualche movimento riuscii a trascinarmi verso la porta e scalciai coi piedi più forte che potei nella speranza di farmi sentire.
Battei diversi colpi e alla fine sentii delle voci che si avvicinavano.
A quel punto sbattei i piedi sulla porta ancora più forte e sentii la voce di Lucia dietro la porta.
- ragazzi! È qui! - disse.
Sentii i passi degli altri avvicinarsi. Qualcuno provò ad aprire la maniglia ma la porta era chiusa.
- d'accordo ragazzi, bisogna sfondare - sentii dire da Alvin.
Mi spostai più indietro in modo che non mi venissero addosso una volta sfondata la porta.
Dopo averci provato un paio di volte, i ragazzi riuscirono ad aprirla e io ringraziai il cielo che quella porta fosse così vecchia.
- o mio dio, Melody! -
Lucia corse da me.
Luke accese la luce e io ricominciai a piangere.
Stavo tremando.
Luke, Dilan, Alvin, Lucia, Vincent. Ci sono tutti, sono venuti, sono venuti a salvarmi...
Pensavo che fosse un miracolo.
Alvin si inginocchiò immediatamente davanti a me.
- non preoccuparti Melody, siamo qui adesso...ssssh - disse stringendomi a sé e tentando di tranquillizzarmi.
- questo farà un po' male - mi disse Vincent prima di strapparmi il nastro adesivo dalla bocca.
Non gridai, ero troppo contenta che i miei amici mi avessero trovata.
Lucia, Dilan e Luke mi slegarono gambe e polsi e io fui dinuovo libera di muovermi.
Alvin mi aiutò ad alzarmi e Lucia mi abbracciò.
- mi hai fatta morire di paura, pensavamo che fossi morta! - disse stringendomi.
- non esagerare... - disse Dilan.
Lucia si staccò da me.
Non riuscivo a parlare,avrei voluto raccontare tutto, ma l'unica cosa che dissi fu:
- hanno rubato il mio anello -
Continuavo a piangere, era stata un'esperienza orribile, non l'avrei augurata a nessuno.
- chi se ne importa dell'anello! A me interessa che tu stia bene - mi disse Alvin stringendomi ancora una volta.
- voglio andare a casa... - mormorai.
- noi andiamo ad avvertire i professori che ti abbiamo trovata e che in queste condizioni è meglio che Alvin ti riaccompagni a casa - disse Lucia.
Luke e Lucia si avviarono. Vincent mi lanciò un'ultima occhiata come per dirmi "andrà tutto bene" e poi li seguì.
Difficile pensare che sarebbe andato tutto bene, ieri pensavo di aver avuto la giornata più bella della mia vita e mi sentivo al settimo cielo...era impossibile pensare che dopo una giornata così, il giorno dopo potesse succedere una cosa talmente orribile.

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