Il compleanno di Melody

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Sentii il rumore delle tende che venivano tirate e, subito dopo, la finestra aprirsi.
Aspettai che la persona entrata in camera mia uscisse e quando finalmente i passi si allontanarono aprii gli occhi.
La prima cosa che notai appena sveglia fu un mazzo di fiori appoggiato sul cuscino di fianco al mio.
Li presi in mano e li annusai. Erano bellissimi.
Attaccato al fiocco rosso che li legava c'era un biglietto con su scritto "buongiorno amore".
Riconobbi che era il corsivo di Alvin ancora prima di leggere.
Mi alzai e appoggiai i fiori sulla scrivania per andare a vestirmi.
Ero sorpresa di aver trovato quei fiori, non me li aspettavo. Appena fossi scesa avrei dovuto ringraziarlo con un bacio per il bel pensiero.
Mi sistemai i capelli davanti allo specchio e mi osservai soddisfatta.
Essendo andata a dormire prima del solito la notte prima ero più riposata e le occhiaie erano sparite. Non sapevo perché ma mi sentivo energica e pronta ad affrontare la giornata con positività.
Appena scesi di sotto trovai Alvin intento a sistemare gli ultimi ritocchi sulla tavola con sopra una ricca colazione.
Non mi aveva vista, perciò scesi le scale senza fare rumore e lo abbracciai da dietro.
Alvin si girò e mi prese per la vita. Io allacciai le braccia al suo collo e lo baciai.
- quei fiori erano bellissimi, grazie -
- solo il meglio per te sirenetta -
Mi prese per mano e mi fece sedere a tavola. Aveva preparato un sacco di cose deliziose, pane e marmellata, dei muffin al cioccolato, delle paste con il ripieno alla crema e ovviamente i suoi famosi pancake che non mancavano mai.
Sono in paradiso...
Guardai la colazione con gli occhi quasi fuori dalle orbite e la bava alla bocca.
Mi viene il diabete solo a guardare...
Al centro tavola aveva messo un vaso con dentro una rosa. Dava un tocco di eleganza al tutto.
- perché rimani lì a guardarla? Puoi mangiare - mi disse lui con un sorriso.
- non lo so, è troppo bella, sarebbe un crimine rovinarla -
Lui rise, anche se era la verità. Le avrei volentieri fatto una foto prima di cominciare a mangiare...
- ho già fatto io le foto -
Alvin tirò fuori il suo cellulare dai jeans e mi mostrò lo schermo.
Decisi che il giorno dopo le avrei inviate a Lucia, sarebbe morta di invidia.
Gli sorrisi e alzai una mano. Non sapevo da dove iniziare, c'era l'imbarazzo della scelta. Alla fine cominciai con uno dei muffin.
- li hai fatti tu? - chiesi.
- ho fatto tutto io...con un piccolo aiuto da parte di mia zia è chiaro -
Guardai quel muffin come se fosse l'ultimo lingotto d'oro rimasto sulla faccia della terra.
- è troppo buono, sto commettendo un delitto -
- mangia finché vuoi, mi fa piacere. Ci ho messo tutta la mattina a cucinare -
Davvero aveva fatto questo per me? Si era alzato di mattina presto per prepararmi la colazione insieme a sua zia?
- è una cosa molto dolce - gli dissi.
- è stato divertente in realtà, non so da quanto tempo non vedevo mia zia così spensierata come stamattina. Poi è dovuta andare a lavoro ed è tornata quella di sempre -
Alvin si era seduto di fianco a me e mi stava raccontando come si erano divertiti in cucina. Mi dispiaceva che questi momenti capitassero di rado, avrei voluto che fosse così sempre.
- tu non mangi? - gli chiesi finendo i pancake.
- ho già fatto colazione prima che scendessi, sono pieno -
Mi pulii la bocca con il fazzoletto e gli sorrisi.
- che si fa oggi? -
- loro arriveranno tra pochi minuti -
- cosa? Loro chi? -
Prima che Alvin potesse rispondermi il campanello suonò.
Il mio ragazzo aprì la porta e fece segno di entrare agli ospiti che scoprii poi essere Lucia, Sara e Viola.
- e voi che ci fate qui? - chiesi sbalordita.
- tu vieni con noi, ti portiamo a fare shopping - disse Lucia.
- shopping? Ma... -
- niente ma, poche chiacchiere, sù sù sù! -
Venni letteralmente trascinata fuori casa senza ricevere spiegazioni. Lanciai un'occhiata ad Alvin ma lui non sembrò accorgersene.
- divertitevi - disse solamente chiudendo la porta.
Guardai la macchina parcheggiata davanti casa.
- di chi è? - chiesi.
- mia - rispose Viola.
- Viola tu...hai la macchina!? -
- certo che no, questa è di Rayan -
- te l'ha prestata? -
- si. Non preoccuparti, ho la patente -
Viola si mise al posto di guida, Lucia si andò a sedere di fianco a lei mentre io e Sara salimmo dietro.
Viola accese la macchina e ingranò la marcia.
Per poco non andò a sbattere contro l'auto parcheggiata dietro, ma si fermò in tempo.
Io mi ero aggrappata al sedile di Lucia, Sara si teneva stretta con le unghie al suo e Lucia si era ancorata alla portiera.
- ops, scusate. Ho sbagliato pedale - disse Viola impassibile.
Io, Lucia e Sara ci scambiammo un'occhiata e allacciamo le cinture contemporaneamente.
Viola finalmente partì schiacciando il pedale giusto.
Questa sarà una lunga giornata.

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