- Alvin che cosa è successo? -
Ero appena entrata in classe, sapevo che il professore se ne sarebbe accorto, dopotutto aveva un taglio sul labbro e anche dei lividi ben evidenti.
Tutti gli altri stavano bisbigliando fra di loro e il professore richiamò il silenzio. Poi si voltò verso di me.
- Melody, dove sei stata? -
- mi scusi, ero al bagno - mentii.
Il prof annuì e mi fece segno di sedermi.
Un po' impacciata mi avvicinai ad Alvin e mi sedetti di fianco a lui.
- allora? - insistette il professore pretendendo spiegazioni da Alvin.
Lui alzò le spalle.
- una rissa, scusi non arriverò più in ritardo -
Alle sue parole il professore spalancò gli occhi e i nostri compagni rimasero a bocca aperta.
Era risaputo che Alvin fosse il perfetto esempio dello studente modello, era anche affascinante oltre ad essere intelligente. Insomma, era perfetto. Sapere che il bel saputello aveva fatto a botte doveva averli scioccati.
Il professore aprì la bocca un paio di volte come per dire qualcosa, non sapeva nemmeno lui cosa dirgli.
- beh...vai in infermeria, questa volta passi perché sei uno studente modello e ho fiducia in te ma è meglio che non ricapiti più altrimenti sarò costretto a riferirlo al preside -
- certo professore -
- questa cosa vale anche per voi ragazzi - disse il professore riferendosi alla classe in generale.
Alvin si alzò e uscì dall'aula sbattendo la porta e facendo voltare tutti.
Rimanemmo un po' basiti dal suo comportamento. La cosa peggiore era che io mi sentivo la causa, ero io che lo mettevo di mal umore...
Mi sento peggio di stamattina
Il professore camminò verso di me.
- è successo qualcosa? - mi bisbigliò.
- diciamo che tra noi e i suoi amici le cose non stanno andando troppo bene... -
Il prof annuì come per dirmi che comprendeva a pieno la situazione, poi si allontanò e cominciò la lezione.
In quel momento capii la differenza tra Alvin e Vincent.
Vincent era bello, intelligente e interessante. Sapeva quel che voleva e trovava sempre il modo di ottenerlo. Era un playboy, non amava i giri di parole e il suo motto era "non si parla, si agisce".
Alvin era buono, gentile, si era preoccupato per me fin dal primo istante. Non era rude come Vincent, faceva le cose con calma. Quando mi baciava lo faceva con dolcezza, non voleva farmi male, pensava più a me che a se stesso.
Erano due opposti, Vincent credeva di amarmi e invece voleva solo il mio corpo, era rimasto accecato dalla mia bellezza come tutti gli altri. Alvin invece mi amava davvero, mi avrebbe amata anche se fossi stata umana dalla nascita, anche se mi avesse incontrata in un bar a fare colazione per caso...i suoi occhi si illuminavano quando ridevo e sorrideva quando arrossivo, amava pregi e difetti, mi amava anche quando lo asfissiavo e quando non lo meritavo...proprio come in quel momento. Era arrabbiato ma sapevo che mi aveva già perdonata, mi aveva perdonata ancora prima che gli dicessi cosa gli avevo fatto...ed io ero follemente, perdutamente, pazzamente innamorata di lui.Al suono della campanella trovai Alvin in corridoio seduto per terra, appoggiato al muro. Stava riflettendo, quando pensava aggrottava sempre un po' le sopracciglia, in un modo che io trovavo irresistibile.
Gli studenti gli passavano davanti, qualcuno gli lanciava delle occhiate ma poi lasciava perdere e tirava dritto, qualcun'altra lo guardava da lontano ammiccando. Ma ormai lui ci era abituato e non faceva fatica ad ignorarle.
Sospirai e andai verso di lui.
Sapevo che mi aveva vista arrivare ma non alzò lo sguardo su di me e tantomeno mi salutò.
- hey... - lo salutai per prima.
- hey -
Per fortuna il suo tono sembrava gentile, forse avevo ancora qualche speranza.
Lasciai cadere lo zaino e mi sedetti di fianco a lui circondandomi le ginocchia con le braccia.
- che stai facendo? - mi chiese lui.
- sto seduta per terra di fianco a te, non vedi? -
Anche lui era seduto nella mia stessa posizione.
- non devi andare in classe? -
- la lezione può aspettare, sono venuta qui per pensare - gli risposi.
- ma così i professori si arrabbieranno -
Io feci spallucce.
- che mi importa? Posso inventare una scusa sul momento -
- tipo quella del bagno? -
- esattamente - dissi sorridendo.
Restammo zitti per un po' poi io aggrottai le sopracciglia proprio come lui e lo imitai.
A quel punto lui alzò lo sguardo su di me e rise.
- io non faccio così -
- si invece - gli dissi voltandomi a guardarlo.
- no, non è vero, nel modo in cui lo fai tu sembra ridicolo -
- perché lo è -
- il mio modo di pensare è super sexy, il tuo è molto ridicolo - rispose ridendo sotto i baffi.
- hai detto che sono ridicola? -
- no, ho detto che la tua imitazione è ridicola, non stavo di certo approfittando di questo momento per darti della pagliaccia -
- certo -
All'inizio scoppiammo entrambi a ridere, poi tornammo seri e distolsimo lo sguardo...di nuovo.
- Alvin... -
- Melody... -
Ridacchiammo.
Non ci credo che abbiamo parlato in contemporanea proprio come succede in quei film d'amore.
- prima tu - mi disse.
- volevo dirti che mi manchi, senza di te le giornate sono strazianti -
Arrossii un po', non avevo mai detto una cosa così mielosa a qualcuno. Ma mi ero imposta di farlo perché sapevo che se lui fosse stato al mio posto avrebbe detto lo stesso.
- credevo che mi volessi dire che sono stato un idiota a prendere a pugni Vincent -
- si, volevo dirti anche quello -
Sorridemmo entrambi e io mi schiarii la voce.
- insomma, io ho bisogno di te, lo so che viviamo nella stessa casa ma non è uguale se so che sei arrabbiato con me...probabilmente non stai capendo nulla di quello che sto dicendo, anzi, non lo capisco nemmeno io, non so perché ti sto raccontando tutte queste stupidaggini-
- non sono stupidaggini...mi hai sorpreso, non ti avevo mai sentita dire parole del genere -
- è la verità... -
Ci fu un altro momento di silenzio che poi venne spezzato dalla campanella.
- mi sa che dobbiamo proprio andare ora - mi disse.
Io mi voltai e lo guardai negli occhi.
- come farò a capire se avrai deciso di perdonarmi o di...lasciarmi? -
Lui mi guardò in modo dolce, mi amava proprio questo ragazzo.
- alla fine delle lezioni aspetta all'uscita, se sarò lì ad attenderti avrò deciso di perdonarti e se invece sarò già tornato a casa... -
- okay...ho capito -
Lui annuì e ci alzammo in piedi. Presi lo zaino da terra e camminammo in silenzio verso l'aula.
Eravamo davanti alla porta, Alvin stava per aprirla.
- aspetta -
Lo fermai prendendogli il braccio.
Lui si girò verso di me e mi guardò confuso.
Scattai in avanti e lo abbracciai forte, lui ricambiò ma con molta meno forza della mia.
Sapevo di non dovere influenzare la sua scelta e non lo stavo facendo, ma volevo almeno avere l'occasione di poterlo abbracciare un'ultima volta se avesse deciso di lasciarmi per sempre.
Sentivo di essere sull'orlo delle lacrime quindi mi staccai.
Lui mi riservò un'ultima occhiata prima di aprire la porta e inventarsi l'ennesima scusa per il nostro secondo ritardo.- tranquilla, sarà lì ad aspettarti -
- non lo so Lucia...era molto arrabbiato e deluso da me -
Le lezioni erano appena finite, io ero rimasta ad aspettare i miei amici fuori dalla classe mentre Alvin era subito uscito. Era giunto il momento di scoprire se aveva deciso di mollarmi. Se l'avesse fatto, penso che me ne sarei andata, avrei trovato un'altra casa e sarei uscita per sempre dalla sua vita.
No, non voglio nemmeno pensarci
Era troppo doloroso per me, non sarei riuscita più a vivere senza di lui.
- che vuoi che sia, il mare è pieno di pesci che nuotano. Pesci molto sexy. - disse Sara facendo l'occhiolino a Luke.
Lui come risposta alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
Lucia diede una pacca in testa a Sara.
- ahia! Perché l'hai fatto!? -
Sara guardò male Lucia e si massaggiò la testa.
- punto primo: così non aiuti Melody, punto secondo: smettila di sbattere le tue ciglia finte in faccia a Luke, punto terzo: non ti ho nemmeno sfiorata, non c'è il sangue che scorre! -
- no Lucia, non te la prendere con lei, in realtà penso che abbia ragione... - le dissi.
- non crederai alle cavolate dette da una con le ciglia finte vero? -
- non sono finte! - si difese Sara.
- si invece, sono finte come tutto il tuo corpo -
- basta ragazze, vi prego, non fate altro che litigare... - le supplicai.
- è lei che spara cazzate su di me! Questa è tutta roba vera! - disse Sara indicandosi.
- zitta girl in plastic! -
- Lucia! - la riprese Dilan.
- che c'è? Suona meglio plastic girl? -
Sara prese Luke per un braccio e lo strattonò.
- Luke hai sentito cosa mi ha detto!? Dille qualcosa! - gli disse lei.
Luke se la staccò di dosso.
- si ho sentito e in effetti dovrei dire qualcosa: preferirei non essere strattonato come una bambola per neonate grazie - rispose lui.
- ma...ma... -
- Sara non balbettare, le bambole non parlano - la prese in giro Lucia.
- Brutta stronza! Io ti... -
- smettetela! Tutte e due! Per me è già abbastanza difficile così, non ce la faccio, non vi sopporto più! - gridai.
- scusa - dissero loro due in coro.
Ero sorpresa, non credevo che le mie parole sarebbero state ascoltate.
Uscimmo da scuola e io mi guardai intorno.
- buona fortuna col tuo ragazzo allora, io non posso rimanere qui un secondo di più, devo andare a rifarmi il trucco -
Dopo aver detto questo Sara se ne andò senza nemmeno salutare.
- ma come fai a esserle amica? - chiesi a Viola.
- cosa intendi dire? Con me non parla mai... - mi rispose lei.
Già, dovevo immaginarmelo.
- vuoi che restiamo qui ad aspettare con te? - mi chiese Lucia.
- no, preferisco che ci lasciate soli...beh...sempre se lui ci sarà -
Luke disse a Lucia di andare e lei, dopo avermi guardato un'altra volta, mi salutò e se ne andò.
Viola che prima era di di fianco a me ora era sparita. Mi sentivo terribilmente sola.
- Melody? -
Mi voltai e trovai Dilan che mi sorrideva. Mi ero quasi scordata di lui...
- non capisco di che hai paura, sai che non ti lascerà mai -
Gli sorrisi e lui mi salutò prima di andarsene.
Sospirai e pensai alle parole di Dilan.
Ha ragione, ma non ne sono del tutto certa, da un lato se non mi lasciasse mi sembrerebbe ingiusto...perché me lo meriterei.
Mi guardai intorno, erano rimasti pochi studenti di fuori a parlare ormai...e lui non era tra questi.
Aspettai un altro po'...ma niente...
Abbassai lo sguardo e cominciai a piangere in silenzio, senza farmi vedere da nessuno.
Non posso credere che mi abbia lasciata...
Mi asciugai una lacrima e feci un passo verso il marciapiede per tornare a casa.
- dove vai? -
Mi voltai di scatto e vidi Alvin a braccia incrociate che mi guardava perplesso.
- Alvin... -
- pensavo di essere io quello a dover scegliere - disse sorridendomi.
- si...no...cioè - balbettai.
Lui scoppiò a ridere e io mi sentii una stupida.
- ma se sei qui...significa che tu... -
- credevi veramente che ti avrei lasciata per sempre? Beh, all'inizio ci avevo pensato seriamente ma appena ho ripensato a te ho capito che non sarei mai riuscito a farlo per davvero -
Lasciai lo zaino che cadde a terra.
Saltai addosso ad Alvin aggrappandomi a lui con le gambe. Cominciai a piangere e a riempirlo di baci.
Alvin mi strinse a sé.
La mia reazione fu così inaspettata che lo feci sbilanciare e per poco lui non cadde a terra.
- ti amo - gli dissi sorridendo e piangendo allo stesso tempo.
Non gli lasciai il tempo di replicare che ricominciai a lasciargli tanti baci sulla bocca.
Sorrisi sulle sue labbra e gli diedi un altro lungo bacio allo zucchero.
Ero così contenta che non mi accorsi degli studenti rimasti fuori che stavano applaudendo.
Qualcuno ci fece anche la foto.

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Mermaid
FantasyMelody è una ragazza , ma non una ragazza normale bensì una sirena.Vive nel fondo dell'oceano con la sua famiglia.La loro regina purtroppo è morta e ora al comando del regno c'è una strega del mare di nome Morena. Essa aveva promesso pace e serenità...