Febbre

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- Hey Luke! - lo chiamai.
Lui si voltò e quando mi vide mi fece un largo sorriso.
Lo raggiunsi, dovevo fare in fretta non avevo molto tempo, era il cambio dell'ora e dovevo tornare in classe.
- Melody, come stai? -
- bene grazie, sono venuta a dirti che Lucia ha accettato -
Luke rimase in silenzio per un paio di secondi.
- hai detto che ha... -
- si, ha accettato, Lucia uscirà con te - dissi entusiasta.
A Luke comparve un sorriso da ebete in faccia.
É proprio cotto a puntino!
- Grazie, Melody! Ti adoro! -
Mi prese in braccio e mi fece fare una giravolta. Ridacchiai e lui mi lasciò andare.
- sei il mio Cupido personale - disse facendomi l'occhiolino.
- non dire così, Cupido potrebbe offendersi - risposi senza smettere un attimo di ridere.
Luke era un ragazzo fantastico, pensavo che fosse uno snob e invece dovevo solo conoscerlo meglio.
- allora stasera la chiamo, grazie ancora mio Cupido preferito -
- prego, ci vediamo in giro - gli risposi.
Ero proprio felice per lui.
Tornai in classe giusto un attimo prima che suonasse la campanella.
In realtà sarei dovuta rimanere a casa come mi aveva detto Alvin quel giorno, ma decisi di andare lo stesso.
Le ore di lezione sembravano non passare mai, non vedevo l'ora che quella giornata passata a scrivere appunti finisse, mi si incrociavano gli occhi dalla stanchezza.
- te l'avevo detto che dovevi riposarti - mi sussurrò Alvin sempre seduto di fianco a me.
- sto bene, é solo un po' di stanchezza, che vuoi che sia -
Per fortuna la campanella si decise a suonare e finalmente potemmo pranzare.
Ci andammo a sedere al solito tavolo insieme a Lucia che non la smetteva più di parlare di Luke.
- Luke mi si è avvicinato e mi ha detto "allora stasera ti chiamo" e io gli ho detto "non lo so, devo controllare la mia agenda" , sapevo di essere libera ma volevo fargli credere il contrario per far sembrare le mie giornate sempre molto piene. Così gli ho detto "si sono libera, mi vieni a prendere alle otto?", lui ha detto "certo, ci vediamo stasera" mentre mi salutava non staccava gli occhi da me, ho dovuto avvertirlo di guardare davanti o sarebbe andato a sbattere contro il muro...ma mi ha sentita troppo tardi, penso che gli verrà un bernoccolo, poverino -
- direi che è andata alla grande, tranne la parte del bernoccolo - commentò Alvin.
- già lo penso anch'io, hey Melody quello lo finisci? - mi chiese indicando il panino a cui avevo dato solo un morso.
- no, prendilo pure...non ho per niente fame,anzi, mi sento piena come un uovo -
- ma se non hai toccato cibo! - mi fece notare Lucia.
- lo so...scusate vado un attimo in bagno -
Mi alzai e mi diressi in bagno, i corridoi erano vuoti, non c'era anima viva e quel silenzio mi inquietava un po', sentivo solo il rumore dei miei passi.
Dovevo ammettere che non mi sentivo tanto bene, la testa aveva cominciato a girarmi poco prima che cominciasse il pranzo ma ora sentivo  i brividi e avevo caldo.
Circa a metà strada mi fermai, girava tutto, sentivo che stavo per svenire.
Mi accasciai a terra.
- Melody! -
Sentii una voce ma non la riconobbi.
Due braccia forti mi presero in braccio ma ancora non riconobbi chi era...poi, il buio.

Mi risvegliai in una stanza bianca. Sulla testa avevo qualcosa di freddo, lo toccai. Era un fazzoletto bagnato.
Ero in ospedale? Oppure ero.....
- sono morta? - chiesi senza rivolgermi direttamente a qualcuno.
Sentii una risata provenire dalla mia destra.
- no non sei morta, hai solo un po' di febbre -
Mi voltai e vidi Vincent seduto davanti a me.
- ciao - mi salutò.
- ciao -
Mi guardai intorno ancora una volta.
- sei in infermeria, prima ti ho vista a terra e ti ho portato subito qui, hai la febbre alta, qualcuno sta venendo a prenderti - mi spiegò.
- ma io stavo bene fino a cinque minuti fa -
- non mi sembra dato che esattamente cinque minuti fa eri accasciata a terra sull'orlo dello svenimento -
- dov'é Alvin? - chiesi.
Vincent sembrò infastidito dalla domanda ma per fortuna rispose sinceramente.
- è in classe, quando ha saputo che eri qui voleva correre a vedere come stavi ma il professore gli ha detto che c'ero già io a tenerti compagnia mentre aspettavi che arrivassero a prenderti -
- meglio così, mi avrebbe di sicuro uccisa sapendo che avevo la febbre. Mi aveva detto che sarei dovuta rimanere in casa a riposare oggi, ma io non l'ho ascoltato -
- non penso che ti avrebbe uccisa...credo che si sarebbe peso cura di te, come sto facendo io ora -
Vincent alzò una mano e mi accarezzò dolcemente la guancia con il pollice.
Sentii dei brividi ma non sapevo dire se fossero dovuti al suo tocco o alla febbre che saliva.
L'infermiera entrò spalancando la porta e Vincent immediatamente si allontanò ritraendo la mano.
- Melody, c'è qui Cassandra - mi informò l'infermiera.
- okay, arrivo subito - le dissi.
L'infermiera annuì e se ne andò chiudendo la porta.
- Cassandra non è la zia di Alvin? - mi chiese Vincent.
- ehm.... -
- tu vivi con lui? - mi chiese
- ...si, ma é solo una cosa temporanea, solo finché non trovo una casa tutta mia -
Non sapevo perché mi stavo giustificando, ma non era importante, probabilmente parlavo sotto effetto della febbre.
- non mi devi spiegazioni Melody. Comunque lo sospettavo, arrivate a scuola sempre insieme - disse sorridendomi.
Io ricambiai il suo sorriso e mi misi a sedere sul lettino.
Vincent si alzò e mi tolse il fazzoletto dalla testa, poi mi aiutò ad alzarmi.
- grazie, ce la faccio da sola -
Lui mi lasciò andare ma prima di aprire la porta lo guardai un'ultima volta.
- grazie per avermi aiutata Vincent e per essere rimasto con me - lo ringraziai.
- non avrei mica potuto lasciarti su quel pavimento, che discorso é? -
Sorridemmo entrambi poi lo salutai e uscì fuori.

Mi sembrava ancora impossibile che Cassandra fosse venuta a prendermi. Pensavo che piuttosto avrebbe pregato l'infermiera di lasciarmi morire in modo lento e doloroso.
- dovevi dare retta a mio nipote quando ti diceva di rimanere a casa e invece hai fatto di testa tua come al solito -
Eravamo appena salite in macchina, non aveva spiccicato parola fino ad ora, non mi aveva nemmeno chiesto un semplice "come stai?" e l'unica cosa per cui aveva aperto bocca era stata per farmi una predica.
Beh non ero proprio nelle condizioni migliori, né fisiche né psicologiche per affrontarla quindi non le risposi.
- comunque non preoccuparti, ho gli ingredienti giusti per preparare un delizioso brodo di pollo, vedrai che guarirai in un batter d'occhio -
Strega passione babysitter, questa mi mancava!
Speriamo solo che appena torniamo a casa non le venga in mente di rimboccarmi le coperte e ficcarmi un ciuccio in bocca.
Appena arrivammo scesi dalla macchina, salii in camera e mi misi a letto.
Cassandra tornò poco dopo con un vassoio. Mi misi seduta e guardai cosa c'era sopra.
C'era un piatto con il brodo, di fianco al piatto aveva messo un cucchiaio e un tovagliolo, aveva aggiunto anche un bicchiere d'acqua e una pasticca bianca.
Guardai perplessa quest'ultima.
- é una medicina, va presa a stomaco pieno, se ne prendi una ogni sei ore vedrai che tra un paio di giorni la febbre sparirà, ora mangia senza fare storie - mi disse.
Dopo aver finito tutto il brodo e aver preso la medicina Cassandra se ne andò e mi lasciò riposare tranquilla.
Non mi ero ancora abituata all'idea che Cassandra si stesse veramente prendendo cura di me.
Devo essere sincera, quando mi ha detto "mangia senza fare storie" ci ho pensato sù.
Per quel che ne sapevo io quel piatto poteva essere avvelenato.
E invece ero ancora viva...ma avevo comunque il timore che avrebbe provato ad uccidermi con altri mezzi.
Guardai l'orologio appeso al muro, segnava le 13:30, Alvin sarebbe tornato tra mezz'ora.
Alvin ti prego torna presto...
Mi addormentai col rumore continuo del ticchettio dell'orologio.

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