Una giornata di divertimenti

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Alvin mi aprì la portiera dell'auto e io salii.
Non sapevo dove mi avrebbe portata, aveva detto che era una sorpresa.
Stavo cercando di convincerlo da minuti a dirmi dove stavamo andando.
- dai dammi almeno un indizio - lo pregai.
Alvin sospirò.
- è un posto divertente -
- che razza di indizio è? - chiesi incrociando le braccia.
- per la ventesima volta Melody, non ti dico dove stiamo andando -
Misi il broncio e guardai fuori dal finestrino.
C'era troppo silenzio quindi accesi la radio.
Ora va meglio
Dopo un paio di canzoni vidi delle luci luminosissime in lontananza.
Man mano che ci avvicinavamo riuscivo a vedere meglio. Strizzai gli occhi e subito dopo li spalancai.
- che roba è quella? -
C'erano delle bancarelle e delle giostre e sopra di esse spiccava un'enorme ruota luminosa di non so quanti metri alta.
- quella è una ruota panoramica, se guardi bene vedrai che sopra ci sono delle persone - mi spiegò Alvin.
Mi appoggiai al vetro del finestrino.
Lungo la circonferenza della ruota c'erano delle cabine con dentro delle persone sedute.
Ero incantata da quella giostra gigante.
- ci voglio salire - dissi emozionata.
- è proprio lì che volevo portarti - disse Alvin sorridendo.
Parcheggiammo e uscimmo dalla macchina.
Alvin mi prese per mano.
- benvenuta al luna park Melody -
Mi guardai intorno, vidi giostre di tutti i tipi, forme e dimensioni. I bambini che si divertivano a passare da una giostra all'altra seguiti dai genitori, musica a palla e altri giochi a premi.
Ovunque guardassi vedevo divertimento, divertimento ovunque.
- ti piace? - mi chiese Alvin.
- è bellissimo, già amo questo luna park! Grazie, grazie, grazie! -
Mi buttai addosso ad Alvin e lo abbracciai fortissimo.
Lo sentii ridere.
Lo presi per un braccio e lo trascinai davanti alla prima attrazione.
Era una giostra abbastanza alta dalla quale pendevano delle sedie senza gambe sulle quali bisognava sedersi. Questa poi cominciava a girare e le sedie insieme a lei.
- voglio salirci - dissi convinta.
- sei sicura? Non hai paura? -
Mi girai verso Alvin e lo guardai negli occhi.
- ho detto che voglio salirci - dissi ancora più convinta.
- okay okay -
Gli sorrisi.
Dopo aver fatto la fila Alvin prese due biglietti, uno per me e uno per lui.
Quando finalmente un ragazzo tolse la corda che ci teneva a distanza di sicurezza dalla giostra, io salii sulla prima sedia libera che vidi e Alvin si mise dietro di me.
La musica era così alta che sentii vibrarmi la cassa toracica.
- emozionata? - mi chiese.
- si! - risposi entusiasta.
La giostra finalmente partì.
Alvin appoggiò le mani sulla mia sedia.
- ma che fai? - gli chiesi.
- tieniti pronta -
La giostra prese a girare sempre più velocemente.
Era una sensazione incredibile, alzai le braccia al cielo ed esultai. Mi sembrava di essere sopra al mondo.
Quando arrivammo al massimo della velocità Alvin portò le gambe verso di sé e mi diede una spinta aiutandosi coi piedi. In questo modo, mi fece arrivare ancora più in alto.
- Alvin! - cominciai
Guardai davanti a me e vidi che anche tutti gli altri lo facevano.
- si? - mi chiese Alvin.
Immaginai il suo sorriso furbetto in quel momento.
- rifallo -
Alvin fece come gli avevo detto e io risi contagiando anche lui.
Appena scesi mi sentii un po' frastornata, ma non era una brutta sensazione. Mi sentivo viva.
Guardai a destra e vidi un gioco a premi, mi avvicinai.
Bisognava sparare a delle lattine con dei fucili, se riuscivi a farle cadere tutte vincevi un orso di peluche.
- vuoi provare? - chiese Alvin al mio fianco.
- si -
Alvin allungò i soldi alla ragazza dietro il bancone e quando le loro dita si sfiorarono lei arrossì.
Alvin non sembrò badarci ma io le lanciai comunque un'occhiataccia.
Mi posizionai davanti al fucile e presi la mira.
Con la coda dell'occhio vidi la ragazza che cercava di attaccare bottone con Alvin.
Sparai e mancai il bersaglio.
Quella là mi distraeva!
Sentii la ragazza e Alvin parlare e subito dopo la risata di lei...una risata da gallina odiosa.
Sentii salirmi la rabbia.
Come osa quella gallinaccia flirtare con il mio Alvin!?
Presi di nuovo la mira e sparai più volte.
Una per una alla fine buttai giù tutte le lattine.
A quel punto loro interruppero il discorso, la ragazza mi guardò male e sulla mia faccia comparve un sorriso maligno.
- mi da il mio premio entro domani per piacere? - le chiesi con poco tatto.
Lei sbuffò e mi allungò il peluche.
Glielo tolsi dalle mani e per concludere in bellezza presi Alvin per la maglietta e lo baciai difronte a lei.
Ci staccammo e la ragazza si girò dall'altra parte visibilmente infastidita.
Presi Alvin per un braccio e lo portai via da lì.
- wow...ma che è successo? - domandò lui.
- una certa ochetta ci ha provato con il mio accompagnatore e quest'ultimo non ha nemmeno tentato di fermarla! - urlai
- non sarai mica gelosa? Lo sai che tu sei l'unica per me - mi disse sorridendo.
Io sospirai.
- si, lo so... -
- hey -
Mi venne vicino e mi accarezzò una guancia.
Io alzai lo sguardo su di lui.
- sei stata bravissima a fare come hai fatto e mi dispiace se ti ho fatto dubitare della mia fiducia -
Gli sorrisi.
- non dubiterei mai della tua fiducia -
Lo abbracciai e lui ricambiò.
Ci staccammo e lui osservò il peluche che tenevo in mano.
- è molto carino, non pensavo avessi una tale mira sirenetta, meglio non farti arrabbiare -
Scoppiai a ridere.
- si, sarà meglio per te - risposi.
- e quando le hai detto "mi dai il mio premio entro domani?" , sei stata fortissima -
Ridemmo entrambi.
Ci avviammo verso altre giostre. Andammo sugli autoscontri dove io e Alvin ci divertivamo a tamponarci a vicenda, delle specie di montagne russe dove appena scesa mi sembrò di vedere tutto girare e infine nella casa dell'orrore dove per tutto il tempo rimasi appiccicata al braccio di Alvin che mi prese in giro dicendomi che ero una fifona.
Si fece sera in fretta e Alvin come ultimo mi portò sulla ruota panoramica.
Prima di salirci avevo paura, era ancora più alta e più imponente vista da sotto...non avevo più tanta voglia di andarci.
- non dirmi che hai paura di salire su una ruota panoramica, prima me l'hai chiesto tu - mi disse Alvin.
Io negai ma ora che mi trovavo sopra ero ancora più impaurita.
Ero appoggiata ad Alvin con gli occhi chiusi.
- prova a guardare Melody -
- non ci penso nemmeno -
Provavo un'enorme sensazione di vuoto sotto di me.
Alvin mi prese le mani e a quel punto aprii gli occhi e li fissai nei suoi.
- fidati di me - disse sorridendo.
Mi feci coraggio, prima guardai di sotto e poi davanti a me.
Spalancai gli occhi.
È bellissimo.
- bello vero? -
- è incredibile -
La vista era mozzafiato, si riusciva a scorgere il mare all'orizzonte.
Ecco perché si chiama "panoramica".
- Melody... -
Mi girai verso Alvin. Era bellissimo, nei suoi occhi si riflettevano le luci in lontananza.
Ero persa nel suo sguardo.
- io...voglio darti questo - continuò tirando fuori dalla tasca una scatolina nera.
Non vorrà mica...
- volevo consegnartelo in un posto speciale e direi che qui è perfetto... -
Oh mamma, sono troppo giovane per sposarmi, non mi sento pronta, cosa gli dirò?
- Melody...vuoi essere la mia ragazza? - mi domandò aprendo la scatolina e mostrando un bellissimo anello con tanti piccoli Swarovski bianchi.
Meno male...
Mentalmente tirai un sospiro di sollievo.
Gli feci un largo sorriso.
- e me lo chiedi? Certo! - esclamai abbracciandolo.
Alvin mi infilò l'anello al dito. Mi stava a pennello.
- è perfetto - gli dissi con gli occhi lucidi.
- come te... -
Ci guardammo per un secondo, poi ci baciammo.
Ora Alvin era mio, nessuno avrebbe potuto portalo via da me.

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