Pancake amari

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- o mio dio Melody! È terribile! Perché non sei rimasta con noi!? -
Lucia mi abbracciò così stretta da farmi male.
Eravamo tornati a casa nostra da poco, Lucia e Cassandra erano lì ad aspettarci.
Luke mi aveva raccontato che quando ero fuggita vedendo la sua macchina lui aveva subito detto a Lucia di avvertire Alvin.
Avevano portato a casa Vincent che intanto gli aveva raccontato tutto, pensavano che non l'avrei voluto vedere per un po'...e infatti era così.
Quando sono venuti qui avevano spiegato l'accaduto ad Alvin (tranne la parte del perché ero scappata).
Meno male...non lo sa.
Luke aveva appena terminato il racconto che arrivò la mia chiamata nella quale chiedevo aiuto.
Lucia voleva andare con loro ma Luke le aveva detto di rimanere qui perché poteva essere pericoloso. Tutti in quella stanza avevano sentito la mia chiamata, anche Cassandra.
Non riuscivo ancora a parlare, non avevo aperto bocca da quando avevamo varcato la soglia di casa.
Cassandra era preoccupata, aveva provato a farmi bere una camomilla ma io mi ero rifiutata.
Alvin era andato a ripulirsi e ora se ne stava seduto sul divano in silenzio...lontano da me.
- ci vuoi spiegare cosa è successo a te ora? - mi chiese Lucia.
Rimasi zitta. Ero ancora troppo spaventata per parlare, come la prima volta che Alvin mi aveva trovata su quella spiaggia, sola e spaesata.
- non ci interessa cosa è successo Melody, se non ne vuoi parlare fa lo stesso. L'importante è che ora stai bene - disse Cassandra.
Accennai un sorriso ma non aprii comunque bocca.
- beh...vado ad avvertire Vincent che ti abbiamo trovata - disse Luke prima di scomparire in cucina col cellulare fra le mani.
- ragazzi è meglio che andate, Melody deve riposarsi -
Guardai Alvin. Anche lui era stato zitto fino a quel momento.
È dispiaciuto credo....o forse, ha capito perché me ne sono andata ed è solo arrabbiato...
Luke tornò nella stanza e Lucia si alzò dalla poltrona, ma prima di andarsene mi guardò.
- Melody, per qualsiasi cosa...io ci sono, va bene? -
Mi fissava intensamente, non avevo mai visto la mia amica così preoccupata.
- si... - sussurrai.
Lei mi sorrise e si girò verso Luke.
- torniamo a casa - gli disse.
Luke annuì e subito dopo sentii lo scatto della porta aprirsi e richiudersi.
Calò un silenzio imbarazzante e Cassandra si alzò.
- io vado di là -
E ci lasciò soli.
Oh no...e adesso?
Alvin teneva lo sguardo basso, lo alzò su di me e finalmente potei capire che gli passava per la testa.
Non era arrabbiato, solo tremendamente preoccupato per me.
Non dovrebbe essere così, lui dovrebbe essere arrabbiato con me...o forse, io dovrei essere arrabbiata con lui...non lo so più!
Alvin si alzò e si sedette di fianco a me
- mi dispiace - mormorò.
Mi imposi di alzare lo sguardo su di lui e notai che...stava piangendo.
- per cosa? - gli chiesi.
- per tutto, perché ti ho lasciata andare da sola, perché non ero con te, non ero li a difenderti. Quell'uomo ti ha toccata per colpa mia! Posso solo immaginare quello che stava per farti -
Alvin teneva i pugni serrati e tremava per la rabbia.
Gli appoggiai una mano sul braccio e al mio tocco sussultò.
- guardami -
Lui obbedì e mi guardò dritto negli occhi.
- non è stata affatto colpa tua, okay? Ammettiamolo tutti e due, è solo a causa mia se è successo tutto questo e lo sai -
- no Melody, tu me l'avevi detto di venire con te ma io non l'ho fatto e se fossi stato lì non ti sarebbe accaduto niente. So cosa ho fatto e so cosa hai visto...e so anche che ora mi odi -
Le lacrime continuavano a scendere sulle sue guance.
Io cercavo di trattenermi, ma di lì a poco anche io avrei rotto gli argini.
Non era lui quello che doveva sentirsi in colpa, non era lui quello che doveva piangere, io l'avevo tradito, io meritavo di soffrire.
Avrei voluto correre in camera e piangere sul cuscino per sfogarmi...tuttavia mi sforzai di non cedere.
- io non ti odio, non ti odio per niente, è solo colpa mia - dissi abbracciandolo.
- come può essere colpa tua? Quell'uomo è sbucato fuori dal nulla e tu ti eri persa. Mi vuoi dire che diavolo succede? Perché sei scappata dal ristorante? -
Ci siamo...devo dirglielo...no, non ce la faccio!
- mi dispiace io...io ora avrei bisogno di dormire -
- certo, capisco. Vai pure e riposati mi raccomando -
Ero proprio un'egoista, non mi meritavo la sua comprensione.
Sto cedendo.
Mi morsi il labbro, mi staccai da lui e corsi nella mia stanza. Appena entrai chiusi la porta a chiave e mi buttai sul letto. Piansi tutte le mie lacrime pensando a quello che avevo fatto.
Alla fine mi addormentai con ancora un sapore salato sulle labbra.

- Che cosa dovevi dirmi? -
Guardai Alvin con gli occhi appannati, sapevo che lui si sarebbe arrabbiato e presto sarei scoppiata a piangere.
- è successo qualcosa? - mi chiese.
- Alvin io... -
- lei ti ha tradito con me, sai Melody...baci molto bene -
Vincent era sbucato fuori dal nulla e aveva un ghigno beffardo stampato in faccia.
Passai lo sguardo dall'uno all'altro.
- Melody è...è vero? - mi chiese Alvin.
- Alvin ti prego non dare conclusioni affrettate è stato solo... -
- è vero si o no? Rispondi! - mi interruppe lui.
- si... - sussurrai senza guardarlo in faccia.
Avevo cominciato a piangere da qualche minuto. Alvin aveva lo sguardo basso...era deluso, deluso da me...e arrabbiato.
- Alvin ti prego perdonami -
- perdonarti Melody!? Mi hai tradito con Vincent! Da quanto continua questa storia? -
- quella di ieri è stata la prima ed ultima volta Alvin te lo giuro! Io ti amo, lo sai -
- non ne sono più tanto sicuro... -
L'immagine di Alvin cominciò a sfuocarsi.
- Alvin no! Aspetta! Alvin! -

Aprii gli occhi di scatto e mi alzai dal letto.
Era solo un sogno...
Mi guardai allo specchio. Avevo gli occhi rossi per il pianto di quella notte e mi erano comparse anche le occhiaie.
Sembravo un mostro, non mi ero mai sentita più male e...sporca.
Sporca perché avevo tradito Alvin e non avrei mai smesso di sentirmi in colpa finché non glielo avessi detto.
Cercai di sistemarmi come meglio potevo, mi pettinai i capelli, nascosi le occhiaie col trucco e mi vestii.
Scesi di sotto e vidi Alvin che mi aspettava sulla soglia della cucina.
- ben svegliata, pensavo che fossi morta nel sonno - rise lui.
Io non sorrisi nemmeno, vederlo mi provocava solo dolore.
Lui si sentì in imbarazzo e cambiò discorso.
- comunque...ti ho preparato la colazione - mi disse lui sorridendo.
Oh no...ti prego non dirmi che ha fatto...
- ti ho fatto i pancake. Sai...per scusarmi di non esserci stato ieri. Lo so che non è abbastanza ma...voglio farmi perdonare perciò ho pensato di farti una sorpresa cucinandoti la colazione -
Entrai in cucina con lui e vidi che aveva pensato proprio a tutto. Sul tavolo c'erano due teglie piene di pancake e aveva messo anche lo sciroppo d'acero e la panna sul tavolo.
No...no, no, no, no, no! Perché deve essere tutto così difficile!?
- che ne dici? Ti piace? - mi chiese.
Mi coprii il volto con le mani e corsi in salotto piangendo.
Mi inginocchiai a terra continuando a singhiozzare.
Non c'è la facevo più.
- Melody... -
Alvin si sedette davanti a me e mi toccò un braccio, ma io lo ritrassi.
- vuoi dirmi che succede? -
Tolsi le mani dalla faccia e lo guardai.
Questa volta non ho scampo, devo dirglielo.
- Alvin io...non merito tutte queste attenzioni da parte tua, anzi, non so nemmeno perché sono ancora qui, avresti dovuto buttarmi fuori -
- ma che stai dicendo? Melody te l'ho detto, non è colpa tua... -
- no, non è questo Alvin! Non capiresti... -
- certo che capirei se solo tu la smettessi di piangere per un attimo e mi spiegassi cosa succede -
- no, non lo capiresti. Non lo capisco nemmeno io -
- ma cosa...Melody io non riesco a capire! Perché non mi dici e basta cosa è... -
- ti ho tradito Alvin! - lo interruppi.
Proprio come nel mio sogno non lo guardai in faccia, ma lui rimase in silenzio, così continuai.
- ho baciato un altro ieri sera...ho baciato Vincent. È per questo che sono scappata ed è successo quel disastro. Lui mi aveva detto che doveva parlarmi così mi ha portata dietro al ristorante. Mi ha chiesto perché lo ignoravo, perché ignoravo i suoi sentimenti. Io gli ho risposto che era un presuntuoso e un arrogante ma prima che potessi terminare la frase lui mi ha baciata. Io non l'ho ricambiato all'inizio ma quando lui mi ha ordinato di farlo...l'ho fatto. Poi mi sono resa conto del terribile errore e l'ho spinto via, gli ho dato uno schiaffo, gli ho detto che era uno stronzo e sono scappata. Mi dispiace tanto -
Feci tutto il discorso senza staccare mai gli occhi da terra. Mi sentivo una stronza, non avevo il diritto di guardarlo in faccia. Continuavo a singhiozzare e Alvin non aveva aperto bocca.
- ma tu lo...ami? -
Dalla sua voce capii quanto gli avevano fatto male le mie parole.
- No, cioè...non lo so, sono così confusa! Ma di una cosa sono certa, amo di più te Alvin, te lo giuro -
A quel punto alzai lo sguardo su di lui. Guardava un punto fisso sul pavimento. Era ferito, si vedeva.
- Tu non meriti di soffrire Alvin, io si. Mi sento una stronza ad averti fatto questo e me ne pento. Non sono degna di essere la tua ragazza -
Ero convinta che ormai il mio trucco per mascherare le occhiaie fosse scomparso.
Dopo un istante di silenzio Alvin parlò.
- che cosa dovrei fare? Perdonarti? -
- ...non lo so Alvin, non lo so -
Lui finalmente mi guardò negli occhi. Le lacrime continuavano a scendere sulle mie guance anche se più lentamente di prima e i singhiozzi erano quasi scomparsi.
- qualunque cosa sceglierai di fare...sappi che hai tutte le ragioni per avercela con me e che sarò d'accordo...se vorrai lasciarmi - le ultime tre parole le pronunciai quasi sussurrando. Non volevo che mi lasciasse ma sapevo che se lo avesse fatto sarebbe stato giusto, me lo meritavo.
- dammi del tempo...va bene? -
Io annuii e lui si alzò in piedi.
Andò in cucina e io lo seguii senza fiatare.
Furono i pancake più amari di tutta la mia vita.

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