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IN REVISIONE

Guardai nervosa fuori dal finestrino, questo silenzio imbarazzante mi sta dando sui nervi.

Da quando siamo partiti non è uscito neanche uno sbuffo da parte di Matt.

Chissà cosa gli frulla per la testa, chissà se sta pensando al nostro bacio e se abbia provato le stesse sensazione che ho provato io.

Emisi un profondo respiro quando vidi in lontananza la mia casa, sono rimasta via troppi giorni.

Il mio sorriso si spense non appena Matt deviò. "Dove stai andando ?" parlai, finalmente.

Lui mi guardò velocemente, sorpreso che gli avessi parlato. Poi con la sua solita freddezza mi rispose.

"Devo andare in un posto a dare una cosa, ci metteremo pochi minuti." mi rassicurò. Io non avendo voglia di parlare rimasi zitta e aspettai.

Dopo 15 minuti, la macchina di Matt entrò in un parcheggio abbandonato. Lo riconobbi subito come "la via principale", il primo posto che i miei genitori mi hanno vietato di visitare e, guardando le innumerevoli persone malridotte che ci stavano guardando curiose e spietate, non potei che dargli ragione.

"In che diavolo di posto siamo" parlai, impaurita, mentre un uomo mi guardava malizioso, facendomi un sorriso e mettendo in evidenzia i suoi orrendi denti marci.

"Vuoi per caso abbandonarmi qui e andartene ?" lo guardai accusatoria.

Lui scoppiò in una risata, e subito mi scoppiò il cuore di felicità.

"Stai tranquilla." mi rassicurò, scendendo dalla macchina. Scesi anch'io, con un sorriso ebete sul volto.

Quando chiusi la portiera lui si avvicinò, chiudendo la macchina e prendendo un pezzo di ferraglia per terra.

"Mi raccomando. Testa bassa e non dar retta a nessuno." mi mise in guardai.

Io annuii, in ansia. Quando iniziò ad incamminarsi verso l'edificio, gli corsi in contro e gli presi la mano.

Lui la guardò e sorrise, stringendola a se, mentre proseguì in modo deciso in mezzo alle persone che si erano ormai riunite curiose.

Quando salimmo le scale e arrivammo davanti ad un porta, la sua presa cessò e mi guardo.

"Tu non puoi entrare. Tieni questo." mi passò la ferraglia e mi guardò. " Se dovesse succedere qualcosa non esitare ad urlare e ad usarlo." Annuii velocemente, mentre lui mi diede un bacio veloce sulla fronte ed entrò, lasciandomi li da sola.

Mi misi sull'attenti quando una ragazza, con indosso un maglione troppo grande per lei e delle calze tutte stracciate, mi passo accanto, guardandomi le scarpe.

Mi sorrise cattiva, e prima che potesse fare qualcosa una voce mi anticipò.

"Smamma, Cindi." lei si girò verso il ragazzo appoggiato alla ringhiera. "Non impicciarti, ci sono ospiti. Voglio solo accoglierli in modo adeguato." si difese lei, alzando le braccia in aria innocentemente.

Lui rimase zitto e la fissò inespressivo, cosicché lei sbuffò e se ne andò senza dire una parola.

Mi girai verso il ragazzo e lo ringraziai, lui sorrise e si avvicinò di alcuni passi. "Non ce di che, devo scusarmi con la pessima ospitalità. Non riceviamo ospiti da parecchio tempo."

Io sorrisi nervosa, non so perché, ma mi mette i brividi.

L'aprirsi di una porta mi fece voltare. Matt adocchiò il ragazzo davanti a me e si irrigidì. Mi prese la ferraglia fra le mani e lo guardò.

"Stephan, cosa cazzo ci fai qui."

"Mi chiedevo la stessa cosa" gli rispose lui. Matt non si scompose e lo sfidò.

"Sono venuto per lavoro, lo sai benissimo." io lo guardai, sorpresa.

"E ti porti dietro questa bella donzella ?" parlò Stephan, prendendo in mano una piccola ciocca dei miei capelli. A quel contatto Matt spinse via con violenza il suo braccio e si avvicinò velocemente al suo viso.

"Non ti azzardare a.."

"Wowowo, calmati amico" lo interruppe lui, alzando le mani in aria in segno di resa.

Matt prese la mia mano, non distogliendo lo sguardo da lui.

"Andiamocene" mi ordinò, incamminandosi velocemente, e trasportandomi con se.

Io lo segui quasi correndo. "Quale parte del "Non dar retta a nessuno" non ti era chiara?" mi aggredì, continuando ad avanzare velocemente.

"Perché non avrei dovuto? mi ha salvata da una ragazza." spiegai.  Lui sbuffò innervosito.

"Perché ti arrabbi tanto? Potevo semplicemente aspettarti in macchina."

Lui scosse la testa e poi la indicò.

"Volevi davvero rimanere lì dentro?" Quando mi girai confusa, sbarrai gli occhi.

Tutta la gente che prima era sparsa per il parcheggio, ora si era riunita tutta intorno alla macchina.

C'era chi cercava di rompere il vetro, chi ad aprirla con forza dalla portiera e chi era sopra il cofano.

Matt fischiò, avvicinandosi pericolosamente. Alcuni fecero alcuni passi indietro, spaventati.

Mentre altri rimanevano del tutto immuni agli avvertimenti di Matt, continuando a fare ciò che stanno facendo.

Allora lui, tenendomi sempre stretta, tra spintoni e colpi nelle gambe usando la ferraglia, riuscì a farli allontanare e farmi entrare dentro l'auto. Uno volta fatto lo stesso partì sgommando e uscendo da quel posto orrendo.

•A disastrous love• (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora