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L'atrio era brandito di studenti. Tutti impegnati a parlare fra di loro, con le braccia impegnate a tenere vari libri.
A malapena si poteva camminare e il pensiero che metà di loro abbiano assistito all'incidente di poco fa mi fece storgere il naso. Il ragazzo ed i suoi amici ci misero poco ad andarsene, non ebbi neanche il tempo di rimediare. Anche se oltre allo scusarmi non mi venne in mente nient'altro. Forse pagare il chirurgo che gli dovrà risistemare il naso?

Dopo vari giri di smarrimento riuscí ad intravedere il cartello per al segreteria. Mi ci catapultai dentro, notando l'orario al mio polso. Sbuffai quando vidi una lunga fila di studenti, proprio davanti al bancone. Ma dato che il signore mi ha privato della pazienza riuscí a sorpassarli tutti per poi mettermi davanti ad essi.
Non feci casi alle lamentele di tutti e mi concentrai sul signore. Lo guardai bene. Fui sorpresa di vedere un anziano in un lavoro come questo. Insomma, non ci dovrebbe essere qualcuno in grado di parlare e di battere le palpebre contemporaneamente? 
"Mi scusi" dissi spazientita al vecchio pelato che era dietro al bancone.
"Mi dica" mi rispose facendomi un sorrisino che faceva evidenziare i denti mancanti.
"Mi sono iscritta qui quest'estate"
"Oh sí certo, mi dica il nome" mi rispose mente armeggiava col computer. Diciamo che riuscí a schiacciare due tasti nell'arco di 10 secondi.
"Carly Perez"
Appena lo pronunciai, le mani del segretario si fermarono e mi guardò con occhi sgranati.
Mi paralizzai sul posto, sbiancando leggermente.
"Sta bene ?" Gli chiesi allarmata, vedendolo pallido in volto. Sarei proprio sfigata se gli venisse un attacco di cuore proprio ora, devo perforza andare in classe o rischierei di saltare la prima lezione proprio il primo giorno.
"S-si non si preoccupi" si agitò, incominciando a smanettare sulla tastiera, ora piú sveglio che mai.
Sapevo benissimo il perchè di tutta questa agitazione, ma non pensavo fino a questo punto. Come ho già detto i miei sono molto importanti e a mia volta, essendo loro figlia, il titolo di importanza riveste anche me.
Sbuffai spazientita, stavo già perdendo fin troppo tempo.
Il segretario riuscì a stamparmi l'orario. Mi diede  anche un mucchio di documenti e il codice dell'armadietto, tutto con estrema velocità. Ebbi la netta sensazione di avergli fatto perdere almeno 2 anni di vita, non che gliene rimasero molti..
Presi il tutto ed iniziai a controllare i numerosi fogli. Non lessi neanche il 10% di tutto ciò che ci fu scritto sopra, firmai quel che dovevo firmare e mi levai di mezzo.
Dopo vari giri, riuscì ad arrivare nella mia classe.
Entrai dentro, con fiato corto per aver corso, osservando sorpresa le uniche 4 persone già sedute nei rispettivi banchi.
Riguardai l'orologio al mio polso. Per Grazia Divina mancavano ancora pochi minuti prima dell'inizio della lezione.
Pensai accuratamente al migliore.
Ne scelsi uno in 3º fila. Nè tanto lontano, né tanto vicino.
Mi sembrò perfetto.

Al suono della campanella ricevetti sguardi curiosi, sguardi d'apprezzamento, occhiatine, e anche qualche commento. Ma non ci feci molto caso. Ero una faccia nuova e lo sarei stata per ancora molte settimane.

Poco dopo entrò il professore, un uomo alto, fin troppo alto, giovane età, magro, calvo, ed era la prima persona che vidi ad essere vestita in modo elegante lì dentro.
Fortunatamente non era una di quelle scuole dove il nuovo malcapitato si doveva alzare e parlare di morte e miracoli della propria vita sotto costrizione, a persone che nemmeno conosceva, anzi, il professore mi ha guardata, giusto per vedere la mia presenza, e poi ha continuato la propria lezione normalmente, senza nessun disturbo, almeno fino a quando un bussare alla porta lo fece smettere di parlare.

"Avanti" disse lui in modo sgarbato, sicuramente arrabbiato per essere stato disturbato.
Un ragazzo fece ingresso nella classe "Ah è lei Morris" alzò gli occhi al cielo "Già in ritardo il primo giorno di scuola, vada a sedersi!" continuò guardandolo.

Il ragazzo sbuffò andando in cerca con lo sguardo di un posto libero. Il suo sguardo finì su di me o meglio, al posto vicino al mio.
Contro voglia percorse tutta la classe e fece scivolare la sedia, causando un tonfo assordante per poi sedercisi svogliatamente. Era proprio un bel ragazzo, non era il mio tipo quello era sicuro. I tatuaggi ricoprivano entrambe le braccia, e la maglietta aderente bianca fece in modo di far vedere altri tatuaggi sull'addome. I capelli color cenere rasati ai lati, e scompigliati sulla parti superiore. Gli occhi.. Beh gli occhi non erano di certo come quelli del ragazzo visto stamattina e alla quale ho rotto il setto nasale, ma i suoi erano di un azzurro cristallino e ora che mi stavano guardando potei dire di non aver mai visto degli occhi così.. Un momento. Mi stavano guardando?
"Ti piace quel che vedi ?" Sussurrò ghignando, inchinando leggermente la testa ed avvicinandosi al mio viso per farsi sentire.
"Scusa " balbettai arrossendo e riabbassando lo sguardo. Ottima figura, Carly, ti mancava solo un secchio per tutta la bava che stava cadendo dalla bocca.
"Non ho detto di smettere" sorrise, notando il mio imbarazzo.
"Non ti ho mai vista qui" riprese parola. 
"Cioè non me ne frega niente di questa scuola ma me ne sarei accorto se una come te fosse presente o meno" parlò squadrandomi da capo a piedi.
"Sono nuova infatti.." Sussurrai muovendomi a disagio, in quel momento suonò la campanella e tutti iniziarono a sistemare le varie cose "Beh come ti chiami?" Continuò lui, alzandosi dalla sedia, facendomi un sorriso amichevole.
"Carly" gli risposi soltanto alzandomi a mia volta.
"Io sono Stephen." Mi comunicò, prima di uscire di corsa dalla classe. Che strano tipo.

•A disastrous love• (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora