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IN REVISIONE

Guardai spaventata l'ammasso di gente che corse dietro alla macchina, urlando e tirando le prime cose che trovavano sotto mano. Matt imprecò quando si senti una pacca sopra il tettuccio, probabilmente un sasso.

Aumentò smisuratamente la velocità, tant'é che mi misi ad urlare e mi aggrappai al suo braccio.

"Sei impazzito!" urlai, non appena uscimmo da quel posto orribile. Respirai profondamente, non riuscendo a capire cosa fosse successo appena poco tempo fa.

Lo guardai accusatoria, "Si può sapere che cosa hai portato e a chi ?" gli domandai, lui in risposta sospirò, continuando a guardare la strada tranquillamente, come se non fosse successo niente.

Alzai gli occhi al cielo, capendo che non mi avrebbe risposto.

"Chi è Stephan ?" Gli chiesi, allora. 

Ancora una volta non mi rispose, continuando a fare ciò che stava facendo, cioè guidare con molta cautela.

Ricordandomi che alla guida non prestava mai molta attenzione alle leggi, compresi che mi stava solo evitando, concentrandosi su altro.

"Mi rispondi?!" urlai, stanca e furiosa.

Lui esplose, parcheggiando velocemente ed emanando un urlo di frustrazione, battendo un pugno sul volante arrabbiato. Centrò precisamente  il clacson e, per sua sfortuna, un'anziana signora si spaventò così tanto che mollò la presa della busta della spesa, in men che non si dica una dozzina di arance si sparsero per il marciapiede.

La guardai, mortificata, e poi guardai Matt, che si teneva la testa fra le mani cercando di calmarsi.

"Vai ad aiutarla" gli ordinai, ormai stufa dei suoi attacchi d'ira.

Lui mi guardò confusa, per poi focalizzarsi sull'anziana proprio dietro di me.

Fece una smorfia e parlò piano con voce bassa "Non ci penso nemmeno"

Aprì la bocca sconcertata, poi mi strappai la cintura di dosso e uscì dalla macchina con un "Sei proprio un maleducato" sbattuto in faccia.

Mi avvicinai velocemente a lei quando vidi che si stava sforzando per inchinarsi.

"Aspetti,l'aiuto" le dissi cortese, inginocchiandomi ed iniziando a raccoglierle.

Non facendo apposta spinsi un arancia. La guardai allontanarsi, feci per alzarmi, ma mi bloccai appena la scarpa di Matt la fermò. Si accasciò come me e la raccolse, lo osservai sorpresa, aveva la sua solita aria menefreghista, con gli occhi svogliati e con una sigaretta fra le labbra.

Me la passò con altre due arance e si allontanò, senza dire una parola.

Allora mi alzai, mettendo tutta la frutta dentro il sacchetto che la signora mi stava porgendo sorridente.

"Grazie di cuore, cara. Non sarei riuscita a raccoglierle tutte." Mi ringraziò la signora, con un filo di voce.

"Non deve ringraziare, è colpa mia se è successo" specificai, dando un occhiata veloce a Matt, che se ne stava appoggiato alla macchina guardandomi, mentre del fumo denso uscì dalla sua bocca.

"Sa, siete una coppia perfetta, mi ricordate me e mio marito" Parlò la signora. Mi girai ad osservarla e chiarì subito con un po' di imbarazzo.

"Noi non stiamo insieme" Ammisi velocemente, in risposta lei mi sorrise calorosamente.

"Oh ma lo sarete molto presto, si vede da come lo hai guardato e come lui ti sta guardando ora, sembra che abbia paura che tu possa scappargli da un momento all'altro, non ti stacca gli occhi di dosso. Proprio il mio Edward era così, protettivo e menefreghista quanto basta, ma c'era così tanta bontà nel suo cuore che quelle cose passavano in secondo piano" Mi girai di nuovo verso di Matt, il suo sguardo trafisse il mio.

"Beh, ora aimè devo andare, fa troppo caldo per stare in giro per una giovincella come me, grazie mille tesoro, arrivederci" Con mano tremante mi sfrego il braccio e mi sorrise, iniziando ad incamminarsi con passo lento verso casa sua. Aggiunsi un "Arrivederci" caloroso e mi diressi verso Matt, che ora se ne stava girato di spalle a guardare un piccolo graffio sul parabrezza.

Sbuffò, triste di vedere la sua adorata macchina maccata.

Entrai in macchina, e aspettai che lui facesse lo stesso. Ma ciò non accadde, la portiera si aprì di nuovo, facendomi trovare il viso di Matt a pochi centimetri dal mio.

Lui mi fissò le labbra, ma poi aggiunse velocemente un "Scendi" per poi spostarsi per farmi passare.

Rimasi delusa, quando si allontanò, ma non lo feci vedere e scesi velocemente.

"Cosa vuoi fare?"

"Devo bere" rispose semplicemente, chiudendo la porta e allontanandosi.

Io lo segui senza ribattere, almeno per una volta...

Entrammo nel bar dall'altra parte della strada.

Lo guardai disgustata, notando almeno 2 ditate per sedia. Anche Matt lo notò, ma non disse nulla e andò al bancone, ordinò 2 birre ad un uomo e poi mi fece segno di seguirlo.

Arrivo ad un tavolo, e con un tovagliolo pulì 2 sedie.  Ci sedemmo e sospirai.

"Arriverò mai a casa?" parlai più a me stessa che a lui, sfregandomi gli occhi.

"Ti trovi tanto male?" La voce di Matt mi arrivò alle orecchie, lo guardai sorpresa.

"Litighiamo ogni secondo... no, non mi trovo male" parlai ironicamente.

Lui abbassò il capo, guardando il tavolo tempestato di scritte, non adatte ad un pubblico minorile.

"Senti, mi dispiace, ok? ogni singolo secondo della giornata mi ritorna in mente il nostro bacio, e mi manda letteralmente in bestia sapere che per te non è contato niente, comportandoti come se non fosse successo." Sobbalzai quando venne nominato il bacio.

Le vene del suo collo aumentarono smisuratamente, segno che stava per avere un altro attacco.

D'istinto gli presi la mano, facendogli delle piccole carezze. Lui si placò, facendo alcuni respiri profondi.

Ad un certo punto sbuffò e sciolse la presa, portando le varie mani sotto al tavolo. All'inizio lo guadai confusa, quando poi sentì qualcosa tirare la mia sedia proprio al suo fianco sorrisi.

Una volta praticamente appiccicata a lui, mi prese il viso con entrambe le mani e poso le sue morbide labbra sulle mie.

•A disastrous love• (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora