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Il giorno dopo decisi di non andare a scuola.
Grazie ai buoni voti e alla mia presenza costante un giorno non farà nessuna differenza.
E poi capiamoci, sembro un panda con questo occhio nero.
Con mia grande sorpresa mi svegliai presto.
Andai dritta in doccia e mi cambiai.
Misi un po' della pomata che con mia grande sorpresa mia madre mi ha lasciato sul comò e scesi di sotto.

Sara deve aver parlato con i miei, altrimenti mi avrebbero già assalito di domande.

"'Giorno" pronunciai velocemente entrando in salotto.

"Buongiorno tesoro" mio padre mi rispose con entusiasmo.
Dato che fino a due giorni fa non lo guardavo nemmeno in faccia, credo che dargli il buongiorno sia un grande passo avanti.

Sto iniziando ad accettare questa storia. Negativamente, ma la sto accettando.
È successo piú di un mese fa, ed indietro non si può tornare.

"Hem.. tesoro possiamo parlare?" Mi morsi il labbro.
Era proprio quello che temevo.
"Forse è meglio non ora.." gli risposi di rimando.
Sapendo benissimo che non concluderemmo niente.

"Ok, quando sarai pronta cercami.
Non farti problemi, capito? Io ti ascolterò sempre"

Annui un paio di volte sentendo gli occhi pizzicare e velocemente uscí di casa.
Potrà sembrare una cosa stupida, ma per me la fiducia vale piú di tutto.

Sbuffai e mi guardai intorno, notando la mia adorata bici. Mai usata.

Non sono un fenomeno, ma so andarci.
Mi diressi velocemente verso ad essa venendomi in mente un'idea.

"Dato che la patente me la posso scordare per ora, mi posso arrangiare."

Ci salí su velocemente, appoggiando la mia borsa nel cestino e mettendomi gli occhiali da sole cercando di mascherare l'enorme livido.

Con un po di fatica riuscì ad andarci.
Non mi sono mai impegnata per imparare ad andarci.
Forse perché fin da piccola pensavo che ci fosse Ben ovunque io andassi, con la sua macchina.
E invece..

In pochi minuti ci presi mano, sorpassai persino una coppia di ragazzi.
Un gran passo avanti.
Esultai mentalmente.

Mi diressi verso il parco, dove con grande mia sorpresa e delusione trovai tantissimi bambini.
Ma non vanno a scuola?

Mi fermai e mi diressi verso il mio posto abituale.

Esattamente sotto una grande quercia, lontana da tutti.

Mi distesi sotto di essa, utilizzando la mia borsa come cuscino, per restare più comoda.

Pensai a tutte le cose che mi stavano capitando. Fino a due mesi fa rimanevo rinchiusa in casa, parlando soltanto con mamma, papà e Ben. Ora invece, sembra che un uragano abbia incasinato tutta la mia vita.

Cercai di pensare ad altro, ma è come se la mia mente fosse fissata solo ed esclusivamente ad una cosa. Matt. Dato che è passato più di 1 mese all'accaduto pensavo che il mio sentimento verso di lui si fosse placato. Invece mi sono sbagliata di grosso. Il mio sentimento per Ben non è cambiato affatto, anzi è come se la distanza avesse amplificato il tutto.

E me ne resi conto soltanto ora.

Inclinai un po' la testa, osservando una coppia di ragazzini non poco lontani da me.

Avranno avuto si e no 15 anni.

Lui le prese la mano e lei iniziò a ridere per l'imbarazzo. A quest'ora dovrebbero essere a scuola. Chissà che non abbiano fatto una fuga d'amore, nascondendosi al parco.

•A disastrous love• (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora