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IN REVISIONE

"Hai preso tutto? Non ti sei dimenticata nulla vero? se hai bisogno chiamami, non allontanarti mai dal gruppo e fai attenzione agli sconosciuti." mi tappai le orecchie iniziando a saltellare.

"Si,si,si,si,si ho capitoo" Mio fratello iniziò a ridere, prendendo le chiavi della macchina e la mia valigia mentre io cercavo di rassicurare mia madre, non sono mai andata così lontana senza di loro, e questo manda l'ansia di mia madre sopra le stelle.

Mi abbracciò e ricambiai "Fai la brava, mi raccomando" Annuii sciogliendo l'abbraccio.

Salutai mio padre e saltai sulla macchina di Ben, eccitata.

Lui non mi diede attenzioni e continuò a parlare al telefono. Azionai gli amplificatori nella mia testa e riconobbi la voce squillante di Sara.

"Sara!" urlai, una volta rubato il telefono dalle mani di mio fratello.

Lui mi guardo imbronciato e partimmo.

"Tesoro!" mi rispose lei.

"Sei una stronza, tu vai nella mia terra e io non posso" si lamentò, tirando su col naso.

Sara, da come si può intuire dal nome, ha origini italiane. Sfortunatamente a causa dell'influenza i suoi l'hanno segregata in casa impedendogli di andare in gita.

Risi ai suoi lamenti.

"Ora ti ripasso il tuo fidanzato che mi sta spaccando l'anima" sbuffai guardando Ben che continuava a picchiettarmi sul ginocchio.

Ebbene si, Ben e Sara stanno insieme. Cosa assurda visto che si conosco si e no da 3 settimane.

"Ok amore, divertiti e chiamami ogni giorno" ricambiai il saluto e passai l'ormai desiderato telefono a Ben, che non appena lo portò all'orecchio, incominciò a parlare a raffica scusandosi e dicendogli che sarebbe passato da lei.

Esultai quando vidi la scuola in lontananza, appena accostò scesi velocemente, stanca di sentire Ben parlare.

Presi le mie due valige e corsi verso Stephen.

"Buongiornoo" urlai eccitata di partire, ricevendo solo uno sguardo stanco da parte di quest'ultimo.

"Come fai ad essere così squillante di prima mattina." si massaggiò le tempie, seguendo uno sbadiglio subito dopo.

"Ma come, stiamo andando in Italia! Il mio sogno" Parlai con voce fievole immaginandomi di essere già li.

Ad interrompere le mie fantasie fu il nostro professore di educazione fisica.

"Ok ragazzi, i pullman della 4b e della 4d sono già partiti. Come al solito siamo noi quelli in ritardo, quindi ora branco di caproni salite su questo benedetto pullman e sedetevi." urlò col megafono, facendo tappare le orecchie di molti ragazzi e facendo svegliare del tutto Stephen, che ora aveva gli occhi spalancati.

Ci incamminammo verso il pullman, io dietro a Stephen con una mia valigia, mentre l'altra la portava lui con il suo borsone.

Ci sedemmo. Ovviamente non poté che andare nell'ultima fila.

Buttò le valigie nei due sedili di fianco a noi, mentre ci sedemmo comodamente nei 3 rimasti.

"Se quei posti devono essere occupati da altra gente ?" chiesi, notando che diversi ragazzi allungavano il collo per capire se erano effettivamente liberi oppure occupati.

"Nessuno si siederà qui, ci sono altri 30 posti liberi" mi rispose lui, mettendosi comodo nel posto in centro, stendendo le sue lunghissime gambe per essere più comodo.

Io feci spallucce, e cercai un altrettanto posizione comoda per le 3 ore successive.

Avendo due sedili disponibili mi appoggia con la schiena al vetro e allungai le mie gambe su quelle di Stephen, senza tante pretese.

Sospirai realizzata di aver trovato una posizione comoda.

"Se non sposti le tue gambe dalle mie parti basse, te le sposto io" mi comunicò Stephen con gli occhi chiusi.

Arrossì in modo violento quando constatai che le mie gambe erano appoggiate veramente sul suo rialzamento, risi isterica e le spostai appena.

"Scusami"

Lui rise con me, mentre il pullman iniziò a muoversi.

"Allora, con Matt?" mi chiese lui, aprendo gli occhi e guadandomi con quei fari cristallini.

Alzai le spalle non sapendo cosa dire, o forse semplicemente volevo sviare l'argomento.

"Certo, però, che potevi trovarti una scusa migliore" risi scuotendo la testa.

Lui si fece serio "Era la prima cosa che mi era venuta in mente" si difese, sorridendo subito dopo.

"No dai, davvero, come sta andando? Lo vedo molto preso" a quelle parole il battito del mio cuore accelerò.

Alzai ancora le spalle.

Stephen alzò gli occhi al cielo "Ok, ho capito. Non vuoi parlarne" si sistemò meglio sul sedile e si infilò le cuffiette.

Decisi di imitarlo, chiudendo gli occhi e godendomi il viaggio.

....

Uno toccare alla spalla mi fece svegliare. Cacciai via la mano di Sthepen con un "Piantala" e mi rimisi comoda.

"Piccola, se non ti alzi ora ti porto giù io con la forza" Sbarrai gli occhi alla voce di Matt.

"C-che cosa ci fai qui?" gli chiesi, cercando di sistemarmi il più possibile.

Lui sorrise e allungò il pollice verso la mia fronte, strofinandoci su il pollice.

Sicuramente ero in pessime condizioni.

"Siamo arrivati. Abbiamo l'aereo fra mezz'ora" si alzò, prendendo le mie due valigie e dirigendosi verso l'uscita del pullman.

"Cosa fai, sono pesanti" gli urlai dietro, vedendo che le alzava senza difficoltà.

"Tu preparati e scendi" chiarì, scomparendo.

Corrugai la fronte non capendo. Perché dovrei prepararmi ?

Tirai fuori lo specchietto dalla borsa e mi si fermò il cuore.

La scritta "I love the penis" si trovava evidente sulla mia fronte.

Urlai e scesi dal pullman, prendendo tutte le mie cose.

"Stephen!" urlai, facendo attirare tutta l'attenzione su di me. In un attimo mezza scuola iniziò a ridere e a prendermi in giro.

Io passai con grandi passi vicino a Matt e gli lanciai la mia borsa, dopodiché iniziai a correre verso Sthepen.

Quest'ultimo si asciugò le lacrime e iniziò a correre nella parte opposta. Iniziò così un inseguimento nell'aeroporto, dove io e Stephen ci divertivamo, e gli insegnanti ci urlavano contro.

A concludere la nostra corsa fu Matt, che riuscì ad acchiapparmi, prendendomi per i fianchi ed incollandomi a se.

"Sarà una bella vacanza" rise, raggiungendo gli altri senza mollarmi.

•A disastrous love• (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora