Ora che è successo ciò che è successo non posso che pormi la fatidica domanda: Cosa ci dovrei fare con il bambino? Tenerlo o abortire?
Non so davvero che fare.
Da un lato, sono perfettamente consapevole che sarebbe un grandissimo impegno, e che porterebbe a moltissimi sacrifici, di conseguenza abortire sarebbe la scelta migliore.
Io vorrei continuare gli studi e laurearmi, e con il bambino sarebbe terribile.
E poi, non posso certo chiedere ai genitori di Erika -che ancora non sanno niente- di aiutarmi con le spese. Fanno già troppo ospitandomi qui, e mi sentirei in debito fino al collo.Dall'altra parte, però, c'è una vocina dentro di me che mi dice che uccidere questa creaturina sarebbe estremamente sbagliato.
In fondo, chi sono io per porre fine alla vita di qualcuno, seppur quel qualcuno una coscienza ancora non la abbia?
Quello in questione è sempre mio figlio e, per quanto possa essere arrivato in un momento sbagliato, c'è qualcosa, come un istinto, che me lo fa amare incondizionatamente, anche se so della sua esistenza da così poco.
Ciò che decido io, però, conta solo fino ad un certo punto.
E se vivere a lui non piacesse? E se, un giorno, quando sarà adolescente, mi rimproverasse gridandomi "Chi ti ha chiesto di mettermi al mondo? Perché lo hai fatto? Perché?"
In questo caso, mi viene naturale rivolgermi alla mia pancia, o meglio, a ciò che vi si nasconde dietro.
La vita è una gran fatica, bambino. Vivere è una guerra che si ripete ogni giorno, e i momenti di gioia solo solo piccole parentesi che si pagano ad un pezzo crudele.
Come faccio a sapere che non sarebbe giusto buttarti via, come faccio ad intuire che un giorno non vorresti essere restituito al silenzio? Non puoi mica parlarmi.
La tua goccia di vita è solo un nodo di cellule appena iniziate. Forse non è nemmeno vita, la tua, ma possibilità di vita.
Eppure darei tanto perché tu possa aiutarmi con un cenno, un indizio.Perché stai lasciando questa scelta così difficile a me? Perché non mi dici cosa vorresti tu?
Ti piacerebbe correre all'aria aperta, inseguire le farfalle, e guardare il cielo? Ti piacerebbe conoscere altri bambini piccoli come lo sei tu, e giocare con loro? Vorresti che ti facessi ridere e che passassi tutto il mio tempo con te? Vorresti fare le tue prime esperienze di vita, provare amore per qualcuno?Ti piacerebbe conoscere il dolore, la sofferenza, la solitudine? Sei curioso di scontrarti con l' infamia della gente? Brami di portare avanti i tuoi valori che verranno poi fatti a pezzi da chi sarà più importante di te nella società?
Vivere ha un prezzo, non sarà sempre rose e fiori, e più avanti andrai con gli anni, più te ne renderai conto, diventerai consapevole.
Perderai la tua innocenza di bambino e dovrai scontrarti con la cruda realtà. Vale davvero la pena di vivere?
Vale davvero la pena di sopportare tutte queste sofferenze che ti faranno sprofondare nell' infelicità? Almeno, questo è ciò che solitamente succede.Penso di essere tra le poche future mamme adolescenti a porsi queste domande. La maggior parte di loro, rinuncerebbe solo per non dover affrontare il dolore del travaglio e successivamente del parto.
Io non ho paura del dolore, voglio solo fare le cose per bene, senza dover poi avere rimpianti in un qualche lontano -ma non poi così tanto lontano- futuro.Forse, varrebbe la pena di farti nascere, perché credo che nulla sia peggio del nulla.
Tu ora vivi nel nulla, in una specie di limbo, dove la consapevolezza non ti è stata ancora data.Io, te lo ripeto, non temo il dolore. Esso nasce con noi, cresce con noi, ad esso ci si abitua come al fatto di avere due braccia o due gambe.
Io, in fondo, non temo neanche di morire: perché, se uno muore, vuol dire che è nato e che è uscito dal niente.
Io temo il niente, il non esserci, sia pure per caso, sia pure per sbaglio o per altrui distrazione.
Perché è così difficile? Io, questo discorso, se le cose fossero andate normalmente, non avrei mai dovuto fartelo, almeno non prima che decidessi di avere un figlio di mia spontanea volontà.
La confusione che ho in testa non accenna a diminuire, non fa altro che aumentare. Cosa dovrei fare? Che cosa?
Parlami, bambino. Perché non mi parli?
Ti diverti a vedermi così, forse? Ti piace percepire il mio tormento? Non lasciare a me questa scelta, ti prego.
Ho bisogno di chiarimenti, di consigli, voglio avere delle risposte.
Non sono mai stata brava a fare le scelte giuste, e ora più che mai ho bisogno di qualcuno che mi guidi.
Cos'è giusto fare? Cos'è meglio per te?Sarai abbastanza forte per sopravvivere a tutto questo, o ti lascerai abbattere? Sarai troppo debole per vivere? La accetterai questa vita che ti è stata offerta?
È giusto che io mi preoccupi, perché voglio solo il meglio per te, bambino.
Ma ciò che è meglio per me, non è affatto detto che sia il meglio dal tuo punto di vista, ed ecco che siamo punto a capo.Tutte le domande che mi sono posta in precedenza si ripetono ancora, ancora e ancora in un loop infinito che non porta risposte rilevanti.
Tutto ciò deve essere uno scherzo del destino che, evidentemente, prova gusto nel vedermi soffrire, delirare, stare in questo stato di confusione.
Un evento sbagliato che ne sussegue un altro di altrettanto sbagliato.
Se succederà qualcos'altro probabilmente la mia forza mentale, già messa fin troppo alla prova, mi abbandonerà del tutto.
Prima mia sorella, poi i miei genitori, Jamie, e ora questa piccola creatura. Quanto posso andare avanti?
Tutto ha un limite, deve avercelo.
Deve esserci per forza qualcuno dall'alto, che ci tiene a rendere in particolar modo la mia vita un inferno.
Rido solo al pensiero.
Ne ho superate di ben peggiori, e devo farcela anche questa volta; lo devo a me stessa, mi sento di dover dimostrare qualcosa.
Devo superare questo ostacolo, sia nel caso dovesse essere una perdita, facendo sì che il barlume di vita di mio figlio venga spento per sempre, sia nel caso dovesse essere una sfida, facendo sì che venga accolto in questo mondo.
***
Ciao a tutti! Ecco a voi questo nuovo capitolo, che spero vi sia piaciuto! Nel caso fosse così, vi chiedo di farmelo sapere, lasciando un voto ed un commento sincero; positivo o negativo che sia, sarà sempre ben accetto.
Questo è un capitolo un po' corto, ma mi era davvero fondamentale.
Cosa ne pensate della situazione? Secondo voi, cosa dovrebbe fare Luna? Tenere il bambino, o abortire? Ogni opinione a riguardo, scrivetemela qui sotto.
Tengo davvero tanto a ricevere un vostro parere, soprattutto in questa parte della storia.
Detto ciò, vi saluto, e vi mando un bacione! X
-Mary
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Nient'altro che te
Teen FictionLuna, dopo la morte della sorella, cade in una spirale di tristezza che non le da nessuna tregua. La voglia di vivere la ha abbandonata e ormai non si ricorda più com'è essere veramente felice. A peggiorare le cose c'è un odio infondato da parte de...