Stare qui a sforzarmi di tirar fuori dalla mia testa delle risposte, si sta rivelando davvero inconcludente. Per quanto mi stia sforzando, sembrano non voler arrivare mai, non diversamente dal solito.
Forse dovrei solo affrontare le mie paure e decidere di parlarne con Jamie, dopotutto, credo sia giusto che lo sappia, e magari potrebbe aiutarmi a decidere cosa fare.
Avrei bisogno di tutta la forza mentale e l'autocontrollo possibili per riuscire ad affrontarlo, soprattutto se deciderà di comportarsi come ha fatto fino ad ora, ovvero da emerito stronzo.
Il suo comportamento mi sta facendo andare letteralmente fuori di testa, oltre che a farmi soffrire; come se non mi avesse causato già abbastanza dolore...
Tutto questo è stato un terribile sbaglio dal quale non si può più tornare indietro, mi sta trascinando sempre più giù, mi sta lacerando le ossa da dentro, a poco a poco.
È un male, una minaccia invisibile che si è insidiata in me e che non se ne vuole andare, che sta provando a distruggermi in una maniera dalla quale non potrò più riprendermi.
È la sua assenza che mi sta distruggendo, la mancanza di ciò che mi aveva fatto tornare finalmente viva, e che ora è solo un debole ricordo, tutto ciò unito al suo menefreghismo.
Come ho potuto fidarmi? Avevo costruito un muro attorno a me con tanta cura e lui è riuscito ad abbatterlo in pochissimo tempo, ancora non so spiegarmi come abbia fatto.
Vorrei solo poter cancellare tutto quanto e non dover più imbattermi negli occhi del mio angelo dannato.
***
Le braccia incrociate, sono appoggiate al banco e la mia testa è sopra di esse. Vista da fuori potrei sembrare stanca, ma il mio cervello è tutt'altro che addormentato.
Sto cercando di formulare una frase che abbia del senso compiuto che possa spiegare la situazione a Jamie. Di sicuro non posso "buttargli la notizia in faccia" come se niente fosse.
Non so quale sarà la sua reazione, soprattutto data la situazione compromettente in cui siamo.
Perché deve essere così complicato? Perché?
«Ma li vuoi togliere 'sti capelli dal mio banco? Già devo sopportarti tutti i giorni, e in più invadi anche il mio spazio?» esordisce quella cretina che mi ritrovo accanto.
Buttarla giù dalla sedia e prenderla a schiaffi, sembrerebbe una proposta alquanto allettante, ma non credo mi gioverebbe molto.
«Guarda che l'unica che deve sopportare qualcuno qui dentro, sono io. Tu di certo non sei in banco con una stronza viziata e, come se non bastasse, anche troppo permalosa» le dico, alzando leggermente la testa dalla mia posizione, per poi fulminarla con lo sguardo.
Ogni giorno che passa è sempre più insopportabile. Credo provi gusto nel darmi fastidio e, nel caso non dovesse essere così, mi dispiace per quelli che dovranno passare il resto della vita con lei.
«A chi hai dato della stronza viziata, scusa?» mi chiede lei, facendo una faccia sconcertata.
«Che c'è, non lo sapevi?» le chiedo distrattamente, gettandole addosso tutto il mio menefreghismo nei suoi riguardi.
«Non ti conviene giocare con me, ragazzina, posso rovinarti in meno di un secondo» mi risponde con aria di superiorità.
Non oggi, quando sono nervosa divento intrattabile, e credo che riuscirei a fare invidia a Satana.
«E come, correndo da papino?» ribatto, guardandola con un sopracciglio alzato.
Da tutti è risaputo che Serena è figlia di uno dei più ricchi imprenditori della città. Ha sempre avuto tutto dalla vita e non credo sia mai stata a contatto con dei veri problemi. Il suo massimo dramma esistenziale penso sia stato se comprarsi una borsa di Louis Vuitton, oppure di Coco Chanel.
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Nient'altro che te
Fiksi RemajaLuna, dopo la morte della sorella, cade in una spirale di tristezza che non le da nessuna tregua. La voglia di vivere la ha abbandonata e ormai non si ricorda più com'è essere veramente felice. A peggiorare le cose c'è un odio infondato da parte de...