Capitolo sessanta

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Dopo leggete tutti lo spazio autrice in fondo al capitolo, è importante.

LUNA'S POV

È inevitabile, ogni avvenimento comporta delle scelte. Bisogna sapersi adattare al bene più grande, spesso rinunciando a qualcosa. In questi ultimi mesi, il mio piccolo mondo è stato completamente stravolto, e ciò che prima consideravo un bisogno primario, ora non lo è più di tanto.

Quest'anno avrei dovuto concludere la scuola, ma, ora come ora, il diploma lo sto vedendo un po' più irraggiungibile. Non ho smesso di frequentare le lezioni, ma, tra la pancia che continua a crescere e dei compagni che cominciano a sospettare qualcosa -ormai non più facilmente celabile grazie ad una felpa un po' più grande del normale-, non so ancora per quanto possa andare avanti a frequentare quell'istituto. Prima o poi lo verranno a sapere comunque, lo so più che bene, ma, a parer mio, è meglio che le cose vadano così. Non sono proprio in vena di frecciatine da parte di qualcuno.

Gli ultimi due sono stati giorni difficili, composti principalmente da discussioni con Jamie sull'argomento "scuola". Parte del voto per l'"A-level" lo abbiamo già, grazie all'"AS" svolto l'anno scorso e anche grazie al fatto che una percentuale del voto finale è data dall'andamento scolastico in questi due anni. Per lui non dovrebbe essere troppo difficile recuperare lo studio perso nell'ultimo periodo, ed avere comunque un buon voto nei test. Dopo quello che gli è successo ad International Falls, so quanto possa essere provato mentalmente, ma so anche che è un ragazzo intelligente e che sa impegnarsi al massimo per raggiungere un obiettivo. Sono certa che ce la farà.

Per quanto riguarda me, invece, non penso di poter dire lo stesso. Ultimamente, sembra che la mia concentrazione stia facendo di tutto pur di essermi completamente inutile. Continuerò a studiare da casa e, magari con un po' di ritardo, ma ci terrei a diplomarmi anche io. Il problema, però, non sta certo in questi questi esami, ma in ciò che sarebbe dovuto accadere dopo.

Andare all'Università era uno dei miei sogni nel cassetto, ma, con due bambini a cui badare, ho dovuto fare una scelta. Laurearmi era una cosa che desideravo davvero, che pretendevo di fare, e rinunciarvi è stato più difficile di quanto avrei pensato. È stata una cosa che ho percepito come una bastonata terribilmente dolorosa, che con il passare delle ore non ha mai accennato a diminuire. Senza una laurea in mano forse non riuscirò a realizzarmi del tutto.

Pensare di dover lasciare quel desiderio tra quelli impossibili da realizzare -almeno per un lasso di tempo abbastanza lungo- mi ha fatto sentire svuotata ed impotente, però, se devo mettere le alternative a confronto, sono certa di voler mettere i miei figli sempre al primo posto. Voglio poter restare con loro. Non hanno bisogno di una madre assente.

Sapevo che sarebbe dovuto succedere, l'ho saputo dal giorno in cui mi sono resa conto di non voler porre una fine a nulla. Per forse troppo ho contemplato l'opzione con la quale avrei potuto liberarmi di questo "fardello", e l'avere nostalgia della vita che avrei potuto avere facendo quella scelta mi fa sentire tremendamente sbagliata. Non è quello ciò che voglio. Ora, sono questi due bambini ad essere il centro del mio mondo.

L'ospedale mi stava prosciugando le forze ancor prima di dover entrare, ma io neanche me ne sarei resa conto. Se non fosse stato per quella donna di cui ancora non conosco il nome, probabilmente adesso starei ancora insultando a pieni polmoni la scienza per avermi tentato con quell'atrocità. Perché, in fondo, l'aborto non è altro che questo: un peccato atroce di cui non si dovrebbe macchiare nessuno. Uccidere è decidere per qualcuno senza chiedergli il permesso. Uccidere è spegnere qualcosa a cui non spetta a noi porre fine.

Ogni tanto ancora ci ripenso, a quella donna, allo sguardo disperato e puro che aveva mentre mi parlava. Ha raccontato la sua storia ad una perfetta sconosciuta, solamente per provare a salvare delle vite, e mi rendo conto che non potrei mai esserle più grata di così.

Nient'altro che teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora