Ore dieci del mattino. Mi alzo sento un rumore simile ad un colpo di pistola.
Tiro fuori la pistola dalla tasca e mi avvio verso la cucina, da dove proveniva il rumore.
Non ci posso credere. È lei. Caroline. Con una pistola puntata su Ludovic.
"Non oserai spararlo vero?" dico spaventata.
"Oso eccome." Esclama lei.
"Sophie, scappa!" mi urla Ludovic.
"Mai. Dov'è Robert?" le chiedo.
"Giù in cantina insieme ai tuoi. Tranquilla, sta bene. Quella che non starà bene sarai tu." Mi minaccia.
"Va bene. Basta che lo lascerai stare." Ribatto.
"Sai, ieri sono arrivata a Chicago, ma non mi sono resa conto che avresti trovato un nascondiglio del genere." Afferma ridacchiando.
"Caroline, fai di me quello che vuoi, ma lascia stare Ludovic." Le supplico.
"Se non farai quello che ti dirò io, di addio al tuo ragazzo. Sono stata abbastanza chiara?" mi domanda con tono minaccioso.
"Chiarissima." Affermo.
Cerco di trattenere le lacrime, al solo pensiero che non rivedrò mai più i miei, Robert e Ludovic.
Caroline spara sul soffitto come un gesto di vittoria.
"Sei soddisfatta ora?" la minaccio.
"No." Afferma.
D'un tratto, con la coda dell'occhio vedo che mira per sparare Ludovic. Mi butto addosso a lui e schiviamo entrambi il proiettile.
Gli passo una pistola ed entrambi la circondiamo armati di pistola con proiettili carichi.
"Chi è in trappola adesso?" esclamo.
"Non ti conviene sfidarmi ragazzina." Ribatte accennando un sorriso.
"Lo sto già facendo. Ti conviene sparire e torna quando sarai più armata. Fuori di qui!" le urlo minacciandola con una pistola.
"Va bene. Ci vediamo presto, Rigida." Mi minaccia.
"Non vedo l'ora." Ribatto.
Dopo un po' apro le porte della cantina e trovo Robert e i miei con una faccia un po' sorpresa nel vedermi qui.
"Sophie! Sei viva! Che è successo?" mi chiede papà.
"So solo una cosa. Domani all'alba andiamo a parlare urgentemente con gli eruditi. Okay?" propongo.
"Okay. Accenno già qualcosa a Kira?" mi domanda Robert.
"No, ci vedremo direttamente domani. Non c'è n'e bisogno al momento." Affermo.
"Va bene." Dice Robert.
"Ei, tutto bene?" mi chiede Ludovic.
"Ora che ci sei tu si." Esclamo.
"Sono contento. Ora riposati." Mi incita.
"Va bene. Svegliami se ne avrai bisogno." Dico.
"Certamente." Afferma.
Anche se non sono molto stanca mi riposo su una sottospecie di divano.
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I'M A WARRIOR NOT A WORRIER
Ciencia FicciónPROLOGO Io sono Sophie, ho sedici anni e vengo da Chicago: città divisa da fazioni dove la gente cerca di svolgere il proprio ruolo al meglio; io sono un’abnegante e nonostante abbia passato tutta la mia vita in questa fazione mi sento insoddisfatta...