"L'HANNO SPARATO."

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"Sophie!" sento urlare il mio nome.

Sulla schiena sento le loro mani che mi sfiorano, quasi con delicatezza.

Mi sollevano e mi trascinano su un altro letto.

Starò sicuramente in ospedale.

Ad un certo l'infermiera mi inietta le flebo.

Il dolore è sopportabile, ma credo di aver perso i sensi quando mi ha l'ha iniettata.

Per un momento apro gli occhi e finalmente mi rendo conto dove sono.

Sono in ospedale, però il reparto per gli incidenti gravi, situato nel quartier generale degli eruditi. Evidentemente i tagli dovranno essere più profondi di quanto sembrano.

Mi alzo con calma per rimanere seduta sul letto.

Alzo per un minuto le lenzuola.

Sangue dappertutto.

Chiamo immediatamente l'infermiera.

"Oh cielo! Finalmente ti sei svegliata!" esclama accennando un sorriso.

"Perché le lenzuola sono sporche di sangue?" le chiedo.

"Oh, i tagli sul piede sono un po' profondi, ma tranquilla, rimarrai qui non ancora per molto. Qualche altro giorno basterà per poter medicare e chiudere le ferite." Dice.

"Va bene, per caso Ludovic è qui?" le domando.

"Ora chiedo al capo reparto." Risponde.

Vedo l'infermiera parlare con il capo reparto per un po' di tempo e dalle loro impressioni, deduco che si tratti di una cosa al quanto grave.

Ho il cuore in gola per l'ansia.

Dopo un quarto d'ora l'infermiera entra in stanza dicendo: "Ludovic non sta bene. Credo sia in sala di ricovero." Afferma.

"Perché che è successo?" chiedo spaventata.

"L'hanno sparato." Dice con una voce cupa.

"DOVE?" le domando con una voce tremolante.

"Alla gamba. Due colpi." Ribatte.

"Chi è stato?" urlo.

"Una certa Caroline." Risponde.

D'un tratto corro verso le sale ricovero per rivederlo, ma soprattutto per sapere se quello che gli è successo può essere grave.

L'infermiera mi blocca iniettandomi un siero che d'un tratto mi addormenta tutti i muscoli e cado in un sonno profondo.



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