"GUARDATI LE SPALLE."

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Mi sveglio presto verso le sei di mattina.

"Giorno!" esclama Ludovic.

"Ei. Vado a farmi una doccia. A dopo." Dico.

"Okay, ci vediamo in mensa per fare colazione va bene?" mi chiede.

"Ci vediamo lì." Affermo.

Mi raccolgo i capelli in uno chignon, simile a quello che faceva mia madre prima di andare a scuola.

Lo faceva ogni mattina. Era delicata nei suoi movimenti. E ogni volta riusciva a fare degli chignon perfetti.

Mentre mi strofino il corpo con la spugna, l'acqua che scende è fredda come il ghiaccio. A Chicago è un miraggio se trovi dell'acqua calda di prima mattina.

Il riscaldamento lo accendono il pomeriggio, proprio quando nessuno a quell'ora utilizza la doccia.

Sento dei passi vicino al bagno.

Non ci faccio caso e continuo a lavarmi.

Due minuti dopo.

Sento dei passi ancora.

D'un tratto mi cade una lastra di cristallo addosso.

Sento il sangue colare dappertutto.

Mi ricordo solo una frase: "Guardati le spalle."


I'M A WARRIOR NOT A WORRIERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora