Capitolo 26

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Capitolo ventisei.
Justin's Point Of View.
Eravamo ormai arrivati in chiesa da molto e la messa era cominciata già da molto, stava quasi per finire per tutto il tempo avevo notato lo sguardo di Selena attento, mai un secondo di distrazione, sembrava ammirare il tutto, era davvero magnifica anche quando prestava attenzione a qualcosa.
Dopo circa un quarto d'ora la messa finì ed uscimmo dalla chiesa tutti alquanto sorridenti. Eravamo davanti la grande scalinata quando arrivarono tantissime persone per salutare la mia famiglia, mi sentì un poco in imbarazzo, non ero abituato a tutto questo, no, per niente, l'attenzione di tutti si posò su me e Selena che eravamo accanto.
''Justin'' mi richiamò mia madre, mi avvicinai un pò incerto, subito dopo sentì la mano di Selena intrecciarsi alla mia e stringermi, capì che volesse trasmettermi sicurezza, sicuramente aveva capito la mia incertezza ''lui è mio figlio!'' mi presentò mia madre con fierezza nella sua voce.
''Tuo figlio?'' chiesero tutti con un'aria alquanto sconvolta.
''Si, mio figlio'' ribadì.
''Salve, sono Justin'' sorrisi timidamente portando una mano dietro il capo.
''Ciao Justin'' alcuni mi sorrisero, altri mi guardarono con confusione in viso, altri ancora probabilmente non ci credevono, troppi sguardi erano posati su di me ed io non ero abituato a tutte queste attenzioni.
''Lei invece è Selena ed è-'' non lasciai finire mia madre.
''La mia ragazza!'' esclamai sorridendo orgogliosamente della mia affermazione, vidi il viso di mia madre illuminarsi al pronunciare quella frase, avevo visto che Selena le piaceva molto e la adorava, anche mio padre mi sorrise e questo mi fece capire che era contento per noi.
''Piacere'' disse Selena dolcemente e con le guance rosse dall'imbarazzo, passammo altri dieci minuti lì, io e Selena chiaccherammo un pò e giocammo con Jazmyn e Jaxon che sembravano essere molto attivi nonostante l'orario in cui si erano svegliati, ma ovviamente loro c'erano abituati, mia madre lo faceva anche con me quando ero piccolo, sorrisi ricordandolo.
''Andiamo ragazzi'' ci sorrise mia madre.
''Aspettate!'' rispose Selena, tutti la guardammo un pò confusi ''beh ho notato che non avete una foto di famiglia tutti insieme e stavo pensando che magari vi farà piacere averne una della famiglia al completo'' sorrise dolcemente.
''Oh si'' esclamò mia madre entusiasta, nessuno contestò la proposta di Selena, era vero noi non avevamo una foto tutti insieme.
''Perfetto, mettetevi in posa, la faccio io'' estrasse una macchina fotografica dalla sua borsa, a quanto pare ci aveva già pensato ed era preparata per questo, mamma e papà si avvicinarono e Jaxon mi saltò in braccio invece Jazmyn mi abbracciò la gamba ed io le posai una mano sul capo ''Uno, due, tre, fatta!'' urlò entusiasta avvicinandosi a noi e mostrandoci la foto, era davvero bellissima, avevo una famiglia bellissima.
''Si è magnifica, ma manca una persona'' sorrise mia madre.
''Uhm?'' la guardammo tutti interrogativi.
''Ovvio manca Selena, tu fai parte della famiglia ora tesoro'' le sorrise mia madre, fui contento quando mia madre pronunciò quella frase, amavo che la facesse sentire a casa. Tutto era perfetto ''scusi'' mia madre richiamò l'attenzione di un signore ''può scattarci una foto?'' chiese mia madre e l'uomo annuì prendendo la macchina fotografica, i miei genitori si avvicinarono a noi, io avvolsi il mio braccio intorno al fianco di Selena che appoggiò il suo capo sulla mia spalla Jaxon e Jazmyn si misero in mezzo a noi abbracciandosi.
''Fatta'' sorrise l'uomo porgendoci la macchina fotografica e poi andando via, la foto era venuta davvero benissimo ed i nostri sorrisi erano la cosa migliore, eravamo tutti insieme e questa era la cosa più importante.
''Le farò incorniciare entrambe'' esultò mia madre contenta, sorrisi nuovamente alla sua affermazione.
''Su andiamo a casa'' sorrise mio padre contento.
Dopo un'oretta eravamo tutti a casa e mia madre e Selena stavano preparando il pranzo in cucina, io e mio padre stavamo guardando una partita di hockey, Jazmyn e Jaxon stavano giocando nelle loro stanza, eravamo tutti indaffarati, quando ad un certo punto suonò il campanello.
''Vado io'' disse mio padre, annuì mentre si alzava dal divano ed andava alla porta, passarono più di cinque minuti e mio padre ancora non era tornato, decisi di andare a controllare, mi alzai anche io dal divano e mi diressi verso la porta che notai fosse chiusa, la aprì e mi trovai davanti mio padre ed un ragazzo che poteva avere circa due anni in più di me, uscì e chiusi la porta alle mie spalle volendo capire cosa volesse quel ragazzo da mio padre ''Justin vai dentro'' disse mio padre.
''Chi è lui?'' chiese il ragazzo con un ghigno sul volto.
''Lu-lui non c'entra nulla con questa storia'' ribattè mio padre e notai un tono di preoccupazione nella sua voce.
''Ti ho chiesto chi cazzo è lui non se c'entra o meno in questa storia'' ringhiò il ragazzo infastidito.
''Papà chi è lui? E cosa vuole da te?'' chiesi confuso.
''Papà? Hai un altro figlio Jeremy?'' a farsi spazio sul viso del ragazzo tornò il suo ghigno divertito.
''S-si.. Lui è.. Justin'' sussurrò mio padre.
''Vuoi sapere cosa voglio dal tuo dolce e bravo paparino?'' chiese quel ragazzo sorridendo divertito dalla situazione, io annuì semplicemente, capendo che mio padre si era cacciato in qualche guaio ''tuo padre deve dei soldi al mio capo'' rispose tranquillamente.
''Quanti soldi?'' chiesi io.
''Justin no-'' mio padre s'intromise ma venne interrotto dal ragazzo.
''Zitto tu. Comunque cinquecento dollari'' rispose lui.
''Perchè vi deve tutti quei soldi?'' chiesi interessato.
''Sai Justin.. Justin giusto?'' chiese ed io annuì ''tuo padre qualche anno fa è venuto da noi'' capì subito cosa intendeva con 'noi', mio padre era andato da una banda di Stratford, lasciai continuare il ragazzo, interessato a sentire cosa avesse fatto mio padre ''e ci ha chiesto dei soldi, lui aveva perso il lavoro ma non voleva dirlo a tua madre, così li chiese a noi, che ovviamente essendo buoni glieli prestammo'' buoni.. Pff avevano solo uno scopo loro ''ma adesso lui non vuole ridarceli, ed è a conoscienza delle conseguenze che si pagano'' lo guardò con fare minaccioso.
''Posso pagare io per lui'' risposi tranquillamente.
''Non ci servono i tuoi soldi, noi vogliamo quelli di tuo padre'' ma che cazzo di senso aveva quest'affermazione?
''I soldi miei sono anche di mio padre'' ammisi io già abbastanza infastidito.
''Justin non voglio che tu paghi per i miei errori'' mi supplicò mio padre.
''Papà sta tranquillo, va tutto bene'' cercai di rassicurarlo, capendo che probabilmente per lui quella situazione era molto imabarazzante.
''Justin, Justin, Justin'' ripetè il mio nome tre volte ''o tuo padre paga o non lo rivedrete più, e deve farlo immediatamente'' esclamò mentre portava una mano dietro le spalle, sapevo cosa aveva intenzione di fare ma lo precedetti sul tempo ed estrassi la mia pistola.
''Sta fermo o giuro che ti ficco una pallottola nella testa, sono io che detto le regole qui'' dissi puntandogli la pistola in direzione della testa, notai lo sguardo di mio padre completamente confuso ed ancora incredulo ''adesso tu prenderai i soldi che ti darò e non ti farai più vedere nè tu nè qualche tuo amico o giuro che vi trovo e vi uccido tutti! Sono stato chiaro?'' il ragazzo annuì con un viso ancora sotto shock dal mio improvviso cambiamento ''perfetto, ecco a te i tuoi cinquecento dollari e non farti rivedere mai più'' risposi minaccioso, lui prese subito i soldi che gli porsi e corse via, mio padre mi guardò con un misto di gratitudine e incomprensione.
''Vieni con me'' mi disse affrettandosi ad andareverso il retro della casa, lo seguì e mi portò nella stanzetta degli attrezzi ''chi sei tu?'' mi chiese.
''Papà..io-'' non mi fece finire.
''Voglio la verità Justin! Non dirò nulla a tua madre'' disse lui rassicurandomi.
''Quando mi avete abbandonato a Los Angeles ho incontrato un gruppo di ragazzi con cui vivo, noi siamo una delle gang più importanti di lì'' ammisi.
''Tu uccidi?'' chiese mio padre preoccupato.
''Papà io sono come loro..'' ammisi riferendomi al ragazzo di poco prima.
''Mi dispiace Justin.. E' solo colpa nostra se adesso tu ti trovi in questa situazione'' disse mio padre sedendosi e portandosi le mani ai capelli.
''Papà va tutto bene, nessuno lo sa ed io ci ho fatto l'abitudine, però non voglio che tu chieda dei soldi a loro, puoi chiederli a me, non cacciarti nei guai per questo'' lo supplicai, ero serio, non volevo che andasse a chiedere i soldi a loro.
''Va bene Justin.. Manterrò il tuo segreto.. Solo stai attento e cerca di uscire da questo brutto giro'' mi disse preoccupato.
''Grazie papà'' averne parlato con mio padre mi aveva liberato di un grande peso ''papà se qualcuno minaccerà te o la mamma ed i bambini devi chiamarmi chiaro?'' chiesi io sperando che lui lo avesse seriamente fatto, annuì per risposta.
''Tu non ti droghi vero Justin?'' chiese mio padre mentre la preoccupazione gli si poteva leggere negli occhi.
''No papà, non mi drogo, non l'ho mai fatto, io fumo e basta'' ammisi.
''Capisco... Selena lo sa?'' mi chiese prendendomi alla sprovvista.
''N-no.. Lei non sa nulla di tutto questo, pensa che io sia un ragazzo normale che vive con i suoi amici soltanto perchè mi hanno trovato, sa solo che io fumo, lei non deve sapere nulla, metterei soltanto in pericolo la sua vita, ed è l'ultima cosa che voglio'' buttai fuori tutto d'un fiato, l'idea che lei potesse sapere qualcosa mi fece preoccupare notevolmente.
''Sei un bravo ragazzo Justin'' mi sorrise mio padre ''nonostante tutto'' coninuò ''voglio che tu stia molto attento, ti ho appena ritrovato, non voglio perderti di nuovo'' disse lui insicuro, annuì, nemmeno io volevo perderli, anche io li avevo appena ritrovati e perderli una seconda volta mi avrebbe sicuramente ucciso, non lo avrei permesso, per nessun motivo al mondo, non avrei mai fatto nulla che me li avrebbe fatti perdere ''su entriamo Justin, tua madre e Selena saranno preoccupate e probabilmente avranno finito di preparare il pranzo'' annuì ed entrammo in casa, mamma e Selena avevano appena finito di apparecchiare e posare i piatti in tavola, tutti insieme ci sedemmo e mangiammo, era davvero tutto buonissimo, si parlò del più e del meno, una volta finito il mio telefono vibrò e decisi di andare a parlare in camera mia quando vidi che era Chaz, sapevo che non chiamava per congratularsi ma che sicuramente aveva visto qualcosa di strano.
''Chaz'' risposi io.
''Ehi bro.. Come va lì a Stratford? I ragazzi mi hanno detto che hai trovato i tuoi genitori'' sorrisi, sapevo che qualcosa andasse male ma apprezzai che prima mi chiese della mia famiglia e di come andassero le cose qui a Stratford.
''Qui va tutto bene, solo ho avuto un piccolo incontro con uno di una gang di qui'' ammisi.
''Cosa voleva da te? Ha scoperto chi sei? Vuoi aiuto?'' chiese immediatamente preoccupandosi.
''No tranquillo, voleva dei soldi da mio padre, ma l'ho fatto ragionare'' pronunciai ridendo, lui capì subito cosa intendevo e rise anche lui ''ma adesso dimmi, che succede? Perchè mi hai chiamato?'' chiesi tornando serio.
''Scusami se ti disturbo e credimi non lo farei se non fosse necessario, ma ho seguito Jason in questi giorni ed il suo comportamento era davvero strano, si guardava sempre intorno e faceva tutto molto attentamente, quando ieri notte l'ho seguito l'ho visto incontrarsi con i The Snake'' mi disse, il sanguè mi ribollì nelle vene, come aveva potuto farci questo? Lui era andato dai nostri nemici, noi ed i The Snake avevamo sempre provato rivalità gli uni verso gli altri ma aspettavamo che gli altri attaccassero da anni.
''Tornerò a casa domani'' esclamai convinto.
''Justin mi dispiace-'' non lo lasciai finire.
''E' tutto ok Chaz, non è un problema'' risposi serrando la mascella.
''Va bene, ciao Justin'' rispose dispiaciuto.
''Ciao Chaz'' risposi io, dovevo tornare a casa, dovevo risolvere questo problema e se questo fosse significato uccidere Jason non mi sarei fermato dal farlo. Si lo avrei ucciso con le mie stesse mani per averci tradito.

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