Capitolo trentadue.
Nobody's Point Of View.
Selena era nella sua stanza, distesa nel suo letto, il suo sguardo era rivolto al soffitto, non smetteva di guardarlo, quelle parole continuavano a risuonarle nella testa, la scena di sua madre mentre sorrideva scrivendo della sua gravidanza continuava a ripetersi nella sua testa come una scena di un film di un vecchio disco rotto, continuava e continuava a vederla.
Erano passate ormai ore da quando lei si era chiusa nella sua stanza, nel frattempo, dei problemi sorgevano in quella casa, dovevano essere eliminati, loro dovevano agire quella sera, dovevano scontrarsi con quella gang che probabilmente li avrebbe uccisi se loro non agivano in tempo, Demi ed Ashley salirono nella stanza di Selena per avvisarla che quella sera sarebbe accaduto, che lei sarebbe tornata a combattere, a lasciare i corpi senza vita dietro di se mentre camminava vincente verso la sua auto, mentre tornava a casa con quei suoi occhi oramai neri, senza emozioni, con il vuoto dentro di lei, loro sapevano che quella sera lei avrebbe ucciso senza pietà, senza rimorso.
Selena's Point Of View.
Ero nella mia stanza, quando la porta si aprì non mi voltai nemmeno a vedere chi fosse, non m'importava, subito sentì il peso di due corpi sul mio letto, Ashley e Demi.
''Tesoro, ci dispiace davvero tanto disturbarti e se non fosse necessario noi non saremmo venute, ma Joe ha detto che dobbiamo agire questa sera, dobbiamo uccidere prima che lo facciano loro'' buttò fuori Demi, stringendo la mia mano con la sua.
''Okay, mi preparo e scendo'' fu l'unica cosa che riuscì a dire, loro annuirono lasciando la mia stanza, mi alzai dal letto mi diressi verso l'armadio, presi dei jeans neri, una maglietta bianca, l'intimo e mi diressi in bagno accesi il getto d'acqua che si riscaldò mentre io mi spogliai, subito dopo mi infilai sotto il getto d'acqua, strofinai per bene il sapone su tutto il mio corpo, massaggiai più volte la mia testa, quella scena continuava a ripetersi, non riuscivo a smettere. Avevo un brutto presentimento, quella sera qualcosa di brutto sarebbe accaduto io me lo sentivo, lo sapevo, cacciai via quei pensieri. Una volta uscita dalla doccia, mi asciugai e misi l'intimo, mi vestì velocemente, asciugai i capelli lasciandoli sciolti ed ondulati, mi truccai di poco per non sembrare uno zombie davanti a quelli che dovevano essere i miei avversari, tornai nella mia stanza una volta finito, indossai i miei stivaletti neri con le borchie, erano un tantino più alti rispetto a quelli che usavo di solito, presi la mia giacca di pelle nera, la pistola e la posizionai nella parte posteriore dei miei jeans, presi il cellulare e lo misi in tasca, lasciai la mia stanza e mi diressi verso il piano inferiore, poco dopo trovai tutti lì ad aspettarmi.
''Siamo tutti, possiamo andare'' disse Joe.
''Fermi!'' esclamai, tutti gli sguardi erano posati su di me.
''Cosa c'è?'' chiese Joe.
''Voglio avere io al comando questa sera'' era una cosa che succedeva ogni tanto, Joe dava la possibilità ad uno di noi di prendere il comando durante uno scontro, io non lo avevo mai fatto ero sempre stata in secondo piano, ma quella sera no, quella era la mia notte, io avrei dominato, non sarei rimasta in secondo piano ancora una volta, quella sera io avrei preso il comando, io avrei ucciso senza pietà, io ero lì per vincere quella battaglia.
''Sei sicura?'' chiese Joe esitante avvicinandosi a me.
''Si'' sibilai.
''Lei lo è'' acconsentì Jake.
''Va bene, per questa sera il comando è tuo'' disse a me ''lei detta regole ragazzi'' disse per poi rivolgersi al resto dei ragazzi che annuirono puntando i loro sguardi su di me.
''Non fate nulla finchè non ve lo dirò io chiaro?'' sibilai rivolgendomi a tutti che annuirono ''e tu combina casini e giuro che sei il primo che uccido'' dissi rivolgendomi a Mike.
''I-io okay'' disse spaventato, sorrisi, lo avevo terrorizzato e questo mi diede ancora più sicurezza, mi fece sentire più potente.
''Andiamo adesso!'' dissi serrando la mascella, tutti annuirono ed entrammo in macchina, io ero con Demi, Ashley e Jake, presi velocemente il telefono e digitai qualcosa, per la prima volta avevo paura di come sarebbe finita, avevo paura di morire, avevo paura di perdere qualcuno, avevo paura di perdere Justin.
From: Me.
To: Drew .
'Qualunque cosa accada sarei sempre una parte di me, credo la più importante.'
Inviai velocemente il messaggio e mi voltai verso Ashley che era visibilmente preoccupata, a quanto pare non ero l'unica ad avere una brutta sensazione, lei mi aveva raccontato che credeva di essersi innamorata di Ryan, l'amico di Justin, e che negli ultimi giorni lo aveva sentito davvero molto spesso, fui felice per lei, ma adesso volevo morire se a causa di un mio errore lei non avesse visto più la luce, cacciai via quei pensieri.
''Ashley'' sussurrai ma lei mi sentì e mi rivolse uno sguardo confuso.
''Si?'' chiese esitante.
''Manda un messaggio a Ryan'' lei sgranò gli occhi incredula, potei vedere i suoi occhi luccicare.
''Tu credi ch-'' non la feci finire.
''Non lo so, ma io l'ho fatto con Justin e so quanto tieni a Ryan perciò te lo consiglio'' lei annuì e prese il suo cellualre, sentì vibrare il mio ed aprì un messaggio.
From: Drew .
To: Me.
'Anche tu piccola, la più importante, sappi che per sempre sarai parte del mio cuore, della mia anima, mia piccola bimba, a presto, riprenditi xx'
Sorrisi, lui non sapeva niente, lui non poteva sapere, la paura si fece più grande dentro di me era come una voragine che mi mangiava viva, il vuoto stava sparendo perchè c'era lui a riempirlo, non volevo perderlo, non volevo morire, non ora, non dopo quello che avevo appena guadagnato dalla vita, non ora che potevo essere di nuovo felice, io credevo di.. Amarlo.
''Siamo arrivati'' disse Jake.
''Andiamo'' eravamo davanti un grande capannone abbandonato per la gente, ma probabilmente all'interno si erano tenuti molti scontri, più di quanti la polizia e tutta Los Angeles sapesse, eravamo scesi, entrammo dentro il capannone le luci erano spente, ma sapevo che loro erano lì, sentivo le loro presenze, io ero davanti a tutti i ragazzi, il rumore dei tacchi delle mie scarpe fece eco.
''Dove siete?'' disse Joe.
''Abbi pazienza amico'' qualcuno pronunciò ridacchiando, questo non fece altro che farmi spazientire ancora di più.
''Uscite da quel cazzo di nascondiglio'' farfugliai visibilmente infastidita.
''Sentila amico, questa sembra una ragazza'' sentì ridere ed i nervi si facevano sempre più evidenti.
''Se non mi sbaglio c'è una ragazzina fastidiosa che si fa chiamare lil g'' risero e questo mi infastidì davvero molto, la luce iniziò ad accendarsi a fasce all'interno del capannone, fino a rivelare quelli che dovevano essere i nostri nemici, la luce rivelò tutta la gang, il ciuffo color grano che dava sull'oro perfettamente all'insù, i suoi occhi color miele con delle sfumature di nocciola causate dalla luce e certe volte dall'oro che li circondava, Justin. Non poteva essere vero non poteva essere lui, non poteva essere il mio Justin, lui non poteva essere come me, i suoi occhi erano fissi sui miei, i nostri sguardi, c'era una connessione, distolsi lo sguardo da lui e vidi tutti, Ryan, Chaz, Dylan e Cole anche loro erano sconvolti, Ryan non smetteva di spostare lo sguardo da me ad Ashley.
''S-selena..'' Justin sussurrò ma io riuscì a sentirlo ''dimmi che non ti hanno rapita, che non ti hanno fatto del male, ti prego dimmi che sei qui per caso'' era ancora sconvolto, con gli occhi sgranati che mi scrutavano attentamente.
''No, questa è la mia gang'' dissi io senza esitazione.
''Non può essere, tu non puoi essere come loro, non puoi essere come me'' disse avvicinadosi ma io indietreggiai, si fermò improvvisamente vedendo la mia reazione.
''Chi è lui e come lo conosci?'' ringhiò Joe.
''Lui è..'' non riuscì a finire.
''Sono il suo fottutissimo ragazzo'' sputò infastidito.
''Il suo cosa?'' chiese furioso Joe spostando lo sguardo da me a Justin più volte ''quante volte te lo avrò detto? Noi non possiamo, noi non dobbiamo'' urlò ''dovrai ucciderlo che ti piaccia o no'' urlò ancora una volta, nessuno fiatò tutte le pistole erano puntate gli uni contro gli altri, la mia contro Justin e quella di colui che doveva essere il mio ragazzo contro di me, i nostri occhi imploravano pietà.
''No-non posso'' disse Justin mettendo giù l'arma, lasciandola cadere accanto ai suoi piedi abbassò lo sguardo ''uccidimi, fallo'' continuò ''ma non sparerò contro di te, io non ti farò del male, preferisco morire, ho promesso di proteggerti e lo farò, non ti farò nulla e nemmeno loro lo faranno'' disse rivolgendosi ai ragazzi che abbassarono le armi.
''Tu fallo!'' urlò Joe.
Mi avvicinai a Justin con la pistola puntata ancora su di lui, presi le sue mani e lo spinsi contro il pavimento, la sua faccia toccava quest'ultimo, il suo corpo era disteso per terra ed io ero su di lui, mentre la mia pistola era puntata sulla sua testa, una lacrima uscì dal mio occhio, la vidi brillare a causa della luce, non piangevo da anni, non piangevo dalla morte dei miei genitori.
''Mi dispiace'' dissi nello stesso momento in cui la gocciolina d'acqua salata toccò il pavimento ''non posso'' sibilai mentre la mia pistola cadde accanto il corpo di Justin, non sapevo cosa sarebbe successo, il mio presentimento era giusto, qualcuno quella sera sarebbe morto e questo era ovvio, non avevo ancora capito chi, non riuscivo ancora a credere che dovevo uccidere Justin, io non potevo, io lo amavo.
''Uccidilo, fallo'' strillò Joe.
''Non posso'' urlai mentre le lacrime iniziarono a scendere.
''Se non lo farai tu lo farò io'' urlò Joe avvicinandosi, Jake e David mi tirarono via dal corpo di Justin, che si alzò velocemente rimanendo fermo davanti a Joe.
''Non farlo, ti prego non farlo'' piagnucolai.
''Perchè non dovrei?'' chiese lui voltandosi verso di me.
''Come ti sentiresti se uccidessero Demi, davanti ai tuoi occhi?'' piansi più forte mentre tutti gli sguardi erano rivolti verso di me.
''Non metterla in mezzo'' urlò lui furioso.
''Moriresti, perchè tu la ami'' urlai mentre Jake e David mi tenevano fermi, Ashley aveva raggiunto Ryan che la teneva stretta mentre piangeva, era colpa mia, io ero resposabile ''io lo amo, non puoi farlo, tu mi ucciderai, morirò con lui'' affermai mentre continuavo a piangere, tutti erano sconvolti dalla mia affermazione anche Justin lo era, il suo sguardo era fisso su di me, un misto di felicità e tristezza si poteva leggere nei suoi occhi.
Nobody's Point Of View.
Tutti erano ancora sconvolti dall'affermazione che aveva fatto poco prima Selena, lei che aveva sempre detto che non avrebbe mai amato, lei che odiava l'amore, lei che non aveva mai avuto un ragazzo prima di Justin, lei che uccideva senza pietà e provava tristezza per chi si innamorava. Lei, quella stessa ragazza, aveva ammesso di amare qualcuno, il suo nemico, Justin.
Mentre tutta l'attenzione era concentrata su di lei, uno sparo, un proiettile colpì qualcosa o meglio qualcuno, il corpo si schiantò contro il pavimento, mentre un urlo disperato uscì dalla bocca di qualcuno, la morte era vicina.
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Nothing is easy, you can risk your life every moment.
FanfictionMi chiamo Justin Drew Bieber, ho diciotto anni e vivo a Los Angeles, sono un ragazzo diverso rispetto agli altri. Faccio parte di una gang molto famosa. Noi siamo i ''The tigers''. Mi chiamo Selena Marie Gomez, ho diciotto anni e vivo a Los Angeles...