Capitolo tre.

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Capitolo tre.

Justin’s Point Of View.

Eravamo in auto da circa quindici minuti ormai, lei continuava a darmi indicazioni per arrivare nel luogo dove voleva portarmi, presi il pacchetto di sigarette e ne estrassi una, la portai alle labbra, cercai l’accendino, ma non riuscivo a trovarlo ad un certo punto vidi la mano della ragazza seduta nel sedile accanto al mio che mi porgeva il suo, lo presi ed accesi la sigaretta per poi porgerle il suo accendino, che mise dentro la borsa.

‘’Grazie’’ dissi io mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.

‘’Di nulla’’ rispose lei accendendosi una sigaretta.

‘’Da quanto tempo fumi?’’ chiesi io cercando di aprire un discorso.

‘’Tre anni e mezzo.. Tu?’’ chiese rivolgendomi uno sguardo veloce.

‘’Quattro ormai’’ risposi io continuando a guidare e fumando allo stesso tempo.

‘’Gira a destra adesso’’ rispose facendomi entrare in un vicoletto.

‘’Ed ora?’’ chiesi io vedendo che non c’era una strada che portava oltre.

‘’Ora scendiamo’’ rispose aprendo la portiera e scendendo dall’auto, feci lo stesso, aprì una porta ed entrammo, eravamo in una distesa verde, tutta l’erba, qualche albero e qualche fiorellino sparso, c’era un divano su quest’ultimo.

‘’Bel posto’’ dissi io ammirandolo con stupefazione.

‘’Si, circa due anni fa mi trovavo sola, entrando nel vicoletto ho visto la porta e sono entrata da quel momento ogni volta che voglio vengo qui, c’è anche un divano quindi qualche volta passo intere giornate qui’’ rispose lei andandosi a sedere.

‘’I tuoi genitori non si preoccupano che passi intere giornate fuori casa?’’ chiesi io, di solito nessuno lasciava la propria figlia sola in giro per le strade della nostra città sapendo il pericolo che correvano, sapevano che da un momento all’altro sarebbero potute tornare ferite o addirittura non sarebbero più tornate, gli scontri tra le varie gang ormai erano sempre più frequenti. Rivolsi uno sguardo a lei per vedere che i suoi occhi emanavano tristezza, ma cercava di nasconderla dentro se stessa.

‘’I miei genitori sono stati uccisi quattro anni fa’’ disse cercando di mantenere la calma.

‘’Oh.. Mi dispiace, non lo sapevo..’’ risposi dispiaciuto, non volevo farle tornare brutti ricordi in mente ma a quanto pare c’ero riuscito alla perfezione.

‘’Tranquillo ormai è passato.. Ed i tuoi invece?’’ mi chiese lei, un velo di tristezza si impossessò di me.

‘’Mi abbandonarono quando avevo dodici anni, non li ho più visti’’ risposi io cercando di controllare le mie emozioni.

‘’Non lo sapevo.. Mi dispiace Justin’’ rispose lei cercando di essere comprensiva.

‘’Vivi sola?’’ chiesi io cercando di cambiare discorso, non volevo ripensare al mio passato.

‘’No, sto con alcuni amici’’ rispose lei rivolgendo lo sguardo verso l’orizzonte.

‘’Oh come me’’ risposi io.

‘’Abbiamo alcune cose in comune’’ rise, forse la prima risata che avevo visto uscire dalle sue labbra, aveva una bellissima risata, anche se questa era piena di amarezza.

‘’Già’’ risposi io.

‘’E’ già ora di pranzo, credo che dobbiamo andare via’’ rispose lei alzandosi dal divano.

Nothing is easy, you can risk your life every moment.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora