1

963 42 4
                                    

5:59.
Stavo per chiudere la porta d'ingresso di casa senza far alcun rumore, quando vidi la figura di mia sorella minore dalla cucina, che mi guardava triste.
Cercai di sorridere per rassicurarla, ma il suo sguardo mi fece capire che aveva capito quali fossero le mie intenzioni.

"Ciao, Am-"sussurrai, guardandola negli occhi. "-spero che qualcuno si accorga della mia assenza" aggiunsi, mentre chiudevo la porta.
Strinsi la mano intorno allo zaino, appoggiato sulla spalla sinistra, e la custodia della chitarra nella mano destra, prima di cominciare a camminare verso la fermata dell'autobus.

Stavo scappando, un'altra volta, proprio come due settimane prima, ma questa volta sarei rimasto via di più. Settimane, mesi, non lo sapevo. Ma avrei affrontato questa cosa da solo, per pensare e rendermi conto di quello che stava succedendo.

Mi sedetti in fondo, nell'autobus, con la testa appoggiata al finestrino, e le cuffiette nelle orecchie. Guardavo un punto indefinito del pavimento dell'autobus, pensando a dove potessi andare, questa volta.
Avevo messo da parte un bel gruzzolo, grazie a tutte le esibizioni e ai soldi ricavati dall'EP.
Questa volta ce l'avrei fatta.

L'autista frenò gradualmente davanti all'aeroporto, e mi sorrise gentile, prima di aprire le porte del mezzo.

"Che falso.„

Guardai per un secondo la grande struttura dell'aeroporto di Napoli, ancora vuoto a quest'ora, prima di entrarci.
Il posto era deserto, rispetto a tutte le altre ore del giorno. Sentivo il rumore dei miei passi rimbombare per tutto l'edificio, potevo sentire il casino nella mia testa rivolgersi all'esterno e farsi sentire dal silenzio che regnava lì dentro.

Stavo per sospirare, felice di essere da solo là, quando vidi una figura davanti a me.
Guardava fisso il cartellone delle partenze, con uno zaino ai suoi piedi.

"Cosa...„
Rimasi in silenzio dietro alla figura, con cento domande che mi frullavano in testa.

"Gli parlo?
E se magari fosse una ragazza? e anche bella?
Dove sta andando?
Sta scappando come me?„

Non sapevo cosa fare, se parlarle o lasciarla perdere, se chiederle cosa stava facendo e decidermi a scegliere la meta.
Lei lo stava facendo, dovevo farlo anche io.
Mi avvicinai in silenzio, per osservare meglio la sua figura.
Capelli biondi, mossi, un corpo esile e basso. Le sue mani tremavano, il suo corpo era leggermente scosso da dei singhiozzi, ma da lei non proveniva alcun suono.

Osservai meglio lo zaino buttato per terra, convinto di averlo già visto. Mi sembravano familiari tutte quelle scritte bianche sul tessuto nero, le avevo già viste tutte quelle spille colorate.

Io avevo già visto quella ragazza, ero quasi sicuro.
Stavo per decidermi a parlarle, quando lei si mosse, diretta verso i banconi con le hostess, che stavano in silenzio mezze addormentate.

Parlò con voce sottile, e quasi dovetti sforzarmi per sentire il suo nome.

"...Wazikowska Lavinia".
Sgranai gli occhi quando sentii il suo nome. Lavinia.
Tutti parlavano di lei, a scuola. La incrociai per i corridoi qualche volta, ma non c'avevo mai rivolto la parola.

Si allontanò dal bancone, con un foglio di carta in mano e il passaporto nell'altra, quando fissò i suoi occhi su di me. Mi guardò per qualche secondo, per poi continuare a camminare verso i gate.

Avevo sentito qual'era la sua destinazione, e in un millesimo di secondo decisi di cambiare i miei piani.

Mi avviai veloce verso il bancone, dalla hostess da cui era andata anche la ragazza.

"Buongiorno" dissi solamente, porgendole il passaporto.
"Un biglietto per dove?"
"Córdoba" risposi sicuro, ricordandomi la città scelta da Lavinia.
"Cognome e Nome?"
"Raia Gennaro."

Living.  //butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora