19 - Halo

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"remember those walls I built?
well, baby they're tumbling down
they didn't even put up  a fight
they didn't even make a sound."

Mi venne da sorridere, spontaneamente. Non ci avevo ragionato, non me lo ero imposto. La situazione era così paradossale.

"Sei inquietante" mi sussurrò Liv all'orecchio, alzandosi sulle punte per far toccare le labbra sulla mia pelle. Girai la testa verso di lei, e mi ritrovai i suoi occhi a qualche centimetro dai miei.
"A cosa pensavi?" domandò poi, tornando alla sua altezza normale. Si incamminò verso l'entrata, trascinandomi con una mano aggrappata alla mia giacca.

"Siamo ancora in aeroporto" pronunciai lentamente, mentre spostavo la sua presa dalla mia giacca alla mia mano. Si girò indietro, per rivolgermi un sorriso, mentre camminava lungo il corridoio bianco dell'aeroporto di Londra.
"Liv, sono passati due mesi" ripresi, fermandomi in mezzo al tunnel, mentre altre persone ci camminavano accanto veloci.
"Due mesi, e guarda cosa siamo". Mi guardava con un'espressione indecifrabile. Teneva gli occhi fissi sui miei, le labbra leggermente schiuse, alcuni ciuffi di capelli davanti agli occhiali, e il maglione blu giù sulla spalla sinistra.
"Due mesi, e mi hai raccontato quello che sanno solo Tamara e Giò. Due mesi, e sono il tuo ragazzo, quando solo qualche giorno prima non ti avevo mai parlato, ti vedevo solo qualche secondo a scuola, una volta ogni tanto. Liv, in due mesi mi hai fatto sentire il cuore più leggero, la mente più tranquilla. In soli due mesi, essendo partiti da zero".
Ero ridicolo? Forse, molto probabile, ma queste cose mi giravano per la testa ogni giorno, ogni minuto.
Mi chiedevo cosa l'avesse spinta a fidarsi di me, cosa l'avesse convinta a rivolgere la parola a uno come me.

Aveva ragione Alex, aveva ragione Alice. Lei era troppo. Per me, per Tamara, anche per Giovanni. Lavinia era la persona più bella che avessi conosciuto, e tutta la sua bellezza stava nel fatto che lei si comportava come se non lo fosse.
Era una delle qualità che mi era sempre piaciuta, quando mi immaginavo la ragazza ideale.
Anni fa, anche solo due mesi fa, quel volto era un'immagine sfocata, un buco nero in un Universo luminoso.

Ora quel buco aveva un volto, e un nome.
Lavinia Agata Wazikowska.

"Genn" sussurrò, confusa, mentre mi accarezzava il palmo della mano con il pollice. "Ci sei?".
Non me ne ero nemmeno reso conto. Liv mi aveva portato nella sala principale, dove fare il check in verso i gate.
Annuii distrattamente, notando solo ora la fila che ci aspettava per entrare.
"A cosa pensavi?" domandò ancora, come qualche minuto fa.

"Non te lo dico, perché se lo dico o mi urli dietro dicendo che non è vero, oppure ti offendi perché non sei così. Preferisco evitare, grazie" risposi tutto d'un fiato, allungando la e finale in grazie.
Liv ridacchiò, prima di prendermi il viso con una mano e baciarmi.

"Giuro che non reagisco esageratamente" sussurrò, a fior di labbra.
Deglutii rumorosamente, con lo sguardo fisso e perso nei suoi occhi, che stavano a poca distanza dai miei.

"Stavo pensando a quanto tu sia bella -" alzò un sopracciglio, quasi scocciata "-, ma non solo esteticamente. Tu sei bella perché lo sei, ma ti comporti come se non lo fossi, non lo sapessi. L'umiltà è sempre stata una caratteristica che invidiavo nelle persone, e, onestamente, fino a due mesi fa mi sembravi l'opposto dell'umiltà. Ma ora, sei così...". Mi guardava sorridente, con la mano stretta intrecciata alla mia.

"Sai chi me l'ha insegnato?" domandò, mentre teneva lo sguardo fosse sulle nostre mani.
"Jack. Lui ha sempre odiato le ragazze che si credevano Dee, bellissime o invincibili. Jack mi ha sempre detto che c'è gente migliore di me, che devo rispettare tutti, io non sono più importante di altri".
La strinsi a me, quando sentii il suo tono malinconico.

"Beh, Jack ha fatto un lavoro eccellente" sussurrai, con il mento appoggiato sulla sua testa.
Alzò di scatto la testa, facendomi storgere il collo troppo velocemente. Un lamento mi uscì soffocato dalla bocca, mentre sentii Liv cominciare a scusarmi imbarazzata.
"Okay, forse così eccellente non proprio". Lei scoppiò a ridere, continuando a ripetere velocemente un "scusami oddio, non volevo" che mi fece sorridere.

___
Le spostai un ciuffo di capelli che le ero scivolato davanti agli occhi. Si era addormentata da un po', con la testa alla mia spalla. Stavamo ascoltando musica, parlando di qualsiasi cosa ci venisse in mente, quando si addormentò.
Le presi l'iPod dalle mani, e quando lo sbloccai, vidi che era in polacco.

"Che maledetta.„
Solitamente non lasciava che nessuno toccasse il suo iPod, che vedesse che canzoni aveva. Nemmeno Tamara o Giovanni potevano toccarlo, e per rendere il tutto più difficile, l'aveva messo in polacco.
Mandai avanti un paio di canzoni di band che non conoscevo, My Chemical Romance, Fall Out Boy, fino a quando trovai una canzone che non avrei mai pensato potesse ascoltare.

Beyoncé.
Lasciai andare Halo, chiudendo gli occhi, quando Beyoncé cominciò a cantare. Sentii Liv muoversi leggermente sulla mia spalla, forse al sentire la canzone, e mi concentrai sul testo.

I found a way to let you in, but I never really had a doubt, standing in the light of your Halo, I got my angel now.

Sporsi la testa verso il finestrino, a un posto di distanza da me, quando sentii la mano di Liv stringermi il polso. Mi girò il viso con un dito, facendomi spostare l'attenzione sul suo sorriso.

Non l'avevo mai visto così brillante, sincero.

"Liv-"

"Ti amo".

__
nota: da ieri Gennariello ha 21 anni. vabbeh, tanto se ci pensiamo la settimana prossima Ed Sheeran ha 25 anni e Billie Joe ne ha 43.
che schifo la vita. :)

COMMENTATEEE, dai please.
questo non mi convince tanto. ditemi che ne pensate

Ro

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