"Ti ritenevo mio amico" esordì Alex, gridando platealmente mentre entrava in casa.
"Anzi, mio fratello" sottolineò, nel momento in cui spostò lo sguardo su di me.
"Perché non mi hai detto che eri tornato appena sei tornato, Diavolo?" domandò allora, facendomi capire di cosa stava parlando.
Strinsi il braccio intorno alla vita di Liv, che era rimasta a mangiare da noi sotto costrizione di mia mamma.
Era visibilmente palese che già la adorava.Alex si buttò sulla poltrona accanto al divano, spostando poi lo sguardo su Liv.
La sua bocca si aprì in un "Oh" che uscì afono. Lei sorrise contro la mia spalla, senza dire una parola.Imbarazzante situazione.
"L'avrei fatto, Alè, ma le mie sorelle mi hanno travolto appena sono entrato in casa, e dopo ho avuto un...impegno che non potevo trascurare"
"Hai poco da dire impegno, ho capito che c'entra Liv".
Lo guardai con gli occhi assottigliati, mentre Liv scoppiò a ridere."Alè, si na' bomba". Lui fece finte di spostarsi i capelli dalla spalla, come faceva spesso.
Sbuffai una risata, e sentii Liv stringersi un po' di più a me."Potete dirmi cos'è successo oppure è un segreto di Stato, file riservato a pochi aristocratici pieni di soldi?". Sentii gli occhi di Liv su di me per qualche secondo, e le sue mano strinse il tessute della mia felpa con più forza, senza farlo notare fuori.
Liv prese un grande sospiro.
Stava per dirglielo.
Cominciò a parlare di Jack, dell'incidente, del loro rapporto, dei suoi genitori. Tutto quello che sapevo anche io venne fuori in un bisbiglio spaventato dalla sua bocca, rivolto ad Alex.
Lui ascoltava attento, immagazzinando ogni parola."Magari ci scriverà una canzone.„
Sorrisi sommossamente al pensiero, che accantonai subito, appena sentii dei leggeri brividi scuotere il corpo di Liv.
Le accarezzai una coscia, appoggiate sopra le mie.
Alla fine di tutto, Alex sbuffò, mentre si passava una mano nel ciuffo scuro alzato sulla fronte."Wow, Liv, non so che dire. Mi dispiace non ha senso. Quindi..."
"Non dire niente, Alè. Se non sai che dire, non dire niente. Parole dette a caso sono la cosa peggiore".
Alex la guardò per qualche secondo, dubbioso. In pochi istanti, poi, il suo viso si trasformò in un'espressione trionfante, felice.Battè le mani, esclamando a gran voce un "Ora ho capito perché proprio lei, Gennariell'".
Liv mi guardò confusa, come se si aspettasse che io sapessi cosa stava per succedere.
Non lo sapevo, non avevo idea di cosa stesse dicendo Alex."Alex ma che stai dicendo?" domandai, con un bisbiglio scettico che lo fece sorridere.
"Ho finalmente capito, caro Genn Shade Butch, perché hai scelto proprio Lavinia".
Mi voltai verso lei, che stava guardando Alex con un'espressione indecifrabile. Spostò poi lo sguardo sul mio, ingrandendo ancora di più gli occhi, così poco distanti dai miei. Mi sorrise confusa, con un sorriso incerto sulle labbra."Illuminami, caro Alex The Bug, perché io non ne ho idea" risposi, imitando il suo tono.
"Hai finalmente trovato qualcuno più Tumblr di te" disse dopo un po', prima di lasciarsi cadere contro lo schienale della poltrona, con fare sofisticato.
"Beh, ha ragione". Liv scrollò le spalle appena dopo aver pronunciato quella frase.
Alex schioccò le dita, come a confermare la sua teoria."Ma anche no, Liv. Sono io, qua, quello più Tumblr"
"Ti piacerebbe, Genny, mh?". Alex scoppiò a ridere, quando sentì il Genny.
"Questo è imbarazzante tanto quasi Rino il Patatino".
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Living. //butch
FanficTutto quello che volevano era la felicità provocata dalla loro continua ricerca per la libertà. Ma entrambi trovarono la felicità in qualcosa che non era la libertà.