31 - Here

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"just listen
To some music with the message
And we'll discuss our big dreams
How we plan to take over the planet
So pardon my manners, I hope you'll understand it".

Ancora ridevo per la scena che avevamo appena vissuto. Dopo scuola, Liv mi seguì a casa, per farsi spiegare gli ultimi argomenti di chimica. Era il secondo anno che faceva le stesse cose —come me— e ancora non aveva capito niente.
Prima di cena, scendemmo in cucina, e Liv chiese a mia mamma
"Non è che Genn può venire da me, questa sera? Abbiamo organizzato una serata con dei miei amici, e avevamo pensato che anche Genn potesse venire. Poi potrebbe anche restare da me a dormire, i miei sono via per lavoro, sempre se per te non c'è problema".
Mamma guardò prima me, e poi Liv. E in seguito annuì, con un sorriso comprensivo sulle labbra.

"Sei grande, Rosa" concluse lei, mandandole un bacio. Scoppiai a ridere, mentre mamma gridava un "Finalmente, eh, Liv?".

Una volta usciti di casa, non riuscivo a smettere di ridere. Entrai in macchina, e mi appoggiai al volante mentre ancora ridevo.

"Dai, basta" boccheggiò Liv, senza fiato. Rideva pure lei, con la testa appoggiata al finestrino, e il viso coperto dalle mani.

"Okay, su, andiamo" mi ricomposi, respirando profondamente. Misi in moto la macchina, e ancora prima che potessi uscire dal vialetto davanti casa, Liv accese la radio.

Passammo dieci minuti in macchina, allungando il percorso di un po' per restare più tempo a cantare canzoni a caso, che Alex aveva messo nella chiavetta USB inserita nello stereo dell'auto.
Liv batteva la mano a ritmo, ogni tanto appoggiandone una sulla mia gamba, mentre io tenevo il tempo con le dita, picchiettandole secondo il ritmo sul volante. A volte mi giravo verso Liv, e vederla così felice mi fece ripensare alle audizioni, che sarebbero arrivate tra poco più di un mese.

Una volta arrivati davanti casa sua, vedemmo maT e Don seduti davanti alla porta d'entrata, che parlavano animatamente. Don gesticolava esageratamente, mentre maT aveva i muscoli del collo tirati.

"Ehi, che succede qua?" domandò Liv, facendosi spazio con le chiavi in mano.

"maT pensa che l'album migliore del Fall Out Boy sia Save Rock And Roll. Dille anche te che invece è-"

"Save Rock and Roll. Questa volta le do ragione". maT battè il pugno a Liv, che ci stava lasciando entrare, appoggiata alla porta. "Anche se American Beauty/American Psycho non è niente male. È diverso da Save Rock And Roll, non puoi paragonarli" aggiunse, mentre chiudeva la porta.

"A me piace di più l'ultimo che hanno fatto" cercai di intromettermi. Liv mi aveva tormentato per due settimane con questa band, e anche se non erano affatto male, non potevo dirglielo esplicitamente, che mi piacevano. Ne andava del mio orgoglio.

Don si girò di scatto verso di me.

"Sant'uomo sei, Gennariell'". Mi tirò due pacche  sulle spalle, sorridendomi gentilmente.

A fine serata, avevamo finito due cartoni di pizza, tre pacchi di sigarette e due bottiglie di Malibu. Passano la sera ad ascoltare musica, mangiare, e parlare.
Parlammo della nuova insegnante di biologia, di Limitless, il film con Bradley Coopert, e dei nostri progetti, desideri.
Toccammo anche l'argomento di xFactor, che fece brillare gli occhi a Liv.

"Ottima mossa, Genny" ammiccò maT, facendo ridere tutti.

__
Ora, c'eravamo solo io e lei, seduti sul divano. Si era addormentata poco dopo che maT e Giò se ne erano andati, con la testa sulla mia spalla, e le gambe raccolte al petto.

"Liv" sussurrai, mentre le accarezzai una guancia. La sentii sussultare sulla mia spalla,  accompagnando il movimento con un mugolio scontento.

"Stavo facendo un sogno assurdo. Che ore sono?". Mi sporsi verso il tavolino, per controllare il telefono.

"È quasi mezzanotte". I suoi occhi si spalancarono per un secondo, prima di sbadigliare ancora. Si alzò a fatica, sicuramente indolenzita dal sonno. Mi alzai subito accanto a lei, per prenderla in braccio. Mollò un gridolino sorpreso, quando sentì le mie braccia prenderla da sotto le ginocchia. Poi, però, si rilassò fra le mie braccia, e mi circondò il collo con un braccio.

"Non è che cadi, vero?". Scoppiai a ridere, mentre camminavo lungo il corridoio al primo piano. La sua camera stava nel seminterrato, ma una porta chiusa attirò la mia attenzione. Mi ci soffermai davanti per qualche secondo, notando il metallo dei cardini e della serratura arrugginito.
"Era la stanza di Jack-" sussurrò Liv, con le labbra a pochi millimetri dal mio collo "-Non l'ho più aperta dopo il funerale, l'anno scorso".
Scese dalle mie braccia con un movimento fluido, appoggiandosi a terra senza fare rumore. Si sporse verso la mensola accanto alla porta, e tirò fuori da un vaso di ceramica la chiave della stanza.

"Liv, no. Se non vuoi non fa n-"

"Voglio farlo, Genn" rispose, fredda, girandosi per guardarmi negli occhi.
"Con te". Accennai un sorriso, prima che girasse la chiave nella serratura, provocando un rumore stridulo che fece rabbrividire entrambi. Stava per abbassare la maniglia, quando le presi quella mano, portandola dietro la schiena. Aprii io la porta al suo posto, entrando prima di Liv. Lei si srinse intorno al mio braccio, e sospirò, una volta dentro. Mi guardai intorno per un minuto, meravigliato. Una parete era piena di poster di band incredibili. C'era un piccolo mobile che conteneva una marea di CD, talmente tanti che numerosi dischi erano ammucchiati accanto alle pareti del comodino.
Sopra il mobiletto, stavano pile di libri, letti e rovinati.
Sentii la presa di Liv farsi sempre più flebile, fino a quando la sua mano non stava più stringendo la mia. Mi girai verso di lei, e la vidi persa, mentre faceva correre gli occhi lungo ogni dettaglio della camera.

La abbracciai, e sentii che stava tremando.

"Tranquilla, Liv". Infilò le mani nelle tasche della mia felpa, nel momento in cui chiuse gli occhi, e inspirò profondamente.

"Ce l'hai la roba per dormire?" domandò dopo un po', con voce sottile. Scossi la testa.
"Prendi qualcosa dall'armadio di Jack, io vado a fare una doccia-" lasciò la frase in sospeso, mentre si dirigeva verso la porta. Prima di uscire, però, si girò verso di me. "-E tu vieni con me".

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nota:
ovviamente, la doccia non la descrivo, nel prossimo capitolo. :D
COMMENTATEEE, dai. sembra che stia scrivendo per una persona solo.

Ro

Living.  //butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora