41 - Romeo and Juliet / Us and Them

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Stavo per morire di infarto quando tre settimane fa Liv era andata al ballottaggio. Solo nel momento in cui disse la canzone che avrebbe cantato per rimanere dentro riuscii a capire per in quei giorni era così giù di morale, quasi strana.
Era il secondo anniversario della morte di Jack, e vedendo lo scarso risultato che stava ottenendo dal primo e dal secondo live, sentiva come se stesse deludendo suo fratello.

Al ballottaggio, però, con Believe, quasi fece piangere Elio, e Fedez rimase a bocca aperta. La sua critica, pensai, era quella che forse l'aveva colpita di più.
Aveva detto "C'è qualcosa di diverso dal ciclo delle audizioni, Lavinia. Tecnicamente niente da dire, sei perfetta. Ma a livello emotivo, tu non sai cantare".

Dal terzo live tutto andò meglio. Skin capì che canzoni assegnarle. Dopo la disfatta della seconda esibizione, Liv riuscì a tirarsi su con In My Remains, dei Linkin Park al terzo live, Uptown Funk per la serata dance, e Brutal Love, dei Green Day, per la quinta serata.
Questa settimana, però, c'era qualcosa di più importante.

Il 19 novembre sarebbe stato il nostro primo anniversario, e io avevo già programmato tutto.

Il giorno prima spiegai a tutti cosa sarebbe successo il giorno dopo, e la Baell mi aiutò particolarmente. Riuscii a farmi tenere occupato per tutto il giorno, mentre Liv cercava di rimanere da sola con me. Più di una volta avrei voluto abbandonare il piano, baciarla e stare a letto per tutto il giorno.

Ma, alla fine, riuscii nel mio intento. Alle 23;30 uscii dalla sala prove, dove mi esercitai per tutto il giorno. Salii in camera, quando Elisa mi disse che Liv stava già dormendo, demoralizzata. Andai verso il mio letto, quando notai un foglio e un CD sulla coperta.
Mi sedetti sul letto, e lessi quello che stava scritto sul foglio.

"C'è un'opera di Platone, il Simposio, che parla dell'amore. In questo dialogo, Platone spiega che, in origine, gli umani erano androgeni, ossia erano sia maschi che femmine. Avevano due teste, quattro braccia, quattro gambe. Due di tutto. Gli dèi, però, temendo il loro potere, divisero l'uomo in due parti. Da una parte il maschio, dall'altra la femmina. Per tutto il resto della vita, quindi, le due parti avrebbero cercato la propria metà, l'anima gemella.

Tu sei la mia anima gemella, Genn.
Buon anniversario.
—liv."

Mi ritrovai a sorridere, mentre fissavo costantemente quel pezzo di carta strappato con precisione, con sopra la scrittura regolare di Liv. Quasi mi sentivo in colpa, per non aver parlato a Liv per tutto il giorno, ma scossi la testa, e sorrisi ancora quando rilessi l'ultima frase del foglio.
Poi, spostai l'attenzione sul CD.
Era un CD dei Dire Straits, una band che Liv aveva sempre cercato di farmi ascoltare ma che io rifiutai sempre, dato il "nome troppo complicato". Corsi fuori dalla camera, verso lo stereo del loft, sotto lo sguardo stranito dei Moseek e della Baell, che prima parlavano tranquillamente.

"Genn, che hai?" chiese Giò, sospettoso.
"Hai un sorriso che sembra quello di Barbie" aggiunse Alex, facendo ridere Shorty e Davide.

Li zittii malamente, mentre cercavo velocemente il numero della canzone che mi indicò Liv.
Romeo and Juliet.
Quando la canzone cominciò, riconobbi l'arpeggio che Liv faceva a volte.
Gli altri mi guardavano ancora confusi, mentre io ascoltavo la canzone.

Lessi il testo, mentre la voce calda del cantate mi fece rabbrividire. Mi venne voglia di urlare, urlare quanto Liv fosse perfetta in qualsiasi cosa facesse.

"Mi sento schifosamente in colpa per non aver parlato a Liv, tutta oggi" dissi dopo un po', quando la canzone finì.
Alex sorrise furbo, forse già a conoscenza del piano di Liv.

"Che ti ha fatto Nan?" chiese Elisa, cercando invano di nascondere la curiosità.

"Mi ha scritto una storia descritta nel Simposio di Platone". Tutti mi guardavano ancora più confusi di prima, mentre Elisa sgranò gli occhi.

"Il mito della mela? Quello degli uomini che all'inizio erano sia maschi che femmine?". Era visibilmente emozionata, forse più di me.
Annuii, cercando di nascondere un sorriso che sorse spontaneo.
"Scusa, ma che ci fai ancora qua? Non devi cantarle la canzone?".
Guardai Elisa per un secondo, prima di catapultarmi su per le scale. Presi la chitarra, e la rosa che avevo costretto Aurora a comprare. Girò mezza Milano per trovare una rosa nera.

Aprii piano la porta, per non svegliarla, ma quando la vidi girata di spalle, con le cuffiette nelle orecchie, mi concessi un minimo di rumore in più.
Mi sedetti sul letto accanto al suo, con la chitarra sulle gambe, e appoggiai la rosa sul suo letto.
Mi sporsi in avanti per prenderle l'iPod e bloccare la musica.
Quando vidi che stava ascoltando i Dire Straits, mi venne voglia di svegliarla e baciarla, ma mi trattenni.

Dopo qualche secondo, cominciai a suonare la nostra canzone, Us And Them, che avevo provato per i due giorni in cui non avevamo ancora da provare la canzone che ci era stata assegnata.
Cominciai a imitare con la chitarra la melodia che suonava il sax nella canzone dei Pink Floyd. Liv si svegliò poco dopo, appena prima che cominciai a cantare.

Si girò con un'espressione confusa, ma subito notai il suo viso prima sorpreso, poi felice.
Non riusciva a smettere di sorridere, mentre io cantavo quella canzone, che ci accompagnò nei momenti peggiori di quell'anno passato insieme.

Quando appoggiai la chitarra affianco a me, la osservai meglio, e vidi che stava piangendo.
Cercai di non ridere, ma quando lei scoppiò in una risata felice, non riuscii a trattenermi, e mi unii a lei.
Mi distesi accanto a lei, dopo averle spostato un ciuffo di capelli dietro le orecchie, e le portai la rosa dietro l'orecchio sinistro.

"Quando mi sono ritrovato sul letto la tua lettera sul Simposio mi sono sentito malissimo. Non ti ho parlato per tutto il giorno, ero d'accordo con tutti i ragazzi per portarmi sempre via da te perché volevo che questo momento fosse più speciale. Non sai quante volte avrei voluto mandare tutti a fanculo e venire da te, Liv" sussurrai, quando lei appoggiò la testa sul mio petto. Mi sentivo decisamente più leggero, anche meglio, sopratutto quando Liv si alzò e mi baciò.

"Beh, io volevo mandarti a cagare. A pranzo stavo pure per piangere. Ma ne è valsa la pena" disse lei, facendomi sorridere.

"Ti amo, Wazikowska"

"Ti amo, Raia".

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nota: e mentre scrivi ti ritrovi a pensare "voglio un Genn. posso?" con la triste consapevolezza che niente del genere non succederà mai.
CHE BELLA LA VITAAAA
RO.

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