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Mi sistemai meglio su una delle casse del backstage, che noi usavamo per sederci. La seconda manche del 6º live si doveva concludere con Liv. Nessuno sapeva che canzone avrebbe fatto. Alle prove non aveva fatto assistere nessuno, non l'aveva fatto dire a Skin.

Accanto a me, Elisa, Shorty e Alex facevano ipotesi su che canzone potesse cantare, mentre Giò, Fabio e Davide parlavano di tutte le altre esibizioni. Il turno prima, quello delle canzoni italiane, fu una cosa decisamente nuova per me. Qualcosa mi aveva sempre impedito di cantare una canzone in italiano davanti a un pubblico, forse perché la barriera linguistica era inesistente, e tutti potevano capire e intendere quello che volevano delle parole che cantavo, che per me avevano un significato loro specifico.
Non fu una delle esibizioni migliori, ma comunque non fu male.

Cattelan presentò Liv, e fece partire il video di introduzione mentre lei si sistemava sul palco.

"Questa settimana ho capito una cosa. Spesso, mi chiedono a che età vorrei fermare il tempo. Penso me lo chiedano perché parli di mio fratello, perché vogliono scoop, perché vogliono sapere più su di lui. Beh, ecco qua. Jack è morto due anni fa, preso sotto da un tipo che non hanno trovato. Jack era la figura più importante per me. Era come una mamma, un papà, un fratello maggiore e un migliore amico assieme. Quando aveva sedici anni, ha insegnato a me, di soli dieci, ad apprezzare quello che sono, il mio corpo, il mio carattere e le mie voglie. Lui, nel periodo in cui si è più fragili psicologicamente, ha avuto tanta forza da capire la cosa più importante per vivere, e l'ha insegnata a me. Jack era il mio idolo, e mi sentivo così bene, anche se mia mamma mi riteneva un errore, non voluta, uno sbaglio. Da quando è morto, è andato tutto storto. In un anno, non ho mai pianto così tante volte. Ne tenevo conto, ho il numero esatto delle serate passate a piangere, a casa oppure in città a caso. Era il periodo peggiore della mia vita, così che decisi di partire e tornare in Polonia per suicidarmi. Già, volevo morire perché così non volevo vivere. Ero diventata quello che Jack mi aveva sempre insegnato a non essere, sentivo di deluderlo, ogni giorno di più. Quindi, sono partita, ma alla partenza, qualcosa che non avrei mai pensato successe, cogliendomi alla sprovvista, completamente. Quel qualcosa, ora, è da un anno che sta con me, che sopporta i miei sbalzi d'umore e che a volte mette prima me, di se stesso-" nemmeno provai a trattenermi. Tirai su con il naso rumorosamente, mentre sentivo gli occhi sempre più lucidi, le lacrime sempre più pesanti. Alex, accanto a me, appoggiò un braccio intorno alle mie spalle, e quando mi voltai, vidi che lui già piangeva. "-È questo il periodo che vorrei non finisse mai. Genn, musica e luce. Certo, tutto è più difficile, ogni giorno, senza Jack, ma non avrei potuto passare tutta la mia vita con lui. E, in un certo senso, è grazie a lui se ho conosciuto Gennà in un modo così strano che mi fece innamorare subito, dopo un solo giorno".

Nel video, lei non versò una lacrima. La sua voce era rotta, quasi sotto la suola delle sue scarpe, ma non pianse. E mai più di quel momento pensai a quanto la mia ragazza fosse forte. Sul palco, teneva gli auricolari nelle orecchie, forse per non sentire l'audio del video, non farsi distrarre da Jack. Skin non aveva detto il titolo della canzone, e quando cominciò, sentii il cuore fermarsi per un secondo.

Halo, Beyoncé.
Mi coprii il viso con le mani, le gambe penzolanti dalla cassa, i gomiti appoggiati alle ginocchia. Lasciai che alcune lacrime mi rigassero il viso, leggere, piene della felicità che sentivo crescermi dentro. Liv era così importante, per me, che avrei fatto qualsiasi cosa perché si sentisse bene. Perché se lo meritava, se lo meritava da sempre, ma lei se l'era dimenticato. Si era dimenticata che la felicità era anche per lei, forse perché sommersa da disperazione e malinconia.

Cominciò a cantare, e subito un applauso quasi sovrastò la sua voce.

"Genn, stai bene?" sentii Shorty chiedere, con un tono strano. Annuii, e anche se sapevo che da sopra sembrava uno spasmo strano, non aggiunsi altro.

Perché in quel momento, eravamo solo io e Liv. Io le sue parole, stampate nel cuore, nella mente, nell'anima.
Rizzai la schiena, mentre mi asciugavo le guance, e mi sistemavo i capelli sulla fronte. Tutti mi guardavano, ma nessuno diceva niente.

"Che c'è?".
Si guardarono tra loro, e fecero parlare Alessio.

"Gennà, siete un misto di dolcezza, dolore, sconforto, ammirazione, perfezione e realtà"
"Siete la coppia più vera che abbia mai conosciuto" aggiunse Giò, battendo una mano sulla mia spalla.

Quando finì di cantare, non riuscii a fermarmi. Sgusciai attraverso i due collaboratori che ci indicavano quando entrare, e corsi attraverso il palco. Liv si girò sorpresa, e mi saltò in braccio. Strinse le braccia intorno al mio collo, mentre io le premetti il petto al mio, con le braccia attorcigliate al suo busto.

Il pubblico era solo un brusio, le parole di Fedez e Mika suonavano strascicate e incomprensibili. In quel momento, eravamo io e Liv. Da soli, davanti a gente di cui non mi interessava niente.
Solo ora, sentii che Liv stava piangendo.

"Non piangere, bimba" sussurrai, mentre le passavo un pollice sulla guancia sinistra, per pulirla dalle tracce di lacrime e mascara che aveva segnate sulla pelle.
Mi sorrise, e quasi stavo per baciarla, quando "Ehi ehi, Genn, non qua". Mi voltai verso Fedez, che mi guardava con uno sguardo complice. Scoppiai a ridere, e ritornai di corsa nel backstage.

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(:
Ro.

Living.  //butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora