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Sentii Lavinia ridere ancora con la ragazza spagnola, Juliana Santos de la Rubia si era presentata. La mano calda, un sorriso bianco e i capelli scuri.
Tipico spagnolo.
Era strano sentire Lavinia parlare in spagnolo così bene, quasi come se stesse parlando in italiano.

"No, Juli, es sólo un amigo". Juliana assunse una faccia strana, prima di chiamarmi e aprire il portone del palazzo.

Camminammo su per tre rampe di scale, e, una volta davanti alla porta dell'appartamento, mi dovetti fermare un attimo e respirare a fondo.

"Maledette sigarette.„

"Genn, ¿todo bien?" chiese Juliana, mentre apriva la porta del 3B. Annuii velocemente, anche se sentivo ancora il respiro corto, la vista annebbiata, l'udito ovattato.

"Genn?". Liv appoggiò una mano sulla mia schiena, avvicinandosi di troppo.
"La smetterai di fumare, prima o poi?" domandò retorica, quando tutti i sensi tornarono a funzionare normalmente.

"Scusa, ma non fumi anche tu?"

"Sì, ma io non sembro una foca spiaggiata dopo appena tre piani di scale" sussurrò divertita, mentre entrammo nell'appartamento.

"Touché" risposi, facendola ridere.
Ci guardammo attorno. Era un appartamento abbastanza piccolo, una stanza, un bagno, una cucina e un piccolo salotto, ma era talmente bello che rimasi a guardarmi intorno per un minuto.

"¿Os gusta?" domandò Juliana e Liv, che annuì entusiasta. L'arredamento era essenziale, bianco, minimalista. Quasi spartano.

"Bueno, Liv, te dejo..." Liv e Juliana andarono in cucina, mentre io rimasi in salotto. Appoggiai la custodia della chitarra accanto al tavolino in salotto, e andai in camera da letto. C'era un letto abbastanza grande, una finestra socchiusa e...un'altalena?
Mi avvicinai alla finestra, e proprio lì accanto c'era un'altalena, su cui erano appoggiati alcuni libri, una candela e una piccola pianta di orchidee.

Adiós, Genn!" sentii gridare dalla porta. Mi sporsi dalla porta, e vidi Juliana dalla porta d'entrata, con Liv accanto. Le sorrisi apertamente, prima di tornare in camera ed esaminare un quadro che era appeso sopra il letto.
Sentii Juliana sussurrare qualcosa, e Liv ridere, prima che la porta venisse chiusa.
Tornai in salotto, e vidi Liv appoggiata alla porta, con gli occhi chiusi e la testa abbandonata indietro.

"Tutto bene?" le domandai, una volta vicino a lei.
Lei annuì lentamente, mentre apriva gli occhi. Eravamo estremamente vicini, e potei vedere chiaramente il colore dei suoi occhi così grandi.
Blu.
Ma non blu.
Azzurri, più chiari dei miei. Quasi grigi.

"Allora, foca, cosa facciamo?" chiese, allontanandosi dalla porta d'entrata.

"Come mi hai chiamato?" la ripresi lentamente, incredulo.
Stava per ripeterlo, quando scattai in avanti, pronto ad inseguirla. Emise un gridolino, prima di scappare verso la camera da letto.
Corse dentro velocemente, prima che potessi prenderla. Entrai di corsa in camera, e quando mi vide, saltò sul letto, per scapparmi.

La inseguii per un altro minuto, fino a quando non mi venne un'idea. Rallentai di colpo, e appoggiai le mani sulle ginocchia. Cominciai a respirare affannosamente, fingendo di perdere l'equilibrio.
Sporse la testa dalla cucina, e quando mi vide così, corse preoccupata verso di me.
"Genn, stai b-"
Sorrisi, prima di avvolgere velocemente le braccia intorno alla sua vita, sollevarla, e appoggiarla sulla spalla.

"Ehi, imbroglione!" gridò lei, divertita.

"Te la sei cercata" risposi, cominciando a camminare per l'appartamento.
"Ma mangi, Liv?" chiesi, sorpreso da quanto poco pesasse.

"Certo, mio padre non mi fa saltare un pasto". Girai la testa verso di lei, e la vidi appoggiata alla mia schiena con i gomiti.
"Sto per vomitare i miei succhi gastrici" disse dopo un po', ancora premuta contro la mia spalla.
La lascia cadere sul letto, e quando rimbalzò, emise un altro grido strozzato, con gli occhi spalancati.
Le sorrisi soddisfatto, con gli occhi chiusi, quando mi strinse il polso con una mano, tirandomi sul letto.

Caddi accanto a lei, e il suo viso era estremamente vicino al mio.

"Non ne uscirò bene, da questo viaggio.„

Living.  //butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora