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Uscii dalla camera in comune con i ragazzi, la notte del primo live. Tutti dormivano, Shorty russava pure, ma io non riuscivo ad addormentarmi. Scesi le scale del loft, pensando a cosa fare per passare il tempo, quando trovai Liv sul divano, concentrata sul suo quaderno, con la schiena piegata sui fogli pieni di parole che scriveva. La matita si muoveva in fretta, e il fatto che non si accorse di me significava che era veramente concentrata su quello che faceva.
Mi schiarii la gola, attirando l'attenzione della mia ragazza. Lei sussultò, e stava per mollare un urlo, quando si trattenne vedendo che ero solo io.

"Genn, fai schifo. Ti sembra il modo?"

"Che fai sveglia?" domandai, non curandomi minimamente del suo tono scosso. Mi sedetti sul divano, accanto a Liv. Si portò il quaderno chiuso al petto, stretto in una mano, mentre si appoggiò a me, con la testa abbandonata sulla mia spalla.

"Non riesco a dormire. Questo live ha fatto schifo, sono dentro per miracolo. E poi ho questa frasa che mi ronza in testa, quindi non si parla proprio di dormire, adesso" sussurrò, prima di sbuffare esausta.
La nostra prima esibizione, Cupid's Chokehold, è stata una vera e propria bomba. Non mi sarei mai aspettato un risultato del genere, e questo mi rese più felice che mai. Dall'altra parte, a Liv avevano assegnato Earned It, una delle canzoni che non sopportava. Dovette accettarla, e al live non fu come tutti ci aspettavamo. Tecnicamente era perfetta, anche i passi di danza che fece erano adatti, ma non c'era quel trasporto nella musica che rendeva Liv la mia cantate preferita.

"Il prossimo andrà meglio, vedrai. E non sei andata poi così male, Liv, solo  ha-"

"Risparmia le chiacchiere, non riuscirai a convincermi del contrario". Mi zittii sorridendo, e mi guardai intorno. Intanto, Liv respirava regolarmente, profondamente.

"Cosa stavi scrivendo?" chiesi dopo un po', curioso come non mai.

"Avevo questa cosa in testa da un po', e finalmente ho trovato il modo per buttarla giù decentemente-" fece una pausa, che rese quello che disse dopo tre volte più epico "-but there's laughter and, oh, there is love, just past the edge of our fears. and there's chaos when push comes to shove, but it's music to my ears". Mi prese una mano, appoggiando le dita alle mie, e cominciando a giocarci casualmente.

"E che significa?"

"Più che altro, è un promemoria personale. Mi devo sempre ricordare che spingermi più in là delle paure porta a un presente più sereno. E quando sento che tutto sta per crollare, ascolto musica, e tutto mi sembra musica" intimò, mentre faceva aderire perfettamente la sua mano piccolina alla mia, intrecciando poi le dita. Stavo fissando la delicatezza con cui trattava la mia mano, quando la sentii sospirare.

"Che c'è, Liv?"

"A volte vorrei poter lasciarmi tutto alle spalle e andare avanti senza legami al passato"

"Sono quelli che ti rendono quello che sei ora"

"Sono anche quelli che fanno più male"

"A volte il dolore va accettato per vivere meglio"

"A volte per vivere meglio basta cercare l'assenza di dolore"

"Potresti condividere quel dolore con me"

"Potrei, già"

"E perché non lo fai?"

"Hai già i tuoi problemi. I miei dentro di te creerebbero solo più confusione"

"Magari riescono a mettere un po' di ordine"

"Da quando un problema mette ordine?"

"Da quando ha a che fare con te". Non ripose subito dopo, e non sentendo alcun suono provenire dalle sue labbra, girai la testa verso di lei, e la scoprii a fissarmi.
"Che c'è?" chiesi, mentre cercavo di non ridere.

"Ti amo"

"Anche io". Mi sorrise ancora, prima di appoggiare di nuovo la testa alla mia spalla, e continuare a giocare con le dita della mia mano.
"A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi deciso di partire qualche ora dopo"

"Secondo te cosa sarebbe successo?" chiese, con la voce impastata dal sonno.

"Sarei andato avanti con la mia vita grigia senza conoscerti. Ti avrei incrociata a scuola, e mi sarei chiesto varie volte che problemi avessi". Prima che la conoscessi, a volte mi chiedevo cosa c'era che non andava in lei, perchè sembrava così esausta.

"Non pensi che in qualche modo di saremmo incontrati comunque?"

"Non sarebbe stato così magico, in ogni modo". Strinse la mia mano, portandosela al petto.

"Già, hai ragione".

__
nota: ehilà,
la canzone è People Live Here, dei Rise Against. in questa storia, sarà una canzone scritta da Liv, dopo vedrete perché, non intendo in alcun modo sminuire la band, anzi, li amo, quella canzone mi fa piangere ogni volta.
detto questo,
che fate, commentate?
(:
RO.

Living.  //butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora