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Uscimmo dall'Arena dopo le prove.
Liv rideva, accanto a me, quando le dissi delle nostre reazioni nel backstage del live di giovedì sera.

"Per questo ho chiesto a Skin di non dire la canzone a voi, ad Ale e a tutti gli altri. Volevo fosse una sorpresa, per te soprattutto". Abbassai la testa per guardarla, e aveva sul viso quel sorriso rilassato che teneva quando era veramente felice.

"Beh, ha funzionato. E benissimo, direi". Liv scoppiò ancora a ridere, quando Alex si intromise nella conversazione, per poi descrivere dettagliatamente a Liv come "le lacrime scendevano copiose sulla faccia da drogato di Gennarì".

"Alè, ma ra ca' parte stai?". Alex ammiccò, prima di superarci e parlare con Giò e Shorty.
Liv strinse la mia mano, e stavo per parlare quando

"Gennà vieni ca'" gridò Alex, con un tono di voce strano. "Veloce!" aggiunse, ancora più stranamente. Mi allontanai di corsa da Liv, che mi guardava confusa, e raggiunsi Alex dopo qualche secondo. Guardai prima lui, poi Nando, Antonio, Cesare.
Mi guardavano sorridenti, in attessa che dicessi qualcosa, ma ero paralizzato dalla sorpresa.

"Gennà, mica simme fantasm". Antonio interruppe il silenzio, battendo una mano sulla mia spalla. Subito dopo, "Ma guarda questo, ra nu' mese ca' nun ci verimm e nimmanco ci saluta" aggiunse Nando, che teneva un braccio intorno alle spalle di Alex.

Nel, frattempo, Liv si avvicinò, mentre parlava con Elisa.

"Liv, almeno tu ci saluti?" gridò Antonio, attirando l'attenzione di Liv. Lei sgranò gli occhi, prima di correre verso Antonio, e saltargli in braccio.

"Nun ci creeedo, il grande McFly" urlò lei, risvegliandomi.

"Ragazzi, ma che ci fate qua?" domandai, andando ad abbracciare Cesare.

"Era da un po' che la Urban Mobile stava ferma, quindi abbiamo deciso di farci un giretto" rispose Antonio, che teneva un braccio intorno alle spalle di Liv.

"Da Somma a Milano in macchina?" chiese Liv, confusa. Antonio le sussurrò qualcosa, che la fece scoppiare a ridere.
"Siete proprio dei coglioni" commentò dopo, allontanandosi da McFly. Salutò Nando e Cesare, prima arrivare da me.
"Io vado, ci vediamo al loft"

"Come, non vieni con noi? Andiamo a fare un giro per Milano". Lei sorrise, e scosse la testa. Poi mi salutò, e si incamminò verso Shorty, che parlava con Giò e Davide.

Stavano per girare l'angolo, quando sentimmo una voce familiare chiamare Liv.

"Bell'amica di merda, sei".
Tamara.
Liv girò la testa di scatto, dietro di noi. C'erano Mat, Don e il papà di Liv. Liv si portò le mani alla bocca, mentre Mat andò veloce verso di lei. La abbracciò, dondolando a destra e sinistra mentre parlavano. Don e Jan, invece, si fermarono prima da me.

"Ciao, uagliù" mi salutò Don, con una pacca sulla spalla.

"È bello vederti, Don. Che ci fate qua?"

"Jan si è preso un giorno libero, quindi abbiamo pensato di venire a salutare la nostra piccola cantante". Girai la testa verso Liv, che parlava eccitata con Tamara. Era sempre più bello vederla così felice.

"Salve, Jan" salutai il padre di Liv, stringendogli la mano, dopo che lui mi rivolse la parola sorridente.

"Comunque, siete proprio bravi, voi due. Siete i miei preferiti, dopo Lavinia" aggiunse, ammiccando. Io scoppiai a ridere, mentre Don andò verso Liv.
Sentii lei gridare "Aah, quanto si bellu! Come stai?", e sorrisi, prima di portare l'attenzione sui miei amici.

"Andiamo?" domandò Alex, visibilmente felice. Tutti annuirono, Cesare battè le mani mentre disse "un bel cocktail milanese ci sta".

"Ragazzi, vado un attimo a salutare Tamara e vi raggiungo. Aspettatemi qui" li informai, mentre mi incamminavo verso le ragazze. Loro annuirono, così mi voltai e in pochi secondi raggiunsi Tamara.

"Finalmente, Genny. Stavo aspettando solo te" disse lei, prima di abbracciarmi, e di baciarmi le guance.

"Come stai, Mat?"

"Ah, benone, benone-" mi guardò per un secondo, poi schioccò le dita, e "-Sai che la Puma a casa sta dicendo in giro che, in realtà, lei ti ama ancora e che tu stai con Liv solo per farla ingelosire?". Guardai Liv, che già mi guardava con la mia stessa espressione in viso, e scoppiammo a ridere tutti e tre.

"Che testa di cazzo" disse dopo Liv.

"Gennà, andiamo?" mi chiamò Alex, indicando con la testa la direzione apposta a dov'ero.
Annuii, prima di salutare tutti e tornare dagli altri.

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Tornammo al loft un'ora e mezza dopo, con Alex ubriaco di felicità. Continuavo a ridere, perché non riusciva a parlare senza un sorrisone stampato sulla faccia.

"Alè, calma, mica hai incontrato gli Yes" sbuffai, mentre aprii la porta del loft. Lui mi rivolse un verso annoiato, e mi superò prima di entrare nell'appartamento di XFactor. Dentro, tutte le luci erano spente, a parte quella del corridoio che portava al giardino. Mi chiesi che potesse essere ancora sveglio, così tardi di sera, ma non ci feci caso. Entrammo nella stanza, e tutti stavano già dormendo. Mi infilai il pigiama, prima di uscire. Andai verso la camera delle ragazze, ormai abitata solo da Elisa e Liv, e aprii la porta.
L'unico letto occupato era quello di Elisa. Così, ricollegai la luce del corridoio a Liv, e mi decisi a raggiungerla.

Arrivai al giardino, e vidi Liv seduta su uno dei gradini che portavano al manto erboso, con le ginocchia premute contro il petto. Mi sedetti accanto a lei, prima di lasciarle un bacio sulla spalla.
Dopo, calò un silenzio illuminato da una luna crescente, appena nata.

"Haruko è morta due settimane fa" sussurrò dopo, dopo aver tirato su con il naso. Mi voltai a guardarla, e le appoggiai un braccio intorno alle spalle, stringendola a me.
"Sua mamma ha chiamato a casa, cercava me. Ha trovato mio padre, e gli ha detto di dirmi il vero perché di quel viaggio di Haruko-" fece una pausa, un sospiro, e un pezzo del suo cuore che sentii staccarsi dall'intero "-Era malata. Tumore, penso. Quel viaggio era il suo ultimo desiderio, come quello in Colpa Delle Stelle. Haruko da sempre era appassionata di letteratura occidentale, qualsiasi argomento fosse. E quando ha saputo di quel concorso europeo, in cui io arrivai seconda, ha voluto passare un po' di tempo con i due vincitori, uno inglese e l'altra italiana".
Appoggiai la testa alla sua spalla, quando la sentii piangere in silenzio, come al solito. Le lasciai altri baci sulla pelle della clavicola destra, prima di asciugarle le guance con piu delicatezza possibile.
Liv si strinse al mio petto, con le spalle che si muovevano quasi spastiche, dovute ai singhiozzi sommessi che non voleva far sentire.

"Liv, non tenerti dentro tutto".
Dopo qualche secondo, lei urlò, non curandosi minimamente degli altri che dormivano.

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nota:
commentate, no?
dai per favooooooooooooooooooooooooore.
buona serata e buona settimana di inferno.
Ro.

Living.  //butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora