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Feci sbattere la porta, così forte da assicurarmi che si sarebbe svegliata.
Rizzò la schiena con uno scatto, mentre si girava intorno con fare spaesato.
Quando mi vide, mi rivolse un sorriso, che venne subito rimpiazzato da un'espressione dispiaciuta.

"Dove sei stata?-" chiesi, avvicinandomi alla scrivania. "-Dove cacchio sei stata per tutto il giorno, senza dirmi niente, senza avvisarmi, senza rispondermi?". Mi ritrovai appoggiato alla scrivania, a mezzo metro da lei. Fissava per terra, come se non avesse il coraggio di guardarmi negli occhi.
Non l'avevo mai vista così.
"Mi spieghi perché te ne sei andata senza dire niente a nessuno? Liv, capisci che adesso non è più come prima? Adesso c'è gente che ti ama sul serio. Io, Alex, la mia famiglia, Alice. Hai fatto stare tutti in ansia, Alex quasi preferiva stare con me per farmi distrarre che con la sua ragazza".
Volevo che mi guardasse. Volevo poter capire dal suo sguardo se stava bene, se aveva fatto qualcosa di disastroso, ma lei guardava per terra.
"Liv, guardami-" mi accucciai per terra, fino a incontrare il suo sguardo. "-Per un po' ho pensato che non ti avrei più rivista" sussurrai, con i suoi occhi fissi nei miei.
"Liv, hai tutti i diritti di andartene, in giornata, o quanto vuoi, ma almeno avvisami, perché se no muoio di ansia, ogni volta".

Ancora non rispondeva, e stavo cominciando ad avere paura.
E se...

"Sono andata a Roma" disse dopo poco, con semplicità, come fosse la cosa più logica da fare.
"Da Lori. È da un po' che voleva vedermi, presentarmi il suo ragazzo"

"Ma chi è Lori?". Per un secondo temetti che fosse un ragazzo, e che avesse deciso di rimpiazzarmi.

"Lorenza. La ragazza che mio fratello stava per sposare". E, anche quella volta, c'era quella punta di malinconia nella sua voce, che mi strinse il cuore.
"Ha detto che voleva che il suo presente conoscesse il suo passato. Lori non è più passata a Somma, dopo il funerale di Jack, ha solo continuato a scrivermi di tanto in tanto. Lui ha accettato completamente la storia di Jack, il fatto che probabilmente il posto principale per Lori sarà sempre suo, ma, cavolo, sono così innamorati che volevo...-" sospirò pesantemente, interrompendo quel fiume di parole che evitai di interrompere, "-Era felice. Era felice di nuovo, dopo la morte di Jack, e questo mi ha fatto sentire bene" concluse, deglutendo alla fine.
Si passò una mano sotto gli occhi, come a togliere le lacrime che si stavano formando.
Le sorrisi velocemente, quando i suoi occhi si fermarono sui miei.

"E tu?". Mi guardò confusa.
"Sei felice?".
Mi guardò negli occhi per qualche secondo, prima di abbracciarmi.
Si sporse in avanti con la schiena, stringendo le braccia intorno al mio collo. Mi alzai in piedi, reggendo il suo peso contro il mio petto.
"Lo prendo come un sì".
Ridacchiò, mentre allontanò la testa da me.

"Ti amo".
Le sorrisi, con la consapevolezza che non mi sarei mai abituato a sentirlo uscire dalla sua bocca. Rivolto a me.

"Ripetilo" sussurrai, mentre le feci distendere sul letto.

"Ti amo, Genny Butchy". Mi bloccai, con un sopracciglio alzato.

"Ecco, hai rovinato il momento" sbuffai, contrariato. Liv scoppiò a ridere, leggera come non l'avevo mai sentita.
"Che dici, dormiamo?". In quel momento, lei sbadigliò, rendendola ancora più tenera.
Si sfilò i pantaloni con dei movimenti lenti, pigri. Andai verso l'armadio, prendendo la maglietta più lunga che avessi.
Gliela lanciai, nel momento in cui la vidi anche senza maglietta.

"Buona notte, piccolina" sussurrai, prima di stamparle un bacio sulla fronte.

"Non vieni anche tu?" domandò, quasi triste.

"Due minuti e ci sono" risposi, facendole l'occhiolino. Mi sorrise, prima di girarsi dall'altra parte, tirandosi le coperte su, fin sotto la testa.
Io presi il telefono, appoggiato prima sulla scrivania, quando la mia attenzione ricadde sul quaderno di Liv, aperto, con una scritta sbavata in nero.

"what if now you just walk in?
imagine, how would it be?
how many things I gotta tell you,
we would be pull-all-nighters again."

Mi si strinse il cuore, facendomi annebbiare per un po' la vista, prima che ricollegassi tutto questo a Jack. Immaginai che le sbavature fossero lacrime, oppure l'inchiostro fresco rovinato dalla mano che tremava. Immaginai il profondo desiderio di vedere di nuovo Jack, di vederlo entrare in camera, e parlare come se non se ne fosse mai andato.
Immaginai la sensazione di vuoto che quelle parole, che si riferivano a Jack, lasciarono quando passarono dalla mente, dal cuore di Liv al suo quaderno.

Pensai a come potesse sentirsi adesso Liv, e "Al diavolo Alex, starà facendo altro.„

Lasciai il telefono sulla scrivania, e mi distesi a letto, stringendomi subito dietro Liv.
Avvolsi un braccio intorno alla sua pancia, mentre infilai un braccio sotto il cuscino, alzando di qualche centimetro la testa di Liv.
Lei si portò i capelli sotto il viso, e si strinse contro il mio petto.

"Aspetta, ma prima hai detto che Alex ha una ragazza?". Ridacchiai, avvicinando di più la faccia alla sua.

"Ne parliamo domani".
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nota: ha qualcosa questo capitolo che mi piace. (la frase è una canzone dei the 1975 -Nana- un po' modificata dalla sottoscritta, perché farla pari pari non mi andava giù).
eeee comunque.
2.1(non ricordo il numero esatto)k visualizzazioni, 200 stelline e altra merda simile.
dire che sono sorpresa è poco. chi se lo sarebbe mai aspettato che una storia così avesse tutte queste visualizzazioni? bah.
DAI COMMENTATE, piace anche voi, questo?
penso sia il mio preferito, fino ad ora.
lol.

Ro

Living.  //butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora