Dormimmo insieme, quella notte. Fu una delle serate migliori che avevo vissuto fin'ora.
Il suo corpo tremante stretto al mio, il suo respiro caldo sul collo, la sensazione delle mie braccia intorno al suo busto.___
Al suo posto, al mio risveglio, c'era un biglietto.
«Gennà, non ti crucciare. Vuol si così colà dove si puote ciò che si vuole.»"Mi ha seriamente quotato la Divina Commedia alle 9 di mattina?„
Cercai di trovare un senso a quel biglietto, dove potesse essere, cosa stesse facendo, ma era così ambiguo che lasciai perdere, con un pensiero sicuro in testa.
"Tornerà.„
Mi diressi in cucina, lentamente, mentre mi scompigliavo i capelli con una mano. Sul tavolo c'erano un bicchiere di latte e dei cereali, con un altro biglietto.
«non mi incendiare l'appartamento, ti bevi il latte freddo.»
Sorrisi, quasi scoppiai a ridere, mentre spostavo il biglietto da sopra la confezione di cereali.
La casa era silenziosa, e a differenza di ieri, ora assumeva un'atmosfera più triste. Iniziai a canticchiare Hold Back The River, la canzone che stavo provando con Alex prima che decidessi di partire senza avvisarlo. Girai per l'appartamento con la tazza di latte in mano, attento a non farlo spandere, alla ricerca della chitarra. In salotto non c'era, in camera neanche. In cucina non l'avevo vista, e in bagno nemmeno. Cominciai a sentire il panico salire dal cuore, fino alla testa, per tutto il corpo. Ogni cellula tremava, al pensiero di averla dimenticata chissà dove. Tornai in salotto, dove appoggiai la tazza sul tavolino.
"La. Mia. Chitarra.„
Mi veniva voglia di urlare, quando notai un foglietto attaccato alla porta d'entrata.«non ti impanicare, la chitarra l'ho nascosta. Buona giornata, Gennariell'
:)»Non sapevo se maledirla o ridere. Cominciai a immaginarmi i posti più improbabili in cui poteva averla nascosta, così andai in cucina. Aprii la lavastoviglie, ma per fortuna la trovai vuota. Salii su una sedia, per vedere se l'aveva appoggiata sopra i mobili, appena sotto il soffitto. Niente. Scesi con un salto, e pensai ad altri posti in cui poteva averla messa.
Andai in salotto, dietro la TV, sotto il divano, dietro alla tenda, sul piccolo balconcino fuori. Non c'era."Questa me la paga, però.„
Quando arrivai in camera, una sensazione mista fra panico e allegria attanagliava il mio cuore, che era sia spaventato che divertito da quella situazione. Lavinia che mi nascondeva la chitarra in quell'appartamento apparentemente piccolo.
Mi accucciai per vedere sotto il letto. No. Ci saltai sopra, per vedere se l'aveva messa sopra l'armadio. No. Così, aprii l'armadio, che conteneva poco più che un paio di jeans, due megliette, una gonna, una felpa e un paio di calzini lunghi, rossi.
Tra quelle poche cose, vidi la custodia nera della chitarra. Attaccato sopra, un altro biglietto, giallo come gli altri.«se hai cercato per mezz'ora nei luoghi più strani, ti ho fregato. Quando torno voglio sentirti, sweetie.»
Strano quanto potesse sembrare completamente diversa dopo solo un giorno. Fino al giorno prima pensavo che fosse una specie di macchina polacca senza sentimenti, anche vanitosa e, perchè no, antipatica come la peste. Ma ora? Ora era quel tipo di ragazza che ogni ragazzo vorrebbe.
E là, quando mi ritrovai a sorridere davanti a quel biglietto giallo attaccato alla custodia della chitarra, là capii che mi stavo lentamente innamorando di Lavinia.
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Living. //butch
FanfictionTutto quello che volevano era la felicità provocata dalla loro continua ricerca per la libertà. Ma entrambi trovarono la felicità in qualcosa che non era la libertà.