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"Genn? Sei sveglio?". Mi sforzai di tenere un'espressione neutra, non sorridere o non aprire gli occhi, quando Liv mi sussurrò quelle parole a qualche centimetro dal viso, con la mano appoggiata sul mio petto.
Feci di tutto per respirare normalmente, come se stessi dormendo.

Non stavo dormendo, già da una decina di minuti. Liv stava dormendo abbracciata a me, e per nulla al mondo avrei interrotto quel momento.
Liv sospirò, e si rilassò di nuovo contro il mio corpo, mentre la sua mano destra cominciò a tracciare dei leggeri segni sul mio collo.

"Svuota la mente. Non pensare alla mano di Liv.„
Stuzzicava con movimenti lenti la mia pelle, la zona delle clavicole, il collo, e il pomo d'Adamo.
Quando cominciò a passarci le dita sopra, tirai su con il naso, spostandomi di poco.
Girai la testa dall'altra parte, per vedere se la smetteva.
Ma poco dopo, cominciò ad arricciare dei piccoli ciuffi dei miei capelli intorno a un dito, tirandoli delicatamente.

"Quant' si bellu, Gennariello".
Era sempre strano sentirla parlare in dialetto. La sua voce sporcata dalla cadenza napoletana, influenzata da altre lingue che conosceva.
Non l'avevo mai sentita parlare in polacco, sarebbe stato ancora più strano.

Cercai di non sorridere, ma fu più forte di me.
"Lo sapevo che non stavi dormendo, imbroglione" sussurrò subito dopo, prima di mordermi il lobo dell'orecchio sinistro.

"Perché mi devi fare queste cose di mattina?" chiesi retoricamente, mentre mi girai verso di lei.

"Cose tipo questo?" domandò innocente, chinandosi sul mio collo, dove sentii subito dopo i suoi denti sulla pelle.

"Ti sto odiando" sussurrai, con un tono di voce che speravo di poter evitare.

"La tua voce di mattina è maledettamente eccitante" sussurrò, mentre continuava a stuzzicarmi il collo.
"E dovresti imparare a farti la barba. Ci sono più tagli che peli".
Soffocai una risata, cercando di mantenere la calma.
Fu tutto inutile.

Appoggiai una mano sul suo fianco, spingendola con la schiena sul materasso, e io acquistai la posizione in cui era messa lei.

"Liv?". Mi guardava dritto negli occhi, con quello sguardo falsamente innocente e quelle iridi spettacolari. Di mattina, e in penombra, ancora di più. Aveva lasciato i balconi socchiusi, e ora un raggio di luce filtrava attraverso la sfesa.
"Come mai questo risveglio così?"

"Non ci vedo niente di male. Insomma, è solo un altro modo di-". La baciai prima che potesse inondarmi di cazzate su quanto queste azioni fossero normali per lei.

"Risparmiami le tue stronzate"

"Tu stai zitto e baciami" rispose lei, mentre teneva una mano dietro al mio collo.
Sorrise contro le mie labbra, prima che si staccasse, e mi guardasse negli occhi. Anche se nella penombra, riuscii a vedere la scintilla di Córdoba, dell'uscita al mare.

"Fammi indovinare: un altro tatuaggio?". Lei scoppiò a ridere, mentre mi abbracciò.
Mi aspettavo un bacio, oppure che si allontanasse dalla camera. Ma le sue braccia si strinsero intorno al mio collo, e mi premette lievemente contro di lei.
Ero sorpreso, ma sentirla così vicina a me, e non solo fisicamente, mi faceva scordare tutto quello che c'era nella mia mente. Tutti i pensieri che creavano sempre quel brusio che contagiava anche la realtà.

Ora, c'era il silenzio più totale. In camera, sentivo solo il suo respiro caldo contro il mio collo. Respiro caldo per un'anima prevalentemente fredda.
Contraddittorio, ma in una qualche strana maniera percepivo che Liv si stava sciogliendo. La barriera che vedevo spesso a scuola stava cadendo, centimetro dopo centimetro, e questo era grazie a me.
Per merito mio.

Sorrisi, con il viso tra i suoi capelli, immerso nel suo profumo.

"Stasera, dopo l'esibizione da Nhero" sussurrò.

"Ci sto. Ora, dopo questo risveglio a dir poco traumatico, fammi rilassare". Si allontanò da me fingendosi offesa. Mi lanciò l'accendino, prima di prendere tra le mani il suo telefono. Sorrise allo schermo, e alzò la testa ridendo.
"Mi potresti passare anche le sigarette?" domandai, sfoderando un sorriso che speravo la convincesse.
Mi guardò con gli occhi ridotte a due fessure, mentre portava il telefono davanti alla sua faccia.
Snapchat.
"Non. Ci. Provare" gridai, da sotto il piumino bianco che mi portai sopra la testa, per proteggermi dalla telecamera.

"Allora non ti passo le sigarette" rispose, con tono ovvio.

"Ricattatrice di merda" sussurrai, convinto che mi avesse sentito. Tolsi la coperta da davanti il mio viso, e portai l'accendino di fronte agli occhi.
Lo accesi e lo spensi varie volte, mentre lei sorideva.

Avrei fatto di tutto, per vederla così.

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"Thank you so much for coming, tonight. It means a lot to me. Thank you".
Le persone continuavano ad applaudire, alcuni gridavano anche per un bis, e io non ci potevo credere.
Scesi dal piccolo palco all'interno di Nhero, e subito Liv mi abbracciò, spiccando un piccolo salto.

"Sei stato bravissimo, oddio. BravoBravoBravo".
Strizzai gli occhi, e strinsi ancora di più le braccia intorno al busto di Liv, quando una persona si schiarì la gola. La guardai attraverso i capelli di Liv, e notai che mi stava guardando con un sorriso evidente. Ci stava guardando.

"Can I help you?" dissi, mentre Liv tornò accanto a me.
L'uomo si avvicinò, porgendomi la mano.

"Hello. My name's Aaron Hayez, I have a recording studio here, in London. I'd really like you to come to me, one of these days, so that we can record your song, Lost Stars" disse velocemente, porgendomi un biglietto da visita.

Stava succedendo sul serio?

"Actually, that song has been written by my girlfriend" risposi, indicando Liv con la testa.
Aaron le sorrise, porgendo la mano anche a lei.

"I'll wait for the two of you, then" esclamò sorridente.
Guardai Lavinia, che mi guardava con gli occhi sbarrati.

"Sure. I will call you" gli risposi, alludendo al biglietto, che misi nella tasca del giubbotto.
Aaron mi fece l'occhiolino, e dopo aver salutato entrambi, se ne andò.

Mi girai verso Liv, e notai la mia stessa espressione sul suo viso. La presi per mano, e mi feci spazio attraverso le persone che stavano in piedi nella piccola sala in cui suonai.
Una volta raggiunta la cassa, urlai a Theo che sarei passato il giorno dopo a riprendere la mia roba, lui mi alzò un pollice, mentre rispose con un "You're amazing, dude" che mi fece sorridere.

Corsi poi fuori dalla porta, con la mano stretta a quella di Liv.
Una volta fuori da Nhero, la guardai per un secondo, e poi mollai un urlo, che attirò l'attenzione di alcuni passanti.

"NON CI CREDO, GENN" gridò Liv, con le mani fra i capelli.
"REGISTRERAI LA MIA CANZONE, NON CI POSSO CREDERE".
La abbracciai, stringendole le braccia intorno al collo. Lei appoggiò le mani sui miei fianchi, inspirando profondamente contro il mio petto.

"Sbagliato. Tu registrerai la canzone. Io suonerò la chitarra. Ora, lo facciamo questo tatuaggio?" domandai retorico, mentre mi incamminavo verso un posto che vidi quel pomeriggio.

__
nota: WHE
non chiedetemi da dove esce questo capitolo perché oggi ero annoiata ed è venuto fuori così. preparatevi, perché adesso arriva qualcosa di brutto a cui devo ancora pensare, ma la storia sta andando troppo bene, fino ad ora.
ME NE VADO,
e
COMMENTATEE, ciao
Ro

Living.  //butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora