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[ Gennaro ]

Cominciai ad ansimare quando raggiunsi il primo incrocio. Scesi le scale troppo in fretta, e mi buttai verso la porta per tentare di fermarla prima, ma era maledettamente più veloce, nonostante fumasse tanto quanto me. La seguii per qualche secondo con lo sguardo, mentre girava dentro una via a caso, e ripresi a correre, non curandomi minimamente del bruciore ai polmoni.

Il solo pensiero di perderla lo faceva automaticamente diminuire, quasi a renderlo inesistente. Cominciai di nuovo a correre, preoccupato per dove potesse essere andata. Trovare una ragazza che pensa di essere tradita in una città sconosciuta non era una il massimo di "sitazuone comfortante". Svoltai nella via che percorse anche lei, e mi lasciai scappare un "CAZZO", quando alla fine del vicolo vidi un bivio.

Poteva essere ovunque, in quella città che d'un colpo diventò enorme. Così, mi convinsi a pensare. Con la costante paura che si potesse fare male, cercai di pensare a dove potesse essere andata. Una situazione simile accadde il mese prima, a Londra, quando venne a sapere di Don.
Il giorno dopo mi aveva fatto vedere dov'era andata, dove, in qualsiasi città andasse, trovasse un posto calmo, anche se non la conosceva.

Il fiume.
Il fiume Amstel, che avevamo visto il giorno prima. Ripercorsi in fretta il percorso che avevamo fatto, e di colpo sapevo come arrivare al fiume, da Liv. Ricominciai a correre, girando sicuro a sinistra nel bivio. La strada in cui mi ritrovai, allora, la riconibbi all'istante. Era ancora vuota, silenziosa, e le poche persone che ci passavano erano mezze addormentate, e mezze infreddolite. Mi costrinsi a correre ancora, anche se i polmoni sovrastavano la sensazione di paura che sentivo nelle viscere, il sempre maggiore buco nel cuore che sentivo crescere ogni secondo.

Svoltai dentro altre due vie, e arrivai in riva al fiume. Quando guardai a destra, vidi Liv rannicchiata accanto al parapetto, con le mani strette intorno alle barre di metallo della ringhiera.

"LIV" gridai, più sollevato che mai. Le corsi incontro, anche se i miei polmoni gridavano pietà.
"Liv, Dio santo, fammi spiegare" ansimai, mentre appoggiavo le mani sulle ginocchia. Respiravo avidamente, come incapace di far arrivare aria ai polmoni, che bruciavano come non mai.
"Non è assolutamente come pensi" riuscii a dire dopo un po', ancora con il fiatone.

"Ovviamente, tanto non lo è mai. Dicono sempre così, sai? E poi, com'è? Ah, sì, come si pensava" gridò, giustamente infuriata. Si alzò con uno scatto che mi fece quasi paura, puntandomi un dito contro.
"Che senso ha avuto, eh? Ti senti meglio, più forte, più realizzato adesso? Ti senti più maschio, mh? È così appagante come immaginavi, mentre sparavi sentenze sdolcinate su quanto fosse immorale? Dio, come ho fatto ad essere così stupida, lasciarmi andare così velocemente".
Mi sporsi  per prenderle il polso, e baciarla, perché quelle parole non avevano senso.
Niente aveva senso. Mi spinse via di una decina di decimetri, e mi tirò una sberla sulla guancia.

"Ti amo Liv. Ti amo. Ti amo. Ti amo.„

"Non ti azzardare, Gennaro. Questo non è un film, uno schifo di bacio non può risolvere le cose. Un semplice 'mi dispiace' non riparerà tutto. Sapevi che ero, che sono sull'orlo-" urlò, esausta, "-Tu lo sapevi perfettamente, e l'hai fatto comunque. Vorrei non averti mai parlato, in aereo. Sarebbe stato meglio per tutti".
Non mi sentii offeso per quello che disse. Sapevo che era solo causato dalla rabbia del momento, anche io spesso dicevo cose che non volevo mentre litigavo con qualcuno.
Mi concentrai sul suo viso, gli occhi stanchi, arrossati, le guance bagnate, le labbra troppo deboli per sorridermi ancora.
Mi guardò per qualche secondo, prima di distogliere lo sguardo, e girarsi di nuovo verso il fiume. Appoggiò le mani sulla ringhiera, e sapevo che voleva calmarsi.
"Vattene, Genn" sussurrò dopo un po', quando sentì che non dissi niente.

"Ti posso spiegare, Liv?"

"N-Non..."

"Stavo parlando con Alex-" si girò, confusa, ma continuai prima che tirasse ancora conclusioni affrettare, "- ci siamo iscritti a xFactor, come gruppo. E quando Alex ci iscrisse, io gli...gli ho detto di iscrivere anche te. L'ho costretto a iscriverti, perché Liv, tu stai così bene con la musica, e io voglio vederti costantemente felice. Sai com'è fatto Alex, stava cominciando ad avere paranoie sul fatto che non volessi effettivamente andare a xFactor con lui, mi è toccato consolarlo".
Mi guardava in silenzio, sconvolta.
"So che non avevo il diritto di iscriverti senza che tu lo sapessi, so che non avevi mai visto qualcosa di serio per il futuro, nella musica, ma Liv, tu non ti vedi quando canti. I tuoi occhi sorridono da soli, è come se ti dimenticassi di tutto, quando qualcosa ha a che fare con la musica. Non ce la faccio più a vederti così stanca di tutto, non sopporto l'idea che tu sia costantemente sull'orlo. Lo so che non ce la fai più, e quando mi hai detto del suicidio, ho avuto paura. Da quando me ne hai parlato ho sempre questa paura che tu te ne possa andare in un momento qualsiasi, lontana da me".

Mi avvicinai di un passo, e mi aspettavo una sua reazione contraria, ma anche lei si avvicinò di un passo. I suoi occhi erano fissi nei miei, e non riuscivo a capire cosa stava passando dentro di lei.

"Liv, io ti amo. Giuro sulla mia chitarra, ti amo. Non riuscirei mai a tradirti-" sussurrai, mentre le accarezzai con un dita una guancia. Lei non faceva niente, "-nemmeno mi passa per la testa una puttanata del genere. So che ti fidi di me, non riesco a immaginare di tradire la tua fiducia".

Liv ancora non parlava.

Notai le sue mani tremare, così le presi nelle mie, portandole all'altezza del mio cuore.
"Dimmi qualcosa, anche che sono un coglione che non sa usare le parole adatte. Ma parlami, ti prego". Sorrise velocemente, accendendo una piccola luce di speranza.

"Sei un coglione che non sa usare le parole adatte". Scoppiai a ridere, quando la vidi cercare di non ridere. Ma rise anche lei, facendo scendere le ultime lacrime.
La strinsi in un abbraccio, stritolandole le braccia intorno al collo.
"Ma ti amo lo stesso".

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nota: sta andando sempre peggioooo
non ho niente da dire, voglio andarmene.
ciao.

Masa

Living.  //butchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora