Liv entrò dalla porta dell'appartamento, con il cappuccio in testa e i vestiti bagnati.
"Yes...sure...okay, see you tomorrow...bye".
Mi alzai dal divano, quando Liv mi vide. Sorrise, mentre metteva il telefono nella borsa."Ciao, Genn" disse poi, prima che le togliessi il cappuccio dalla testa.
"Una persona, tanto tempo fa, inventò gli ombrelli, che servono per proteggersi dalla pioggia" sussurrai, tenendo le mani sulle sue spalle.
Liv mi guardò annoiata, con un sopracciglio alzato."Quell'idiota di Mike mi ha paccato all'ultimo minuto. Sono dovuta tornare in autobus, e la fermata sta a un kilometro da qua. Non t'azzardare a dirmi che esistono gli ombrelli, Genn, perché se no io ti-".
La baciai, accarezzandole la schiena bagnata. Sentii il corpo rigido di Liv premuto contro il mio, ma dopo qualche secondo si rilassò, e appoggiò le braccia intorno al mio collo."Tu cosa?"
"Ti detesto" sussurrò, sfiorando le mie labbra mentre parlava. Si allontanò di scatto da me, per togliersi il giubbotto e la felpa fradici. Si sfilò le scarpe con agilità, e slacciò i bottoni della camicia, mentre si dirigeva in camera.
"Sai, Liv, domani sera suono in un bar" le dissi, attraverso la porta.
"Sul serio? Grandioso! Dove suoni? La usi la felpa grigia che c'è accanto alla finestra?"
"No, usala pure. Suono in un bar su Oxford Street. Hai presente quello che abbiamo visto passando?"
"Intendi Nhero?" domandò, mentre supposi si infilava la felpa.
"Sì, quello"
"Suoni da Nhero? Wow, Ashley mi ha detto che è uno dei più frequentati in Oxford Street" rispose, mentre usciva dalla camera.
Aveva il cappuccio tirato su, i capelli tutti da un lato, e gli occhiali."Occhiali?„
"Da quando usi gli occhiali?" chiesi, sorpreso. La montatura sottile e rotonda le faceva risaltare gli occhi grandi.
"Da sempre, di solito li uso in casa, o quando mi bruciano gli occhi. Ma comunque -" si sedette sul divano, mentre teneva stretta una mia mano fra le sue "-Come hai fatto a ottenere un'esibizione là?" domandò curiosa.
"Bah, potrei come non potrei aver stalkerato il proprietario del locale, potrei come non potrei aver scoperto che ha una figlia, frequentarla e farle capire che volevo suonare là" sussurrai, con la bocca premuta contro il suo collo.
"Ti ho chiesto come hai fatto, non come avresti voluto fare, Genn". Scoppiai a ridere, mentre le baciavo la pelle fresca e ancora leggermente umida.
"Un cameriere stava camminando con la sua ragazza per Hyde Park, si sono fermati a sentirmi suonare, e visto che al tipo piaceva la canzone che stavo suonando, mi ha detto di andare domani sera a suonare là" le spiegai, interrompendomi ogni tanto per lasciarle un bacio sulla pelle bianca.
"Che canzoni hai intenzione di fare?"
"Pensavo a Hold Back the River, the Man, magari anche Lithium, e anche...Lost Stars".
Le sue dita, che prima mi accarezzavano la mano, si bloccarono di colpo, e sentii che si allontanò di poco da me."L-Lost Stars?" domandò, con un tono di voce misto fra panico, stupore e allegria.
"In realtà volevo chiederti se volevi cantarla tu, quella canzone, ma-"
"Cosa?" chiese ancora, sgranando ancora di più gli occhi.
"No, ehi, Liv, calma. Che casino". Sorrise, mentre si sistemava i capelli in una coda. "Ti farebbe piacere cantare con me Lost Stars, o potresti farti prendere dal panico, svenire e rovinare tutto?".
Cercai di sollevare la situazione, e a quanto pare ci riuscii.
Liv ridacchiò, appoggiando le gambe sopra le mie."Beh, potrei anche farlo, solo se tu la canti con me, e non la suoni e basta".
Sorrisi, palesemente sorpreso da quello che disse."Lo faresti sul serio?" domandai, entusiasta. Lei annuì, e scoppiò a ridere, quando la tirai in un abbraccio, distendendomi poi sul divano.
Avevo il suo viso a pochi centimetri dal mio, e stavo per baciarla, quando il suo telefono vibrò per un secondo nella tasca della "sua" felpa."Facebook?" domandò, aggrottando le sopracciglia. Guardava lo schermo dubbiosa, e sbuffò una risata quando scoprì cosa ci aveva disturbati.
"Che idiota" sussurrò, portando di nuovo la sua attenzione a me."Ah, quindi lo usi Facebook?" esclamai, sorridendole forzatamente. Lei mi guardò stranita.
"Ti chiesi l'amicizia tipo sei volte, e l'hai sempre negata" sfoderai un tono offeso, che la fece ridere."Vuoi vedere quanti amici ho, su Facebook?". Si girò sul mio petto, appoggiandoci la schiena, e portò il telefono davanti ai nostri occhi.
"Quattro?"
"Tra cui uno era Jack. Ho accettato solo quattro richieste. E guarda...". Mi fece vedere le richieste di amicizia in sospeso.
"2039?" domandai, incredulo.
"Già, ormai non le nego neanche più. Stanno là, e basta. Ma adesso la accetterei, la tua richiesta". Girò la testa verso la mia, mentre io le accarezzavo la pancia con una mano.
"Ma sai cosa? Chissene frega" sussurrai, prima di baciarla.
___
Passammo la sera a cantare. Mi fece provare ogni canzone, Hold Back the River, The Man e Lithium, almeno cinque volte ognuna.
Avevamo provato anche Lost Stars, e inutile dire che quasi non riuscivo a suonare. Stavo talmente bene, così, che volevo che il tempo si fermasse, e ogni momento del giorno fosse quella sera, in cui cantavamo la sua canzone.Ora, invece, avevamo collegato il computer di Liv alle casse, e canzoni a caso di qualche playlist strana di Spotify giravano senza che noi ce ne accorgessimo.
Stava tirando un'ultima volta dalla sigaretta, quando sentimmo partire R U Mine?.Io cominciai a imitare il rif della chitarra, e Liv fece finta di suonare la batteria, facendo come Alex Turner nel video della canzone.
Io stavo seduto sul divano, mentre Liv camminava in giro per l'appartamento.
Quando cominciò il ritornello, però, si fermò davanti a me, e si sedette sulle mie gambe, mentre mi sussurrava all'orecchio le parole delle canzone."And I go crazy 'cause here isn't where I wanna be, and satisfaction feels like a distant memory. I can't help myself, all I wanna hear is him say 'R U mine?'"
"R U mine?" le feci eco io, facendola sorridere contro la mia guancia.
__
nota: OH HI
pregate per me, che domani a una festa il tipo con cui esco mi dica quello che mi deve dire da un mese. *preghiamo tutti assieme*
eee basta, se potete COMMENTATE QUAA e anche sul capitolo prima, dai
mi basta anche uno smile, ho un ego fragile e mi accontento con poco.
grz
Ro.
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Living. //butch
Hayran KurguTutto quello che volevano era la felicità provocata dalla loro continua ricerca per la libertà. Ma entrambi trovarono la felicità in qualcosa che non era la libertà.