Capitolo 3

6.6K 300 51
                                    

A S H T O N

"Daisy?" Chiamai dalle scale, tenendo il cartone della pizza con una mano. "Puoi scendere?"

Andai in cucina e posai la pizza, schiaffeggiando via le mani di Michael.

"Aspetta Daisy." Lo avvertii. Calum e Luke riempirono cinque bicchieri di ghiaccio mentre Michael sbavava sul cibo.

Daisy entrò, stavolta indossando un paio di leggins e una larga maglietta bianca. Le sue gambe erano così magre, ma non gli diedi alcun peso.

"Non sapevo cosa volevi per cena, così ho ordinato la pizza." Le dissi.

"Oh ... Sono allergica alla salsa sulla pizza." Disse, i suoi occhi verdi che guardavano nei miei.

"Oh, ehm." Guardai Luke in cerca di aiuto. "Non lo sapevo. Vuoi qualcos'altro?"

"No grazie. Non ho fame." Sorrise dolcemente.

"Vuoi almeno qualcosa da bene?" Chiese Calum.

"Acqua, per favore."

Premette il bicchiere contro il pulsante dell'acqua sul frigorifero, guardando il liquido chiaro cadere in esso.

Prendemmo tutti la nostra pizza e ci sedemmo al tavolo.

"Sei sicura di non volere nulla?" Chiesi di nuovo, guardando gli occhi di Daisy vagare per la stanza, evitando il nostro cibo.

"Sì. Sono sicura." Disse.

Dopo cena Daisy salì al piano di sopra, lasciando me e i ragazzi da soli.

"Sono l'unico che pensa sia un po' strana?" Chiese Luke, alzando lo sguardo dal suo telefono.

Calum e Michel, che erano seduti al tavolo guardandomi mentre pulivo le piante, alzarono a loro volta lo sguardo.

"Sì." Dissi. "Probabilmente è solo nervosa. Sai come molte persone sono così nervose che non riescono a mangiare."

"Sì, ma -" Cominciò Luke, ma l'occhiata che gli lanciai lo fece smettere di parlare.

"Io dico che dobbiamo solo aspettare. La conosciamo solo da un giorno." Suggerì Michael.

Annuii e buttai lo scatolo vuoto nella spazzatura.

"Adesso abbiamo una minorenne qui, si va a letto alle nove." Dissi duramente, facendo lamentare i ragazzi.

"Okay, okay. Non dovete addormentarvi alle 9, ma a quell'orario dovete essere silenziosi come un topo." Aggiunsi. I ragazzi annuirono.

"Possiamo farlo."
"Zitto Luke, nessuno te l'ha chiesto."

"Michael."

"Mi dispiace.."

***

"È ora di dormire, tesoro." Mi affacciai nella stanza di Daisy. Era nell'armadio e appendeva  suoi vestiti.

"Okay."Era già in pigiama, pantaloncini e una maglietta a maniche lunghe che lasciava scoperta una spalla.

"Buonanotte." Dissi, guardandola mentre andava a sdraiarsi nel letto.

"Buonanotte, Ashton."

Michael mi passò accanto, andando in direzione della camera di Calum, così i due avrebbero potuto giocare ai videogiochi.

"Notte, Daisy!"

Calum lo seguiva e le diede la buonanotte. Luke entrò un attimo, le diede la buonanotte, poi andò dal lato opposto a Michael e Cal verso la sua stanza.

Le stanze che appartenevano a me e Calum si trovavano a sinistra di quella di Daisy, mentre quelle di Luke e Michael a destra.

Le spensi la luce, chiusi delicatamente la porta dietro di me, e andai nella mia stanza.

***

D A I S Y

Fui scossa via dal terribile sogno in cui ero intrappolata. Ashton era in ginocchio accanto a me, gli occhi spalancati dalla preoccupazione.

"Daisy? Tesoro, stai bene?"

Sentivo qualcuno piangere e ci misi qualche momento a capire che erano le mie lacrime.

"Loro mi hanno abbandonata." Singhiozzai, tirandomi i capelli.

"Sh, va tutto bene." Ashton mi strinse fra le sue braccia, cullandomi avanti e indietro. Piansi sul suo petto, le urla di mia sorella che mi chiamava ancora nella mia testa.

Ogni volta che chiudevo gli occhi vedevo la sua faccia spaventata nella macchina, che si allontanava sempre di più.

Ogni volta che respiravo sentivo l'odore della pioggia che cadeva mentre aspettavo fuori dall'orfanotrofio.

Aspettavo il ritorno dei miei genitori, ridendo e scherzandoci su perché loro non mi avrebbero mai abbandonata. Avevo aspettato per due anni.

Non era  mai successo.

"Va tutto bene, va tutto bene." Sussurrò ancora e ancora, accarezzando i miei spettinati capelli marroni. Normalmente, non avrei mai voluto che qualcuno mi toccasse in questo modo - solo la signora Briggs.

Presto smisi di piangere, e l'inquietante visione andò via, lasciandomi intorpidita.

"Era solo un sogno." Sussurrò Ashton. "Non è reale."

Lui non sapeva cosa avevo sognato. Lui non sapeva che era reale.

Lui non sapeva nulla.

Rimanemmo così per un po', io stretta tra le sue braccia finché lui non si mise a sedere.

"Scusa." Sussurrai, con voce rotta.

"Tranquilla." Replicò. Tracciò forme sulla mia schiena con le dita, calmandomi, fino a quando mi fui quasi addormentata sulla sua spalla.

"Vuoi parlarne?" Chiese Ashton. Non risposi, troppo stanca e debole. "Daisy?"

"Oh." Mormorò quando si accorse che stavo per addormentarmi. "Dormi, angelo."

Attentamente mi fece sdraiare di nuovo, sospeso su di me. Ashton si sdraiò accanto a me, un braccio attorno alla mia vita mentre l'altro sotto la mia testa. Mi tirò verso di lui e sistemò le coperte, poi continuò a tracciare forme sulla mia pelle mentre sussurrava parole dolci.

99 skinny | adopted by 5sos [italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora