Ed eccomi qua il mio primo giorno al campo! Di certo non era un villaggio vacanze ma ancora non riuscivo a non pensare a quel soldato bellissimo, ancora non potevo capacitarmi delle parole della donna.
Come poteva un ragazzo così bello e apparentemente gentile, uccidere delle persone?
Nonostante tutto ciò capi che comunque non era come gli altri, c'era un mistero sotto e primo o poi io lo avrei scoperto.
Tutte noi uscimmo dalla casetta, dove avevano dormito tutte insieme al freddo e con una puzza di chiuso tremenda.
Ci incamminammo verso una struttura, non sapevano ancora cosa dovevamo fare, ma nella camminata io vidi un altro gruppo di donne che entrava in un altra struttura, quasi una fabbrica sembrava e allora decisi di distaccarmi dal gruppo per avere più informazioni, magari li avrei potuto trovare mia mamma e mia nonna.
Corsi verso la struttura e per spiare ciò che stava succedendo mi arrampicai su un mucchio di casse dove erano state messe lì contro ad il muro esterno.
Grazie a quel mucchio casse riuscì ad accedere ad una piccola finestrella su in alto.
Non riuscivo bene a capire ciò che stava succedendo, vedevo persone che si stavano svestendo e altre che stavano già entrando in una specie di camera blindata dove cui non riuscivo a vedere più nulla.
Ma la mia visuale fu interrotta non appena sentì arrivarmi alle spalle una voce.
"Che fai? Non dovresti essere qui" senti arrivarmi questa voce alle spalle, aveva un tono brutale ma allo stesso tempo forse molto gentile.
Mi voltai di scatto e vidi lui...lui che mi stava puntando un fucile. Mi ero pietrificata dalla paura, ma non perché avevo visto lui, il mio sguardo era puntato dritto dritto sull'arma.
"Cosa vuoi fare? Sei su una cassa piena di esplosivi, e poi cosa ci fai lì? Vuoi vedere come sarà la tua fine, quando sarà la tua ora?" Ribadì lui, mentre scendevo.
Sinceramente non sapevo se rispondere a quelle domande o semplicemente risuonavano come domande retoriche.
"M-mi s-scusi!" Dissi poi balbettando,abbassando lo sguardo e cadendo molle sulle ginocchia,che all'improvviso erano cedute.
Sapevo che forse mi avrebbe uccisa e che avevo violato una delle regole, ma lo avevo fatto solo per trovare la mia famiglia.
Senti caricare il fucile e io d'istinto mi rannicchiai su me stessa,strinsi gli occhi e mi copri le orecchie con le mani. 3...2...1 mi sarei ritrovata in paradiso.
Aspettai pochi secondi, finché mi accorsi di essere ancora viva. Mi aveva risparmiata?
Lo guardai dall'alto verso il basso ritornando poi in piedi e guardandolo con le lacrime agli occhi.
"Vai, non farti più vedere qui.." Mi disse facendomi segno con la testa di andarmene e io alle sue parole corsi subito via, raggiungendo le altre.
"Dove sei stata?" Mi chiese una delle ragazze vedendomi arrivare di corsa.
"Scusate e solo che...non ha importanza" non avevo voglia di dirle tutto per filo e per segno ciò che mi era successo, ma avevo avuto la mia conferma. Aveva un cuore d'oro quel ragazzo. Non mi aveva ucciso pur sapendo che avevo violato le regole. Io le sarò sempre riconoscente.
"Lo sai che se uno dei soldati si accorgeva della tua assenza, finivi male?" Mi disse un altra.
Io annui pensando ancora a quell'incontro.
Poi mi misi al lavoro, dovevamo tutte cucire degli abiti strappati, chissà poi di chi sono sti vestiti!? Ma nonostante tutto ancora non riuscivo a smettere di pensare a lui.
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Indifferent
FanfictionSiamo nel 1939 appena inizio seconda guerra mondiale. Un giorno nella casa di Christine ragazza di 23 anni, fecero irruzione i tedeschi e deportarono tutta la sua famiglia nel capo di concentramento di Auschwitz. Lei riuscì a scappare in un primo m...