3 mesi dopo...
Tre mesi erano passati e io ero ancora viva, rinchiusa ancora qui ma viva.
È la pancia era già un po cresciuta; fortuna che il camice mi era largo e lo nascondeva del tutto fino ad ora.
Non sapevo quale strategia aveva usato Mike per convincere Lisa a farmi rimanere viva, ma anche questa volta le devo la vita.
Era un altro giorno come tanti, mia madre cercava di venirmi a trovare ma come sempre fu fermata e io stavo tutto il giorno a passeggiare si è giù per la cella e guardare dalle inferiate le altre persone che lavoravano. Persone distrutte completamente. Finché non vidi arrivare Michael con in mano delle chiavi.
"Cosa fai?" Chiesi mentre vedevo che lui stava cercando la chiave giusta che entrava nella serratura della porta, della prigione.
"Ti libero no?" Mi rispose.
"Quindi sono libera?!" Esultai per un attimo, mentre lui apriva la porta.
"Non proprio, diciamo che ora di arrivare alla resa dei conti"
"Cioè?" Domandai non capendo le sue parole.
"Capirai" mi prese la mano ma io lasciai subito la sua e rimasi lì impalata.
"Michael cosa hai fatto per convincere Lisa a non uccidermi?" Lo guardai con sguardo di fuoco.
"Non è ora di parlare, andiamo!" Mi prese il braccio convinto che io mi mossi, ma prima volevo sapere come aveva fatto.
"Christine promettenti che qualunque cosa succederà al bambino parlerai di me. E io mai vi scorderò"
"Michael che c@zzo gli hai detto?!" Urlai, quelle sue parole mi spaventarono.
"Te lo spiegherò quando saremo al sicuro. Ora parlare qua è troppo pericoloso."
Non obiettai più, ci prendemmo per mano e cominciammo a correre per il corridoio della prigione.
Vidi di sfuggita i corpi di quelle guardie che mi avevano sbattute in gabbia, li stesi per terra e mi fece ridere il pensiero.
"Le chiavi, le hai prese in prestito" affermai scherzosamente, ma lui non mi diede risposta; era impegnato a uscire da lì al più preso.
"Ora non dobbiamo farci vedere" sussurro appena arrivammo fuori.
"Da chi dobbiamo nasconderci?" Domandai
"Da tutti"
Ridacchiai dal modo secco in cui la detto.
Come sempre ci nascondemmo dietro a muri, casse,vicoli cechi finché non giungemmo davanti a uno stabile tutto in legno, mal ridotto.
"Dove siamo?"
"Entra" disse furtivo, mettendomi una mano sulla schiena e quasi spingendomi dentro.
"Dovrai stare qui! Almeno finché non troverò un modo per fuggire"
"Hai intenzione veramente di fuggire?"
"Si, al più presto. Non c'è la faccio più a stare qui"
"Che posto e questo?"chiesi guardandomi intorno, la minuscola casetta che cadeva a pezzi.
"Veniva usato come magazzino per le casse di esplosivo e le armi. Poi gli attacchi sono sempre stati più frequenti e abbiamo deciso che sarebbe stato più comodo aver tutto a portata di mano. E dimenticato da tutti"
"O...ok" esitai "ma perché devo stare qui?"
"Lisa mi ha dato la sua parola che non ti tocchera nemmeno con un dito, ma del suo giuramento io non mi fido. Ecco perché tu starai qui e poi non vogliamo rischiare che la creatura creda troppo da farsi notare" mi diede un bacio in fonte poi si alzò di scatto e come un fulmine si diresse verso la porta.
"Ora devo andare. Tranquilla tornerò presto" poi si schiuse la porta alle spalle.
Perche tanta fretta? Non mi aveva ancora detto come aveva fatto a convincere Lisa. Che cosa temeva? E poi quelle sue parole:"....promettenti che qualunque cosa succederà al bambino parlerai di me. E io mai vi scorderò" mi avevano messo terrore addosso.
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Indifferent
FanfictionSiamo nel 1939 appena inizio seconda guerra mondiale. Un giorno nella casa di Christine ragazza di 23 anni, fecero irruzione i tedeschi e deportarono tutta la sua famiglia nel capo di concentramento di Auschwitz. Lei riuscì a scappare in un primo m...